“Ultras Napoli. Questione sentimentale” questo il titolo dell’esposizione di foto che si inaugura sabato mattina nella sede della Fondazione Valenzi, con il giornalista Gigi Di Fiore, autore del libro “Storia del Napoli”.
La festa dello scudetto del Napoli di quest’anno è stata vissuta come un miracolo da tutta la città con tanta passione da essere una vera e propria “questione sentimentale” che ha unito nei vicoli e nelle piazze napoletani di ogni ambiente culturale e sociale. Ultras “civili”, entusiasti ma senza violenza.
La mostra consiste in circa 50 foto di interesse socio-antropologico, realizzate da Sabrina Del Gaudio, ventiseienne laureata all’Accademia di Belle Arti di Napoli, sarà visitabile dal 25 novembre al 19 dicembre con apertura dalle ore 10 alle 17, tutti i giorni esclusi i festivi, le Domeniche e il giorno sabato 9 dicembre.
Conosciamo meglio Sabrina
Sabrina Del Gaudio fotografa antropologica e appassionata di arte, porta i lettori in un viaggio visivo unico attraverso il suo obiettivo. Laureata in Comunicazione e Didattica dell’Arte con una specializzazione in Didattica e Mediazione Culturale del Patrimonio Artistico presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, ha affinato nel tempo la sua capacità di catturare la bellezza e la complessità dell’esperienza umana. Con uno sguardo sensibile e uno spirito creativo, combina la passione per l’arte con il talento per la fotografia antropologica. Le sue immagini offrono uno sguardo intimo e autentico su culture, luoghi e momenti, narrando storie senza parole e comunicando emozioni profonde attraverso il linguaggio universale delle immagini. Al di là della sua formazione accademica, Sabrina ha esplorato molteplici sfaccettature dell’arte e delle espressioni creative, trasformando ogni scatto in una finestra aperta sul mondo. Attraverso il suo lavoro cerca di ispirare, educare e connettere le persone, credendo fermamente che ogni foto racconti una storia unica e significativa.
Sabrina, perché una ragazza che ama l’arte ha scelto di realizzare una mostra fotografica sugli Ultras del Napoli?
La passione per l’arte mi ha spinta a realizzare un progetto che va al di là della mera rappresentazione di un gruppo specifico. Il fulcro del mio lavoro artistico è il sentimento del popolo napoletano in tutte le sue sfaccettature. Ho cercato di catturare l’essenza delle persone che mi incuriosivano, che mi attiravano, e che incarnavano un’intensità emotiva unica. Le fotografie non si limitano agli Ultras del Napoli, ma abbracciano una vasta gamma di persone, ognuna con la propria storia da raccontare. Ho immortalato espressioni, gesti e sguardi che trasmettevano una moltitudine di emozioni e sentimenti. La mostra si intitola “Ultras Napoli” perché è parte di un contesto più ampio, collegato ad altri progetti che si intersecano con la complessità della vita e delle emozioni umane. Ho voluto fotografare quella “questione sentimentale” che il popolo napoletano è in grado di portare in scena sempre, anche durante una partita di calcio. La nostra energia, le nostre emozioni, la nostra dedizione sono diventate il fulcro di questo progetto artistico, che va oltre la mera rappresentazione degli Ultras come gruppo, ma si estende a un’analisi più profonda del tessuto emotivo e culturale della città di Napoli.
Per lei cosa ha rappresentato lo scudetto?
