In fondo Alessia Liffredo l’ha sempre saputo che sarebbe diventata un’attrice. Che avrebbe lasciato la sua terra per trasferirsi a Roma, la mecca del cinema. Che sarebbe stata orgogliosa del suo percorso, delle sue fatiche.
Perché la vita è quel che accade, ma è fatta di quel che scegli. E a un certo punto, presto, non ha avuto più niente da aspettare e ha scelto. Ma questa ragazza piemontese non è solo orgogliosa, è grata, dice nel riassumere questo inizio di tragitto nel mondo dell’arte. Ha un sorriso timido ma seducente, i capelli sciolti e un fisico niente male, con due occhi che ti possono far cadere nel tranello di una tipa malinconica.
La trovo teneramente ingenua come un fiocco di neve ma sotto sotto è una tigre. Non posso spoilerare l’intervista in poche righe. Quindi mi fermo qui e giudicate voi la nostra Alessia, poi mi direte se abbiamo visto giusto nell’intervistarla.
Alessia, che cosa si prova a vivere da artista?
E’ una domanda difficile perché come stile di vita ha molte sfaccettature. In generale, ti direi: è ricco di stimoli! Si tratta di seguire i propri sogni, quindi dà tanto, ma può essere molto frenetico, ti devi mettere in gioco il più possibile e cercare di cogliere tutte le opportunità che puoi. Non ci sono molte sicurezze, né orari prestabiliti, quindi devi contare molto su trovare il tuo equilibrio. Questo, penso, si raggiunga col tempo… In ogni caso, vivere a contatto con la mia creatività e la mia passione, mi rende felice.
Che attrice sei?
Mi sono diplomata da poco alla SFA – Accademia dello Spettacolo di Torino, dove ho studiato recitazione, canto e danza. La mia passione è il cinema ed è su quello che voglio puntare di più, ma ora sono curiosa di sperimentare il più possibile. Non voglio ancora darmi una definizione perché sono nel mezzo di un percorso di scoperta, da ruoli drammatici a comici, musical, teatro, cinema, tutto mi interessa.
La tua prima interpretazione?
La mia passione per la recitazione c’è da sempre, fin dalle recite a scuola! Ma la prima seria interpretazione è stata con la Compagnia Genovese Beltramo, dove ho interpretato Annette in “La povera mamma”. È stato veramente bellissimo, ero molto agitata, ma una volta sul palco ho dimenticato tutte le paranoie e mi sono lanciata e divertita.
Parliamo della tua indole, e quindi delle tue radici…
Sono una persona abbastanza timida appena mi si conosce, poi, appena c’è un po’ di confidenza, la situazione si ribalta. Il mio soprannome è “terremoto”, per capirci. Credo che il teatro mi sia servito anche per questo, per togliere quella paura che molto spesso si ha di farsi scoprire. Per molto tempo ho cercato di mantenere celata questa parte di me; infatti, ho fatto la laurea triennale in economia prima di iniziare a recitare di mestiere. Mi sono poi finalmente resa conto che non lo facevo per me, ma per quello che pensavo fosse doveroso fare. Non è stata una scelta semplice perché non posso dire che disprezzassi quello che facevo prima; semplicemente ora sento che questo è davvero il mio percorso e non quello che qualcun altro aveva scritto per me.
I tuoi genitori che ne pensano?
In famiglia non ho persone del settore. Questa strada sono molto orgogliosa di dire che è stata tutta una mia scelta, anche se difficile e spesso contrastata. Mio papà è mancato prima di potermi vedere attrice, quindi non so cosa avrebbe potuto pensare di questo mio cambio di rotta. Mi consola credere che sarebbe stato orgoglioso del mio coraggio. Mia mamma non ne era affatto felice; abbiamo dovuto fare delle grandi litigate, ma alla fine si è dovuta accorgere anche lei che non c’è altro che io possa fare per essere felice. Così ora ho una fan ad ogni spettacolo e una view a ogni video.
Il desiderio di metterci la faccia da dove nasce? Quanto ha contato l’ambizione nel suo percorso?
Nasce dalla possibilità di poter essere qualsiasi cosa. Mi ha sempre intrigato il fatto che con la fantasia potessi vivere altre vite e, tramite la recitazione, lo metto in pratica. Nello stesso giorno posso essere una Duchessa del 1800, una poliziotta che combatte contro il crimine organizzato o una hacker che fa spionaggio industriale. L’interpretazione è poi l’ultima tappa, perché prima di mettere in scena, c’è un grande lavoro di ricerca che ti permette di conoscere realtà inesplorate, come una magia che ti apre una porta sullo spazio e sul tempo. L’ambizione è importante, più che altro è la nemica dell’insicurezza che spesso travolge chi, come hai detto tu, ci mette la faccia. Ho adottato il motto “fake it till you make it”. Quindi sì, sono ambiziosa, ho dovuto imparare ad esserlo per non farmi trascinare in alcuni meccanismi di questo mestiere, che puntano spesso alla legge del più forte.
Il senso di Alessia per la vita?
