Nelle ultime settimane, Assoutenti ha presentato un esposto ad Antitrust e al Ministero dei Trasporti chiedendo di aprire un’ indagine per la verifica dei costi applicati agli automobilisti da numerosi centri di revisione italiani per il servizio di “revisione auto”.
Una spesa in capo ai cittadini che ha raggiunto nel 2022 quota 1,17 miliardi di euro per un totale di 14.877.795 revisioni auto effettuate nei centri privati autorizzati.
Molti utenti hanno ci hanno segnalato l’applicazione di voci di spesa anomale o quanto meno non previste per legge che si aggiungono al costo per la revisione periodica delle auto. Ricordiamo a tal proposito che la tariffa per revisione auto è fissata dallo Stato con il Decreto Interministeriale del 3.08.2021 n. 129 che ha disposto le nuove tariffe per le operazioni di revisione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi, di cui all’art. 80 del Codice della strada.
QUANTO COSTA LA REVISIONE DI UN’AUTO E QUALI SONO I COSTI FISSI?
Il costo fisso per le revisioni presso i centri autorizzati nel 2024 contiene le seguenti voci:
- Tariffa obbligatoria per la revisione 54,95 euro;
- IVA 22% sulla tariffa 12,09 euro;
- Diritti fissi (esente IVA ex art. 15) 10,20 euro.
Per un totale pari a 77,24 euro.
Unica “ulteriore e variabile” voce di spesa non individuata nel dettato normativo – rispetto all’importo previsto dalla legge – è quella relativa alla commissione per i pagamenti dei diritti prevista dai Prestatori di servizi di pagamento (PSP) sulla piattaforma PagoPA S.p.A., utilizzati dai centri di revisione autorizzati. Tale commissione può variare a seconda dei casi, purché l’utente/consumatore venga reso edotto dell’effettivo ulteriore importo da corrispondere mediante tariffario esposto al pubblico.
COSTI AGGIUNTIVI ILLEGITTIMI
Nelle fatture emesse a completamento delle operazioni di revisione, pari a qualche euro, molti centri di revisione applicano balzelli fantasiosi come: “Contributo smaltimento rifiuti”, “Servizio Postale”, “Spese Cancelleria”. In altri casi, le fatture indicano la voce di spesa denominata “Tariffa obbligatoria per la revisione” come una sorta di ripetizione di quanto già previsto.
Tali condotte descritte appaiono illegittime, poiché in contrasto sia con la normativa vigente in materia di revisioni, nonché in palese contrasto con la normativa in materia di concorrenza e pratiche commerciali, e proprio per questi motivi abbiamo chiesto all’Antitrust e al MIT di avviare, ognuna per quanto di propria competenza, una formale istruttoria sulla vicenda. Infine, il dato è davvero rilevante poiché la vicenda interessa oltre 14 milioni di consumatori e che se dovesse essere confermata per il solo anno 2022 ci troveremo di fronte ad una frode di circa 30 milioni di euro.