Lo scudetto, per me, ha rappresentato molto più di una semplice vittoria sportiva. Non essendo una tifosa accanita, ho vissuto questa conquista come un momento straordinario di gioia e di condivisione con la mia città. È stato incredibile vedere Napoli trasformarsi in una festa continua, in cui le strade erano piene di colori, di sorrisi e di una felicità contagiosa che ha coinvolto tutti, anche chi, come me, non era solitamente appassionato di calcio. Il mito di Maradona, intrecciato alle storie di questa vittoria, ha reso l’intero evento ancora più suggestivo. Sentire narrare infinite storie su di lui, sulla sua leggenda e sul suo impatto nel cuore dei napoletani nel corso degli anni, ha reso la vittoria dello scudetto ancora più emozionante. Vedere il leggendario numero 10 essere ricordato e celebrato in un momento così importante per la squadra e per la città è stato davvero commovente, quasi come se la sua presenza fosse ancora tangibile tra noi. Nonostante la mia non appartenenza al mondo dei tifosi da stadio, ho compreso l’importanza di questo evento anche per la mia ricerca antropologica. Lo scudetto ha offerto un’opportunità unica di osservare la gente, il popolo in una dimensione completamente diversa. Le persone erano unite da un sentimento di appartenenza e di orgoglio per la propria città, superando divisioni e differenze per celebrare insieme un traguardo così significativo. È stato affascinante vedere come lo sport possa agire come un collante sociale, come possa trasformare una comunità, portando gioia e speranza. Ha rappresentato per me un’occasione straordinaria di studio e di comprensione delle dinamiche sociali e culturali di una città così vibrante e appassionata come Napoli.
Simmetria: biologia, architettura, mineralogia, filosofia, fisica e sport: quando la bellezza di un evento si specchia nelle leggi matematiche?
La relazione tra la bellezza di un evento e le leggi matematiche può essere affascinante quando consideriamo la presenza della simmetria, un principio che si ritrova in varie forme di espressione umana, compresa l’arte e la fotografia. Nell’arte visiva, la simmetria è spesso usata per creare armonia e bellezza. Fotografi come Ansel Adams hanno sfruttato la simmetria naturale delle forme geologiche per creare composizioni visive mozzafiato. Henri Cartier-Bresson è famoso per il concetto del “momento decisivo”, ma nelle sue immagini, oltre alla capacità di catturare il momento perfetto, c’è spesso una ricerca di simmetria visiva che conferisce equilibrio all’immagine. Nel mondo umano, la simmetria è anche associata alla bellezza estetica. Studi scientifici hanno dimostrato che le persone tendono a considerare più attraenti i volti con tratti simmetrici. Questo concetto è stato riflesso anche in molte opere d’arte figurativa attraverso i secoli. Quindi, quando la bellezza di un evento si riflette nelle leggi matematiche, spesso ciò accade attraverso la presenza di simmetria. Questo principio matematico è intrinsecamente legato all’estetica e all’armonia presenti nell’arte, nella fotografia e in vari campi umani, dimostrando come la bellezza possa essere interpretata e apprezzata anche attraverso modelli e principi matematici.
Che cosa ha di speciale lo sport in una città del Sud con tanti problemi?
Lo sport gioca un ruolo molto speciale in una città del Sud che affronta diverse problematiche. È un elemento unificante che unisce la comunità in un senso di appartenenza condivisa. Molte squadre sportive locali diventano un simbolo di identità per la città, dando alle persone un motivo per riunirsi, sostenere la stessa squadra e sentirsi parte di qualcosa di più grande. In contesti dove le difficoltà quotidiane possono essere pesanti, lo sport offre una fuga temporanea e un’opportunità di speranza. I successi delle squadre locali o degli atleti possono ispirare la città, generando un senso di orgoglio e di realizzazione, dimostrando che nonostante le sfide affrontate, è possibile ottenere risultati positivi. Inoltre, lo sport ha un potenziale enorme per coinvolgere e unire persone di diverse fasce della società. Attraverso programmi sportivi inclusivi, si può promuovere la coesione sociale e insegnare importanti valori come il rispetto, il teamwork e la disciplina.
Si dice che le piazze, i cortili di Napoli hanno qualcosa di magico: si percepisce il sacrificio e lo sforzo in maniera allegra. Anche nei momenti più duri il napoletano riesce sempre a ridere… E’ davvero così?
