Con tutte le dovute differenze storiche e secolari, parafrasando una marcetta degli anni 30 del secolo scorso… “aspetta e spera che già l’ora si avvicina…”… è quanto sta accadendo alla fiducia di imprese e consumatori verso l’economia del paese e i suoi nocchieri -dati Istat (1). Prima o poi, quello che doveva accadere, al di là delle frasi ad effetto pronunciate ovunque, sta accadendo, non solo nei numeri ma anche nella cosiddetta “confidenza”: la fiducia dei consumatori è in calo per il terzo mese consecutivo, mentre quella delle imprese si estende ovunque tranne che nel settore costruzioni (l’onda lunga del 110%, a spese del contribuente, continua).
Il governo ha avviato una nuova negoziazione del debito perché l’economia non solo è ferma ma stanno emergendo le balle che sono state raccontate dicendo che eravamo tra i migliori in Europa. La crescita è inferiore all’1% e non crediamo che avvenga chissà quale miracolo perché le previsioni di crescita di 1,5% per l’anno prossimo siano rispettate. C’è assenza di strategia sul fare per affrontare diseguaglianze e l’erosione del potere d’acquisto (soprattutto dei redditi fissi).
Il governo sta andando avanti a colpi di bonus (che quando finiscono si è punto e a capo) e condoni (ultimo quello sugli scontrini infilato nel decreto energia). Il Governo avrebbe a disposizione oltre 200 miliardi del Pnrr, 75 miliardi della programmazione europea 2021-27, ma sta invece rinviando gli obiettivi previsti per il 2023.
La Banca Centrale europea (Bce) ha usato l’unico strumento a disposizione per rallentare l’inflazione alzando i tassi di interesse, e l’inflazione si è dimezzata rispetto al picco che aveva raggiunto ad ottobre 22. Ma non tutto può essere fatto dalla Bce, le cui decisioni tra l’altro sono molto contestate dal nostro governo, che è rimasto con le mani in mano sui carburanti e sui generi di prima necessità, con la conseguenza che il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito e i consumi si sono contratti. Il governo si è limitato a quello che sembra quanto gli riesca meglio, la propaganda. Ora si comincia a raccoglierne i frutti. Aspettiamo il peggio, con l’aggravante di pillole d’indoramento che, complici i media anche di Stato e di regime, ci faranno credere il contrario.
Un ultimo rilievo in un settore strategico. E’ nell’aria il rinvio della cessazione del mercato energetico a maggior tutela. Rinvio che marcherebbe un ulteriore peggioramento di un settore trainante che, dinamicizzato, dovrebbe indurre tutti i mercati a non aspettare che gli caschi una tegola in testa.
1 – https://www.aduc.it/notizia/fiducia+dei+consumatori+imprese+calo_139786.php
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc