Il Sindaco Andrea Orlandi e l’intera Amministrazione comunale di Rho esprimono soddisfazione per le condanne definite dal Gup di Milano Anna Magelli nei confronti di quanti sono stati arrestati lo scorso anno in seguito all’inchiesta della DDA milanese riguardo la costituzione di una locale di ‘ndrangheta a Rho. Un ringraziamento particolare va al pubblico ministero Alessandra Cerreti e alla Squadra mobile, che hanno condotto le indagini.
Il Comune di Rho si era costituito parte civile nei processi. Nella sentenza penale viene anche accolta la sua richiesta di risarcimento danni per 30.000 euro.
Nel processo svoltosi con rito abbreviato, Gaetano Bandiera, 75 anni, uno degli storici boss della ‘ndrangheta in Lombardia, è stato condannato a 10 anni e 10 mesi. Il figlio Cristian, 48 anni, dovrà scontare oltre 16 anni. La sua assistente, Caterina Giancotti (46 anni), è stata condannata a 9 anni e 5 mesi. Antonio Procopio è stato condannato a 13 anni e 11 mesi. Per Davide Orlando, per il quale erano stati chiesti 9 anni, è arrivata una condanna a un anno e 4 mesi con l’assoluzione dall’associazione per narcotraffico. Per Alessandro Furno assoluzione dal traffico di droga e dall’associazione mafiosa ma condanna a 3 anni e 2 mesi.
Il denaro incassato con le attività illegali era stato riciclato acquistando negozi, case e attività su questo territorio.
“Se Bandiera, come rivelano le intercettazioni, diceva “La legge è tornata, la ‘ndrangheta è tornata a Rho” – commenta il Sindaco Orlandi – Noi oggi possiamo dire che la legalità è ripristinata a Rho. Come dicevo un anno fa, Rho c’è contro la ‘ndrangheta e siamo lieti che la sentenza contempli un risarcimento al Comune costituitosi parte civile: è un risarcimento alla collettività che desidera una città libera dai condizionamenti della malavita organizzata”.