Questa domanda mi ricorda il titolo di un libro: “Il senso di Smilla per la neve”, tra l’altro con un adattamento cinematografico diretto da Bill August, un regista con cui ho lavorato recentemente in una piccola controfigura. Non è semplice rispondere, perché il soggetto qui è la vita e come mi ha accolto. Questa vita mi ha dato e mi sta dando molto, ma anche molto si è presa. Non so ancora cosa abbia scritto per me il mio futuro, ma sono speranzosa che le scelte che ho fatto siano nella direzione giusta. Se dovessi invece dirle cos’è per me la vita direi: Amore. Amore per gli altri, per se stessi, per il proprio lavoro e le proprie passioni, è il motore che fa muovere tutto.
Una stanza per scrivere una sceneggiatura, una terrazza che dà su un parco e un grande spazio luminoso, riscaldato da un camino, dove stare con gli amici… Che storia partorirebbe la tua creatività?
Certamente un luogo dove scrivere sarebbe bellissimo. Nell’Inghilterra vittoriana, un gruppo di amici artisti si riunisce in una villa vicino all’Esposizione Coloniale. Scoprono un oscuro segreto tramite un diario trovato nella biblioteca: un ufficiale aveva scoperto una miniera di diamanti in territorio indigeno e sfruttato la popolazione per arricchirsi. Decidono di raccontare la verità attraverso le loro opere d’arte, proteggendo l’Impero ma lasciando indizi nei loro dipinti e scritti. Mentre danno vita alle loro opere, una figura misteriosa minaccia di svelare il segreto. L’inaugurazione delle opere pone i personaggi di fronte a una scelta cruciale: rivelare apertamente la verità, con possibili ripercussioni per l’Impero, o tacerla per sempre, dovendo fare i conti con la propria coscienza.
Ti hanno già detto che sei una ragazza seduttiva?
Devo ammettere di sì, ma di commenti ce ne sono stati tanti, mi è stato detto anche detto che sono troppo seria. Quindi devo dire che dipende molto dalle persone che ti trovi davanti, dalle loro percezioni, dalle loro insicurezze e dai loro fini.
Alla tua età si dice che ci sia molto da scoprire ma anche tante rogne: come hai imparato a capire chi sono gli amici e chi i predatori?
Purtroppo non c’è un’equazione precisa per capire chi è dalla tua parte e chi no. Se dovessi solo basarmi su quello che si sente in giro, probabilmente non uscirei neanche di casa. Sul posto di lavoro cerco di essere cauta, cercando di valutare e facendo ricerche basate sui curriculum o sulle referenze di altri attori e attrici che hanno già collaborato con loro per farmi un’idea di chi ho di fronte. Questo ovviamente non è un metodo infallibile, ma permette già una scrematura importante.
Le priorità nella tua quotidianità?
Nella mia quotidianità, tre cose sono fondamentali: le relazioni, il lavoro e il cinema. Una delle cose più importanti per me sono la famiglia e gli amici. Non potrei mai essere un eremita; la socialità mi aiuta a scaricare lo stress e a investire energie in qualcosa di prezioso per me. In secondo luogo, rimanere in allenamento. Non intendo solo fisicamente, ma anche la preparazione fisica e mentale che è importante per non perdere brillantezza; per esempio, routine vocali e revisione di monologhi del repertorio. E infine il cinema: una giornata non può considerarsi completa o iniziata se non ho guardato almeno un film.
Per tenerti in forma che fai?
Generalmente, cerco sempre di dedicare un momento nella mia giornata per connettermi con il mio corpo, che è il mio strumento. Quindi, che si tratti di una passeggiata appena sveglia o di una sessione di pilates, cerco sempre di rimanere attiva. Inoltre, ho una grande passione per la danza, quindi quando posso, partecipo a lezioni di diversi stili per esprimere me stessa e rilassarmi un po’.
Potendo giocare con il tempo, che cosa rimetteresti a posto?
Mi fiderei di più del mio istinto e cercherei di giudicarmi di meno. Il mio critico interiore spesso mi ha frenato dal fare esperienze che mi avrebbero giovato. Avrei smesso prima di cercare di accontentare tutti gli altri, tranne me stessa.
Tanto per farci i fatti tuoi: che quotidiani leggi?
Sono molto trasversale, a casa mia posso trovare sia La Stampa che La Repubblica, ma seguo anche molto giornali online, come NewsMondo, un editoriale per cui ho iniziato a lavorare da poco e Fanpage. E perché no, da domani anche IMG Press.
Programmi televisivi?
Devo ammettere che non guardo molti programmi televisivi. Preferisco guardare film e serie TV; anzi, direi che ne sono un po’ ossessionata. Ogni momento libero che ho, sono davanti al computer o alla televisione, è il mio modo per staccare, ma anche per tenermi aggiornata.
L’obiettivo più importante da centrare, adesso qual è?
Tra un paio di settimane, mi trasferisco a Roma per iniziare un Master in Management del prodotto audiovisivo e cinema e per cercare contatti ed un’agenzia nella capitale. Questa nuova avventura mi riempie di entusiasmo e speranza per il futuro. È un passo importante nella mia carriera, e non vedo l’ora di affrontare le sfide che mi attendono.