Il Tar del Lazio ha annullato il decreto del governo che aveva istituito l’obbligo, per i distributori di benzina, di esposizione dei prezzi medi dei carburanti, sì che – questo l’intento – il consumatore potesse informarsi e scegliere quello per lui più opportuno e i commercianti non facessero speculazioni più di tanto. La caratteristica dell’applicazione di questo decreto è stata la sua totale inutilità per i consumatori e un aggravio di lavoro e burocrazia per i gestori delle pompe di benzina.
Il Tar lo ha annullato perché il Ministero non ha seguito le procedure, non l’ha inviato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e non ha chiesto il parere del Consiglio di Stato.
Un annullamento per motivi formali quindi, e non nella sostanza, che però ci racconta molto del modo di procedere del governo. “Pressato” per i costi alle stelle dei carburanti, guidato dalla fretta di uscire con la “soluzione”, ha dimenticato di chiedere (o ignorato) ai funzionari ministeriali come si dovesse procedere.
A parte l’inutilità dei prezzi medi regionali dei carburanti, la vicenda ci racconta qualcosa sul metodo del Governo e sulla fretta di apparire “operativi” – peraltro inutilmente – in spregio delle regole che, in questo come in altri casi, non sono lacci alla gestione dei problemi ma presidio di legalità e democrazia.
Emmanuela Bertucci, legale, consulente Aduc