La lotta alla corruzione nello sport è stato il tema portante di “The fight against corruption in sport. The growing role of Research”, webinar che si è svolto a settembre all’interno di una più ampia Sport Integrity Week 2023, promossa dalla Sport Integrity Global Alliance – SIGA. L’incontro, organizzato in collaborazione con l’Istituto Eurispes, ha coinvolto illustri rappresentanti del settore giuridico e sportivo sulla corruzione nello sport, le scommesse illegali e match-fixing.
Lotta alla corruzione: la sfida delle democrazie moderne
Emanuel Macedo De Medeiros, CEO di Sport Integrity Global Alliance è intervenuto in prima battuta con un videomessaggio, nel quale ha definito la corruzione come la grande sfida che coinvolge le democrazie moderne. «La lotta alla corruzione nello sport è un principio fondamentale da portare avanti, la base su cui deve fondarsi la cultura sportiva. La corruzione è un cancro che investe tutti i soggetti, dalle istituzioni agli sportivi, dai club agli enti sportivi. Ma stiamo vincendo questa lotta? Stiamo facendo tutto il possibile a livello legislativo e istituzionale? Purtroppo no, c’è ancora tantissimo da fare, ed è necessario un cambio di passo. Dobbiamo cambiare atteggiamento, lo sport perde credibilità e non possiamo permettercelo. Si tratta di un problema globale con soluzioni globali, per le quali bisogna collaborare e cooperare a tutti i livelli: locale, nazionale, regionale e internazionale». E poi. «Per vincere la guerra contro la corruzione nello sport bisogna vincere la guerra contro la corruzione nelle nostre società, investendo molto di più nella ricerca. Abbiamo la responsabilità ma anche l’opportunità di fare la differenza».
Corruzione nello sport: un approccio olistico per il contrasto
È in seguito intervenuto Stefano Cavanna, Avvocato, esperto di programmi di Capacity Building dell’Unione europea, già membro eletto del Consiglio Superiore della Magistratura, con un’analisi evolutiva del fenomeno e i conseguenti metodi di contrasto che si sono sviluppati dagli anni Settanta ad oggi. Iniziato come un fenomeno legato al doping e all’alterazione del risultato sportivo, la corruzione nello sport negli ultimi quindici/venti anni, si è evoluta in nuove forme che vanno dalla corruzione di funzionari di organizzazioni sportive internazionali, alla criminalità organizzata all’interno degli organismi sportivi, infiltrazioni mafiose, frodi nell’assegnazione di grandi eventi sportivi e nell’acquisizione delle relative infrastrutture, evasione fiscale e altri crimini finanziari. In questo contesto, le partite truccate legate alle scommesse illegali e al riciclaggio di denaro sono diventate fonte di grande preoccupazione, poiché le scommesse online hanno incredibilmente ampliato la capacità dei gruppi criminali di operare attraverso il dark web. Stefano Cavanna ha inoltre evidenziato un grande cambiamento nella lotta alla corruzione nello sport: «Passando al fronte opposto dell’azione di contrasto al dilagare della corruzione nello sport, possiamo osservare un approccio strategico maturato negli ultimi anni, soprattutto in seno al G20. Questa nuova prospettiva consiste nell’adottare un approccio olistico e non focalizzarsi più su singoli aspetti, settori e soggetti potenzialmente interessati dal rischio di corruzione. Fino a non molto tempo fa, invece, l’attenzione era rivolta al limitato ambito di responsabilità dell’organizzazione sportiva, trascurando quindi ogni approccio multi-stakeholder».
Dare la giusta dignità alla “corruzione zero” nell’Agenda delle Nazioni Unite
Nicola Allocca, Presidente del Comitato OCSE per l’integrità delle imprese e la lotta alla corruzione, ha illustrato il manifesto “Zero Corruption” messo a punto da Business at OECD. Se la corruzione è la malattia che impatta sul progresso delle nostre democrazie, è più utile cercare di minimizzarne l’impatto, o di sradicare il male con un vaccino efficace? Partendo da questa domanda, il manifesto sintetizza le 10 regole d’oro nella lotta alla corruzione con azioni basate sulle best practices dell’OCSE.«È un documento che coinvolge più stakeholder e che ha l’ambizione di rompere pregiudizi e barriere culturali. Può essere sostenuto da organizzazioni pubbliche e private, aziende e rappresentanti delle imprese e sarà uno dei principali strumenti per sponsorizzare il 18° SDG. La corruzione è una questione globale trasversale che dobbiamo affrontare insieme per garantire un futuro sostenibile e progressi nelle sfide a lungo termine. Se permettiamo alla corruzione di privare le prossime generazioni di risorse chiave come l’assistenza sanitaria, l’istruzione, gli standard di sicurezza e protezione, il benessere sociale e i diritti ambientali, imporremo un peso intollerabile di disuguaglianza sui nostri figli. Per questa ragione, dobbiamo avere il coraggio di dire che è possibile eliminare la corruzione e dobbiamo dare la giusta dignità alla “corruzione zero” nell’Agenda delle Nazioni Unite, incluso il nuovo 18° SDG».
Le mani della criminalità sul mondo dello sport
In chiusura, l’intervento di Giovanni Tartaglia Polcini, Presidente della SIGA, magistrato, componente del Comitato Scientifico dell’Eurispes, Consulente Giuridico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, introduce gli strumenti alla base della lotta alla corruzione: ricerca, consapevolezza istituzionale, coinvolgimento e azione concreta. «Lo sport è un fondamento sociale ed economico della nostra società, rappresenta un business da centinaia di miliardi di dollari e proprio per questo è soggetto a corruzione. L’integrità dello sport va assolutamente tutelata e preservata. Scommesse illegali, match-fixing e doping sono i metodi più utilizzati per alterare l’integrità dello sport. Le organizzazioni criminali hanno messo le mani sul mondo dello sport con conseguenze devastanti, le infiltrazioni sono sempre più frequenti e seguono lo stesso schema degli altri settori». Come illustrato da Polcini, gli illeciti legati ad eventi sportivi sono da ricondurre soprattutto a scommesse illegali, partite truccate, doping, appalti pubblici e corruzione nell’assegnazione di grandi eventi pubblici. La nuova area di rischio nello sport è invece radicata nei collegamenti tra sport, criminalità organizzata e riciclaggio di denaro e il relativo impatto in ambito pubblico e privato. L’affacciarsi della criminalità organizzata nello sport è legata a tre ragioni fondamentali: gli enormi interessi economici che ruotano intorno ad esso; il consenso che genera controllo sul territorio; la visibilità che i grandi eventi sportivi hanno su tutti i media a livello nazionale e internazionale. Come si insinuano le mafie nel tessuto economico generato dagli eventi sportivi? Il quadro tracciato da Polcini fornisce esempi quali le attività di vendita di biglietti per eventi sportivi (il cosiddetto bagarinaggio), scommesse illegali e partite truccate, e finanche la gestione di club sportivi e di strutture per lo sport. Anche dall’intervento di Polcini emerge, infine, la necessità di una lotta alla corruzione nello sport che sia globale e condivisa, con standard di integrità universali.
EURISPES