Verona – I Finanzieri del Comando Provinciale di Verona, nel corso delle molteplici attività condotte per la verifica della regolarità degli esercizi commerciali operanti nel settore “compro-oro” – particolarmente sensibile a possibili infiltrazioni criminali tese a condotte di riciclaggio di proventi illeciti – hanno proceduto al sequestro di 28 orologi di lusso, per un valore complessivo di circa 750 mila euro, nella disponibilità di un imprenditore veronese.
L’uomo è stato denunciato alla locale A.G. per esercizio abusivo dell’attività di “compro-oro”, poiché sprovvisto della obbligatoria iscrizione al registro degli operatori.
La normativa di settore, il D.Lgs. 92 del 2017, ha istituito infatti un registro ad hoc – tenuto e gestito dall’Organismo degli Agenti e dei Mediatori (O.A.M.) – imponendo l’iscrizione obbligatoria a tutti gli esercenti che intendono effettuare operazioni di acquisto e rivendita di oggetti preziosi usati in oro o altri metalli preziosi. L’impianto normativo – a completamento della legislazione antiriciclaggio – persegue la finalità di garantire la tracciabilità alle operazioni di cessione di beni preziosi e di identificare compiutamente la clientela, con l’evidente intenzione di impedire che il particolare settore sia utilizzato per finalità illecite.
Le Fiamme Gialle del Gruppo di Verona hanno individuato e sottoposto a controllo un esercizio commerciale con sede nel centro storico del capoluogo scaligero esercente l’attività di reseller di orologi di note maison del lusso, peraltro ampiamente pubblicizzati su un sito internet e sui principali social network.
Nell’esercizio i Finanzieri hanno rinvenuto 28 orologi usati in oro di prestigiosi marchi del valore di circa 750 mila euro per i quali il legale rappresentante non disponeva dell’iscrizione al predetto Organismo (O.A.M.).
Il legale rappresentante è stato pertanto segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verona per esercizio abusivo dell’attività di “compro-oro”, violazione penalmente rilevante.
Si sottolinea che la responsabilità penale del soggetto sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza irrevocabile. Nei confronti dello stesso vige, infatti, la presunzione di innocenza che l’art. 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva.
L’operazione si inquadra nella più ampia azione di prevenzione e contrasto al riciclaggio svolta dal Corpo, ponendosi come una delle importanti tessere del “mosaico operativo” messo in campo dalla Guardia di Finanza a presidio dell’economia legale.