Ma veramente c’è qualcuno che crede che portare la pena per abbandono di animale per strada (con conseguenza di incidente mortale) dagli attuali due a sette anni, sia un deterrente perché gli incivili e selvaggi che se ne rendono colpevoli ci ripensino? Se invece del morto ci sono feriti, gli attuali tre mesi diventano un anno (col ferito gravissimo, da uno a tre anni).
Sentiamo l’eco nelle orecchie:
“Beh, per due anni di galera ci posso anche stare, ma per sette… no, e comunque, me la posso cavare se quella bestia la lego per bene e non provoca nessun incidente”.
E’ questo il provvedimento in discussione alla Camera (1). Per amore degli animali da compagnia (cani, gatti, furetti, conigli, serpenti, pappagalli e uccelli vari, scimmie e – perché no – cavalli, asini, pesci etc).
Sì, evidentemente il legislatore pensa che con pene maggiori il delinquente ci pensi due volte… Non gli è bastata al nostro legtislatore l’esperienza di pene stratosferiche (mannaggia, la pena di morte non si può) come per ladri, violentatori, assassini, terroristi, truffatori di diversi livelli… di cui la nostra società ne è piena e che a poco servono le super-pene (leggere le cronache nere di ogni giorno, dove ci sono alcuni legislatori con la bava alla bocca per maggiori pene anche per il reato di immigrazione clandestina…).
Insomma, è la fotografia di una società (carceraria) dove, invece di affrontare i problemi alla radice, ci si illude di curarli con schiaffi sempre più forti nei confronti dei rei e relativa espressione maschia di soddisfazione per essere tra coloro che sanno cos’è la vita.
E’ così anche per i nostri animali domestici, che continueranno ad essere abbandonati e se, putacaso, qualcuno di questi delinquenti che li abbandonano dovesse incorrere nei maggiori rigori della legge, farà crescere quello “zero virgola” che non serve a nulla.
Dobbiamo “solo” decidere se gli animali da compagnia fanno parte integrante della nostra vita e, come accade per i bambini, stimolare e creare cultura e strutture e investimenti perché non vengano abbandonati. Cultura e informazione per gli umani, dalla prima infanzia alla scuola dell’obbligo e anche dopo… certo non viviamo in un deserto dove si insegna a tirar calci ai randagi (e non solo) che si incontrano per strada, ma evidentemente (i dati degli abbandoni sono preoccupanti) ciò che si fa è troppo poco e, soprattutto, le strutture di accoglienza spesso campano solo di beneficienza e impegni marginali. Altro che sette anni di galera…
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc