Si terrà oggi la riunione convocata da Mister Prezzi sul caro voli nella quale le compagnie aeree dovranno rispondere, come si sono impegnate, rispetto alle anomalie segnalate nel corso del precedente incontro del 4 luglio. Confconsumatori e Il Salvagente hanno fatto pervenire a Mister Prezzi una lettera congiunta con la quale sollevano due questioni: i costi esorbitanti dei bagagli e l’abuso di posizione dominante.
RINCARI NASCOSTI – La prima questione riguarda il recente aumento del prezzo dei biglietti aerei che, come è stato evidenziato, comprende anche alcuni rincari nascosti, che vengono di fatto imposti ai viaggiatori. Si tratta del costo dei bagagli in stiva imposto dalle compagnie aeree, ma anche dei bagagli mano, come emerso anche da un monitoraggio effettuato su tre tratte molto frequentate come Atene, New York e Salvador de Bahia e pubblicato nei giorni scorsi su Il Salvagente.
Non può valere la giustificazione delle compagnie per le quali si tratta delle somme da corrispondere alle società di gestione degli aeroporti e alle società di handling, che forniscono i cosiddetti servizi a terra, i relativi diritti e compensi di imbarco e cioè i costi per la sicurezza, il check-in, controllo ai raggi X dei bagagli, le operazioni di imbarco dei bagagli e dei passeggeri. Questi costi non sono alti, sono comunque marginali e non giustificano per nulla le esose somme che vengono chieste ai passeggeri per i bagagli. E se si tratta di questo allora ci troviamo di fronte non al costo di un servizio ma a un guadagno e quindi a un aumento di fatto del prezzo del biglietto.
ABUSO DI POSIZIONE DOMINANTE – La seconda questione sollevata riguarda invece il prezzo complessivo dei biglietti e la possibile sussistenza dell’abuso di posizione dominante da parte delle compagnie aeree, per come disciplinata dalla legge sulla tutela della concorrenza e del mercato. L’abuso, per la sussistenza del quale non è necessario che un’impresa si trovi in una posizione di monopolio o di quasi monopolio su un dato mercato, si realizza nel momento in cui vengono imposti, direttamente o indirettamente, prezzi di acquisto a condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose: è proprio ciò che sta accadendo ai danni dei consumatori italiani e non solo.
Ai fini dell’accertamento dell’abuso, l’applicazione di condizioni economiche ingiustificatamente gravose si verifica quando i prezzi eccessivi applicati dall’impresa in posizione dominante sono privi di ogni ragionevole rapporto con il valore economico della prestazione fornita. E quindi l’impresa, avvalendosi della propria posizione dominante, trae vantaggi commerciali che non avrebbe ottenuto se ci fosse stata una concorrenza normale e sufficientemente efficace nel mercato. In presenza dell’abuso riteniamo che l’Antitrust possa anche adottare fin da subito il provvedimento cautelare previsto dalla legge.