Sì, l’atmosfera delle piazze e dei cortili di Napoli è spesso descritta come magica e particolarmente vivace. C’è una sorta di vitalità e energia che pervade questi luoghi, e molte persone sottolineano la capacità dei napoletani di affrontare le difficoltà con un atteggiamento positivo e allegro. Napoli è una città con una storia ricca e complessa, che ha attraversato momenti di grande sfida, tra cui difficoltà economiche, problemi sociali e politici. Nonostante tutto questo, molte persone notano la capacità dei napoletani di affrontare le avversità con una certa allegria, un senso di umorismo e una forza interiore notevole. Le piazze e i cortili sono spesso luoghi di incontro e socializzazione, dove le persone si ritrovano per conversare, ridere, condividere storie e supportarsi a vicenda. È in questi luoghi che emerge la resilienza del popolo napoletano: nonostante le difficoltà quotidiane, c’è una sorta di spirito combattivo e di gioia di vivere che si manifesta attraverso il sorriso, la musica, le conversazioni e l’interazione sociale. Questa capacità di affrontare le difficoltà con un atteggiamento positivo può essere vista come un modo per superare le avversità, cercando di trovare la gioia anche nelle circostanze più difficili. L’umorismo e la capacità di ridere, nonostante le sfide, sono considerati tratti distintivi della cultura napoletana. Naturalmente, ogni individuo è diverso e non si può generalizzare completamente, ma molti visitatori e osservatori hanno notato questa peculiare disposizione dei napoletani di fronte alle difficoltà. Questa resilienza e allegria nel mezzo delle avversità sono considerate parte integrante dell’identità e della cultura di Napoli.
Antonio Albanese in una intervista ha riconosciuto che la monnezza di Napoli non è un problema, piuttosto un grandioso esempio di arte povera…Al di là delle battute come siete messi a raccolta dei rifiuti?
La questione dei rifiuti è stata storicamente un problema per diverse città in Italia. Nel corso degli anni, ci sono stati periodi di crisi riguardo alla gestione dei rifiuti, con situazioni in cui la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti non sono stati adeguatamente gestiti, portando a problemi ambientali e di salute pubblica. Tuttavia, è importante sottolineare che la percezione della gestione dei rifiuti può variare notevolmente nel tempo e tra diverse aree geografiche. Molte città, inclusa Napoli, hanno lavorato e continuano a lavorare su piani e strategie per migliorare la gestione dei rifiuti, implementando programmi di riciclaggio, promuovendo la sensibilizzazione ambientale e cercando soluzioni più sostenibili.
Nella sua vita quali avversari teme?
Nella mia vita, considero gli “avversari” più come sfide da affrontare anziché qualcosa da temere. Sono orientata a considerare ogni situazione come un’opportunità per testare le mie capacità e per crescere. La competizione sana è parte integrante del mio approccio alla vita: mi sprona a dare sempre il massimo in tutto ciò che faccio, a cercare di migliorare costantemente e a raggiungere i miei obiettivi. Piuttosto che provare timore verso gli ostacoli o le sfide che si presentano, tendo ad accoglierli come possibilità di crescita personale. La presenza di avversari o sfide mi spinge a dare il meglio di me stessa, a esplorare nuove prospettive e a superare i limiti che potrei avermi autoimposto. Sono consapevole che affrontare sfide e avversari mi aiuta a sviluppare resilienza, determinazione e creatività nel trovare soluzioni. Non li vedo come ostacoli insormontabili, ma come occasioni per mettermi alla prova e dimostrare le mie capacità. La sana competizione, per me, è un motore che mi spinge a dare il massimo, sia nella sfera personale che in quella professionale. Quindi, in realtà, non credo di temere gli avversari. Al contrario, li cerco attivamente perché li considero delle opportunità per misurarmi, per crescere e per dimostrare il mio valore, giocando sempre per vincere.
Noi meridionali scegliamo spesso la famiglia come campo di osservazione privilegiato. Perché?
