Se si passa nel centro di una delle tante città che hanno centri storici di rilievo al punto di essere presi d’assalto dal turismo, una delle cose che colpisce sono i prezzi al dettaglio. In questo periodo, visto il caldo, si fa più caso alla classica bottiglietta d’acqua da mezzo litro. In centro a Firenze, per esempio, la si trova, senza sedersi ad un tavolino di un bar (ché altrimenti occorre prevedere di accendere un mutuo…) anche a 3 o 3,50 euro.
Che succede? E’ semplicemente uno dei risultati del regalo che le amministrazioni comunali hanno fatto ai commercianti, che hanno adeguato i prezzi seguendo la logica di domanda e offerta.
La domanda, essendo i centri storici praticamente svuotati di residenti è solo quella dei turisti, quasi sempre “mordi e fuggi”. L’offerta è di conseguenza, senza negozi che offrano a consumatori residenziali. I commercianti hanno ragione a praticare prezzi molto alti, perché gli affitti e le imposte dove svolgono la loro attività sono alle stelle.
E’ un cane che si morde la coda che può essere modificato solo dalle amministrazioni comunali.
Che devono decidere se continuare a svuotare i centri storici offrendo la visita delle loro vestigia storiche ed architettoniche a turisti che incontrano altri turisti…. oppure delle città vive, dove nei bar e ristoranti e nei negozi si possano incontrare residenti che, a loro modo, stimolino curiosità e interessi del turista. Insomma devono decidere se il turista debba essere attratto solo da musei, monumentalità (per quanto belli e autorevoli siano) e negozi per turisti o anche da, per esempio, fiorentini, romani e veneziani.
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc