La Corte dei conti siciliana accoglie il ricorso e condanna l’Inps al pagamento delle somme trattenute…
L’Inps si accorge di aver commesso un errore di calcolo sulla pensione di un vigile del fuoco trapanese e ha richiesto indietro 3.500 euro, decurtando tale cifra dalla pensione. Non ritenendo corretto il comportamento dell’ente di previdenza, il pensionato si è rivolto allo studio legale Leone-Fell per proporre ricorso e richiedere indietro le somme sottratte. La Corte dei conti siciliana accoglie il ricorso e condanna l’Inps al pagamento delle somme trattenute.
In altre parole, l’Inps aveva accertato un indebito nella pensione di un Vigile del fuoco andato in pensione nel 2016, dopo 40 anni di servizio. Dopo ben 5 anni, nel 2021, L’Ente ha preteso di recuperare 3.500 euro a fronte di un calcolo sulla pensione non effettuato nel 2016. Ciò ha comportato una decurtazione della pensione con un forte danno al pensionato.
La Corte dei Conti della Regione siciliana, accogliendo il ricorso, ha fatto valere il principio del legittimo affidamento. Il pensionato si è infatti legittimamente affidato al calcolo pensionistico fatto nel 2016 mentre risulta illegittimo l’agire dell’Inps che si accorge dell’errore commesso dopo un lungo lasso di tempo e lo decurta automaticamente dalla pensione.
“All’esito dell’esame – scrivono i giudici – il ricorso merita accoglimento e va dichiarata l’irripetibilità delle somme richieste dall’Inps dalla data del pensionamento fino alla notifica del provvedimento di riliquidazione del trattamento previdenziale e per l’effetto, l’Istituto deve essere condannato alla restituzione delle somme trattenute sui ratei pensionistici del ricorrente”.
“Siamo lieti di questo risultato – precisano gli avvocati Francesco Leone, Simona Fell, soci fondatori dello studio legale Leone-Fell, e Davide Marceca, responsabile del dipartimento Lavoro e previdenza – perché è chiaro che l’errore in cui è incorsa l’amministrazione non poteva essere percepito dal pensionato e non è corretto che per un errore dell’Ente, sia il pensionato a pagarne le spese. Questa vittoria è la dimostrazione che l’indebito può essere contestato ed è possibile richiedere e ottenere quanto sottratto”. |