Innanzitutto, le tradizioni culturali del Sud spesso enfatizzano la solidarietà familiare e la coesione come valori fondamentali. La famiglia rappresenta un punto di riferimento centrale dove i legami affettivi, il supporto reciproco e la vicinanza tra i membri sono prioritari. A mio parere la famiglia svolge anche un ruolo significativo nell’identità individuale e collettiva. Tramite le tradizioni, i valori trasmessi di generazione in generazione e l’appartenenza familiare, si contribuisce a definire l’identità culturale e personale. La cultura conviviale del Sud promuove l’importanza delle relazioni interpersonali e il mantenimento di una solida rete di supporto all’interno della famiglia. Questa centralità della famiglia si riflette in una serie di valori, tradizioni e pratiche che hanno plasmato le comunità nel corso del tempo, sottolineando l’importanza dei legami familiari nelle vite delle persone.
Una volta si temevano lupi e briganti il Covid ci insegnato che oggi si teme l’ignoto. Come si può combattere l’angoscia?
La diffusione del COVID-19 ha generato un senso di incertezza e preoccupazione riguardo al futuro. Questa nuova realtà ha portato molte persone a sentirsi ansiose e spaventate dall’ignoto. Affrontare questa angoscia può essere un processo complesso, ma esistono diverse strategie per farlo. Credo sia importante mantenere un equilibrio nell’informarsi sulle notizie riguardanti la situazione. Trovare fonti informative affidabili e limitare l’esposizione a notizie continue può aiutare a ridurre l’ansia generata da informazioni in eccesso. La pratica della mindfulness e della meditazione può essere un valido strumento per affrontare l’ansia legata al futuro incerto. Ritengo che queste pratiche possono aiutare a concentrarsi sul momento presente, riducendo l’ansia relativa a situazioni al di là del nostro controllo. Mantenere una routine quotidiana può offrire una sensazione di stabilità e normalità in tempi di incertezza. Organizzare attività giornaliere, come il lavoro, il riposo, l’esercizio fisico e il relax, può contribuire a mantenere un senso di controllo sulla propria vita.
Una cosa che mi incuriosisce è la solitudine delle donne: è davvero causata da un terremoto emotivo o siete semplicemente più illuminate di noi maschietti e riflettete su errori e omissioni con maggior attenzione?
La solitudine delle donne non può essere generalizzata come causata esclusivamente da un “terremoto emotivo” o dall’essere più “illuminate” rispetto agli uomini. È importante considerare che le esperienze di solitudine possono dipendere da una serie di fattori complessi e sfaccettati, spesso influenzati dalle dinamiche sociali, culturali e di genere. Le donne, così come gli uomini, possono sperimentare la solitudine per molteplici motivi, e queste esperienze non dovrebbero essere etichettate in base a presunti tratti emotivi o riflessivi. È importante sottolineare l’uguaglianza di genere anche nell’esplorare la solitudine e le sue cause. Le differenze nell’esperienza della solitudine possono derivare da aspettative sociali e culturali differenziate imposte su uomini e donne. Le donne, in alcuni contesti, possono sentirsi più legate alle relazioni interpersonali e alle aspettative sociali di supporto emotivo, portando a una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni e relazioni. Tuttavia, è cruciale evitare di perpetuare stereotipi di genere riguardo alle esperienze emotive o riflessive. Uomini e donne possono riflettere e affrontare i propri errori, emozioni e situazioni di solitudine in modo altrettanto profondo e significativo. Inoltre, l’uguaglianza di genere non riguarda solo il modo in cui le persone sperimentano la solitudine, ma anche la possibilità di affrontarla con risorse e supporti simili. Le donne dovrebbero avere accesso alle stesse risorse e opportunità degli uomini per affrontare e superare la solitudine, senza essere giudicate o etichettate in base a presunte differenze emotive o riflessive. È fondamentale promuovere una prospettiva di uguaglianza di genere che riconosca la diversità e la complessità delle esperienze umane, senza cadere in generalizzazioni basate sul genere e senza sminuire le esperienze emotive di uomini e donne.
