La collettiva che ha entusiasmato all’Art City di Bologna si sposta a Vittorio Veneto (TV), dove sarà inaugurata il 27 aprile 2024 alle 17 presso la Rotonda di Villa Papadopoli. È una sede di notevole rilievo, adiacente a Villa Costantini Morosini Papadopoli-Aldobrandini, straordinaria villa veneta ubicata a Ceneda, vicino alla cattedrale. Anche la cornice è di grande bellezza: il parco botanico Papadopoli, progettato da progetto di Antonio Caregaro Negrin (Vicenza, 13 giugno 1821 – Vicenza, 26 dicembre 1898), celebre architetto del paesaggio vicentino.
Dopo ArtCity-ArteFiera, “Arter/Arter – Ah beh, sì beh…” proporrà a Vittorio Veneto la stessa rassegna di differenti creatività che si coniuga alle più attuali tecnologie di espressione grafica e artistica. È proprio questo particolarissimo incontro fra differenze che dialogano una di fronte all’altra la caratteristica che coinvolge di più il pubblico che vive l’esperienza proposta dall’evento curato da Edoardo Di Mauro, descritto anche in un testo di Bianca Pedace. La presenza dell’Intelligenza Artificiale nelle opere di alcuni artisti in mostra apre orizzonti inattesi nella comprensione e nell’interpretazione della storia dell’arte, il cui patrimonio di invenzioni nonché di scelte tecniche e creative diventa materia viva per nuovi percorsi originali che ci consentono di assistere alla nascita di opere generate in un vero e proprio laboratorio sospeso fra passato e futuro.
Molti altri visitatori, dunque, vivranno l’esperienza di relazionarsi con le opere di Piero Barducci, Roberto Malini, Carmine Calvanese, Angelo Shlomo Tirreno, Totò Carriello e Cateno Sanalitro. Riguardo alla presenza dell’AI, scrive il critico d’arte Edoardo di Mauro: “Una cosa è certa, le innovazioni tecnologiche, come ha insegnato Marshall McLuhan, cambiano la percezione del mondo, ampliando la gamma delle possibilità ed esercitando un’influenza sulle strutture sociali ed economiche, con inevitabili conseguenze per l’arte, che da sempre del mondo è rispecchiamento e, talvolta, anticipazione. Gli artisti partecipanti si pongono in un’ottica di collaborazione duale in cui ognuno diviene l’alter ego dell’altro, da cui il titolo ‘Arter/Arter’”.
Fra gli artisti esposti nell’occasione, Roberto Malini, che presenta cinque opere della serie “L’artificio intelligente – Arte e tecnologia recuperano i valori del Rinascimento”, create in una tecnica mista di arte generativa e pittura digitale. L’autore ha inoltre realizzato per l’occasione un “Ritratto ideale di Gaia da Camino”, prima poetessa italiana in lingua volgare e gloria del Trevigiano. Malini, scrittore e artista che alterna l’uso delle forme tradizionali a quelle tecnologiche, conduce fin dagli anni 1980 un’appassionata ricerca legata alla Computer Art. Le opere di Malini esposte alla Millenium Gallery recuperano una parte delle idee e dell’immaginario rinascimentali, replicandoli e trasportandoli nel presente con gli strumenti digitali e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. In tal modo l’artista effettua un vero e proprio viaggio nel tempo, una spedizione mirata al recupero di un pensiero incomparabile e di tecniche sempre più raffinate, riaprendo cancelli, portali e porte di botteghe-laboratorio, di corti votate alla ricerca della bellezza e delle stesse città in cui ebbe vita il miracolo culturale e artistico del Rinascimento.
Sugli artisti esposti scrive ancora Edoardo Di Mauro: “Piero Barducci e Angelo Shlomo Tirreno ritualizzano la dimensione concettuale e partecipata della Poesia Visiva e della Mail Art. Totò Cariello sviluppa il suo progetto basandosi prevalentemente su di un uso spiazzante degli stereotipi mediali, individuati e isolati nel loro essere simbolo della marginalità urbana. In Cateno Sanalitro tematiche sintoniche sono espresse con un’attenzione rivolta a quella che può essere definita una versione aggiornata dell’estetica delle rovine accanto a un repertorio oggettuale evocante la mercificazione contemporanea. Carmine Calvanese adopera la AI per fornire nuove possibilità, in termini di cromie e visionarietà, alle sue ludiche installazioni neobarocche. Roberto Malini è un poeta, scrittore e artista che usa l’AI per amplificare la portata e la definizione formale delle sue battaglie civili. Esemplare il video ‘Io sono Riceci’, dove il paesaggio, fonte di ispirazione per i maestri del Rinascimento, corre il rischio di essere deturpato e una giovane in abito d’epoca si produce in un monologo, con testo di Malini e animazione di Fabio Patronelli”.
Nella foto, “Ritratto ideale di Gaia da Camino”, di Roberto Malini