L’ondata di calore che sta per investire l’Italia arriva dopo un mese di giugno 2023 che ha fatto registrare a livello globale la temperatura più alta di sempre con un valore di 0,53 gradi superiore alla media storica 1991- 2000. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati del sistema europeo Copernicus Climate Change Service (C3S) che evidenzia anomalie del clima anche in Europa dove la temperatura del mese di giugno è stata superiore di 0,74 gradi la media storica.
Le maggiori anomalie – sottolinea la Coldiretti – si sono registrate in Irlanda, Regno Unito, Belgio e Olanda che hanno fatto rilevare livelli di temperature mai registrati prima nel periodo considerato mentre in Italia si è verificata una forte variabilità. Lungo la Penisola si sono verificati in media quasi 16 eventi estremi al giorno l tra nubifragi, grandinate, bombe d’acqua, trombe d’aria che hanno colpito a macchia di leopardo con gravi danni nelle città e nelle campagne, secondo l’analisi Coldiretti sulla base dei dati dell’European severe weather database (Eswd). L’anno 2023 – sottolinea la Coldiretti- è stato segnato, fino ad ora, prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi negli ultimi 2 mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti e basse temperature.
L’estate potrebbe essere a livello globale una delle piu calde della storia dell’umanità con l’osservatorio europeo Copernicus che ha rivelato che l’effetto combinato del cambiamento climatico e del ritorno del fenomeno El Nino sta spingendo le temperature degli oceani e delle terre emerse a livelli senza precedenti.
A preoccupare l’Italia – secondo Coldiretti – è ora infatti, l’annunciato arrivo di una intensa ondata di caldo per la seconda settimana di luglio con picchi locali di oltre 40 gradi di temperatura.
Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo al sole, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che nel 2023 supereranno complessivamente 6 miliardi dello scorso anno.