Sappiamo che la mostra consiste in circa 50 foto di interesse socio-antropologico: ci spiega come mai ha scelto questi scatti tra i tanti, immaginiamo, che ha realizzato?
Durante quelle giornate intense, ho catturato centinaia di scatti. È stato un momento di completa immersione nella realtà che mi circondava: volevo cogliere ogni sfumatura, ogni emozione, ogni dettaglio che caratterizzava il contesto socio-antropologico che stavo esplorando. Alla fine, mi sono ritrovata con una collezione ampia e variegata, una sorta di raccolta di frammenti di vita che volevo condividere con il mondo. La scelta dei 50 scatti per la mostra è stata una sfida stimolante. Volevo trasmettere non solo ciò che avevo visto, ma anche ciò che avevo vissuto: gli odori, i suoni, le emozioni che avevo percepito. Ho scelto quei 50 scatti in base alla componente sentimentale che trasmettevano, come se ognuno di essi raccontasse una storia profonda, una sorta di “questione sentimentale” che mi aveva colpito nel profondo. Ogni foto rappresenta una sfaccettatura diversa delle persone e della città che ho avuto la fortuna di esplorare. Ognuna di esse è come un tassello di un grande mosaico, un elemento che contribuisce a dipingere un quadro più ampio e dettagliato della realtà che ho vissuto. Spero sinceramente di essere riuscita, almeno in parte, nel mio intento di comunicare attraverso queste immagini. Ma più importante ancora, questa collezione di scatti rappresenta solo un’anticipazione di qualcosa di più ampio, di un progetto che potrebbe svilupparsi ulteriormente in futuro. Non vedo l’ora di vedere come questa esperienza possa influenzare e anticipare idee e iniziative future, magari espandendosi in un progetto ancora più vasto e significativo. La mostra è solo l’inizio di un viaggio più grande, e sono entusiasta di vedere cosa riserverà il futuro.
L’eterna domanda: essere artisti fino in fondo quanto paga?
Essere un artista è una vocazione che va oltre la semplice remunerazione economica. Molti artisti intraprendono questo percorso non solo per il salario, ma per la passione, la necessità di esprimere se stessi e condividere le proprie visioni, storie e pensieri con il mondo. Esprimersi attraverso l’arte offre un’opportunità unica di comunicare emozioni, riflessioni e messaggi significativi. Gli artisti hanno la capacità di trasmettere una storia o un pensiero attraverso forme visive, sonore, narrative o performative, influenzando il modo in cui le persone percepiscono e comprendono il mondo che li circonda. La possibilità di raccontare una storia o un pensiero tramite l’arte è intrinsecamente legata alla libertà creativa e all’autenticità dell’artista. Questa libertà consente di esplorare temi, idee e concetti che possono essere profondamente personali o socialmente rilevanti, contribuendo così alla diversità culturale e all’arricchimento delle prospettive umane. Tuttavia, quando si parla di remunerazione, l’aspetto economico dell’essere un artista può essere complesso e incerto. Molte volte gli artisti devono affrontare sfide finanziarie e instabilità nel reddito, soprattutto all’inizio della loro carriera o quando si dedicano a forme artistiche meno commerciali. In alcuni casi, gli artisti possono ottenere un buon guadagno attraverso la vendita delle proprie opere, performance o progetti artistici. Ma questo non è sempre garantito e spesso richiede un duro lavoro, perseveranza e una rete di supporto per far sì che l’arte diventi anche una fonte di sostentamento finanziario. Quindi, mentre essere un artista offre la possibilità di esprimersi e condividere storie e pensieri, la questione della remunerazione può variare considerevolmente da artista a artista. Tuttavia, la ricchezza intrinseca di poter trasmettere un messaggio o una storia attraverso l’arte, per molti, supera l’aspetto economico, portando un valore personale e culturale più profondo.