Roberta Dattilo, nata a Gaeta, in provincia di Latina, è Life Coach, a breve Operatrice esperta nel tratto dell’Alta Sensibilità e ideatrice del Percorso di cambiamento “Sensibile, Forte e Leggera”.
Appassionata oggi di scrittura, alchimia trasformativa, balli caraibici e tanto altro, dice che in passato la sua spinta reale (dietro i suoi lavori/passioni) è sempre stata quella a voler trovare una sorta di armonia interiore, da ginnasta, danzatrice, graphic designer, illustratrice.
Anni di sofferenza sono stati fondamentali per quello che fa oggi: attraverso i suoi percorsi di Coaching, accompagna le persone Sensibili che si sentono incastrate, rigide, oppresse, a sbloccarsi, a ritrovare un proprio equilibrio interiore, e a raggiungere di conseguenza i propri obiettivi.
Non amante delle etichette, dice: “Prima di tutto questo, sono Discepola della Vita. È attraverso questo, soprattutto, partendo dal quotidiano, che do il mio piccolo contributo per un mondo più Consapevole. Perché un mondo Consapevole è un mondo Vero, che ci può rendere davvero Liberi, e quindi più sereno”.
Roberta, cosa si intende per 𝐋𝐢𝐟𝐞 𝐂𝐨𝐚𝐜𝐡
Grazie per questa domanda perché c’è molta confusione a riguardo in questo periodo. Inizio con il dirti infatti ciò che non è un Life Coach.
Un Life Coach non aiuta a risolvere traumi, e non dà nemmeno soluzioni o consigli, ma propone strumenti, pone domande, apre riflessioni, fornisce cornici nuove che facilitano un cambiamento nei propri clienti (chiamati “coachees”).
È una figura che accompagna la persona nella conoscenza di sé, nello sviluppo della consapevolezza e quindi anche delle proprie risorse, per vivere una vita a livello qualitativo migliore.
Gli obiettivi che ci prefissiamo in sessione sono gli indicatori per realizzare concretamente ciò che si desidera, ma non sono il fine del viaggio, fanno semplicemente parte del processo, di “qualcosa di più grande”.
Prima di essere una figura professionale però, un Life Coach è una persona che ha lavorato e continua a lavorare molto su sé stessa, che ha una certa esperienza e consapevolezza tale da Vedere Oltre il blocco e le dinamiche disfunzionali del cliente, e che cresce insieme ai suoi coachees.
Non c’è da vergognarsi: a tutti può capitare di provare un senso d’inquietudine, che ci impedisce di vivere una vita soddisfacente e ci fa perdere vitalità ed entusiasmo… rimedi e cure?
Nel Coaching non esiste la pillola che allevia il dolore nascondendo la vera causa, oppure un procedimento uguale per tutti.
Un senso d’inquietudine può nascere da tanti fattori, varia da persona a persona, e soprattutto bisognerebbe considerare il livello di consapevolezza di chi fa la domanda per poter essere davvero utile nel processo di cambiamento della persona.
Il mio compito non è dare risposte, come accennavo prima.
Ma quello che posso dirti è che il limite ad una vita soddisfacente non è mai il senso d’inquietudine. Tutti, nessuno escluso ha momenti e periodi no.
Com’è vissuto piuttosto questo senso di inquietudine? È considerato come naturale parte del processo o come un problema?
Cos’è, per la persona in questione, una vita Davvero soddisfacente?
Il più delle volte, una vita è considerata “soddisfacente” in misura a ciò che la società può farci passare come “giusto” o “sbagliato” (anche se la nostra mente continua a raccontarci che non è così).
Con un continuo lavoro su sè stessi invece, si può scoprire che la vita che veramente può farci sentire un senso di Gioia, non ha niente a che fare con l’IDEA di ciò che per noi poteva essere una vita soddisfacente.
Uno dei primi passi importanti, ma non il primissimo, per iniziare a vivere nella nostra Vera direzione è l’Ascolto profondo di noi stessi. Potrebbe rivelarci cose davvero utili per iniziare a vivere nel nostro modo Unico di soddisfazione.
È un discorso molto ampio che va applicato diversamente nei percorsi di ognuno.
Si potrebbe iniziare a fare caso però alle attività che durante la giornata ci ricaricano e ciò che invece ci scarica.
Metterle giù su carta, servirà per comprendere qualcosa in più riguardo il nostro senso d’inquietudine, di pesantezza, e ciò che invece potrebbe farci sentire più leggeri in questo periodo della nostra vita.
Qualcuno consiglia che per curare la nostra inquietudine non ci sia rimedio migliore di un filosofo. E’ davvero così?
Purtroppo la Filosofia in questi ultimi secoli è diventata sempre meno importante, è “statica” sui libri, quando invece nell’antichità veniva messa proprio al servizio della persona.
Tutti sappiamo che era considerata una vera e propria arte di vita, uno strumento di comprensione della persona, della sua mente, della sua anima, del mondo.
È ciò che vedo in parte sintetizzato nel Coaching. Credo che il Coaching sia una vera e propria Arte nel saper Dare ciò che serve alla persona in quel determinato periodo della propria vita.
Per risponderti, posso dirti che la filosofia può essere una cura per le persone che riescono a comprenderne i significati adatti al proprio momento di vita e a farne una vera e propria pratica nel quotidiano.
Sicuramente è qualcosa che potrebbe aiutare solo le persone che Sentono una particolare affinità con questo tipo di approccio.
Oggi ci sono degli ottimi insegnanti appassionati e molto consapevoli, o filosofi che possono trasmettere tanto e anche guidare le persone in questo.
È un po’ difficile fare questo lavoro da soli, affidandosi solo ai libri di filosofia. Bisognerebbe avere tanta consapevolezza nel saper portare poi tutto nella pratica della vita quotidiana.
E, calcolando che la maggior parte delle nostre insicurezze, momenti bui, paure ecc… è dovuto proprio a standard elevati che la società odierna predilige, credo di averti dato indirettamente anche la risposta del perché la figura di un Coach oggi è davvero importante.
Ma quando un giovane dice: “Che brutti tempi, non si può fare niente!”… Deve andare dallo psichiatra?
La domanda mi fa sorridere con tanta fiducia, perché la risposta è assolutamente no, non per forza.
O meglio, ognuno ovviamente fa scelte che reputa migliori di altre per sé stesso, ma un’affermazione del genere può rivelare una negatività che può derivare semplicemente da condizionamenti limitanti.
Bisogna sempre considerare cosa sta vivendo il ragazzo in questo periodo, se ci sono situazioni o persone che influenzano i suoi pensieri e le sue azioni (nella maggior parte dei casi è così).
In questo caso, escludendo disturbi clinici, ci si può lavorare molto bene attraverso il Coaching.
Qual è la cosa più sorprendente che hai scoperto lavorando in questo campo?
Ricevo tanta Ricchezza da ogni persona che seguo. Una ricchezza in termini di gratitudine Pura, ed è qualcosa di davvero impagabile. E sembra strano, ma questo mi sorprende ogni singola volta.
Nella vita ci saranno persone che ci faranno proposte per frenare, per bloccare la nostra strada: famiglia, lavoro, carriera, università, amore… Come comportarsi in questi casi?
Innanzitutto “Sappiamo davvero qual è la nostra Vera strada?”
Partendo dal fatto che siamo consapevoli di essere sul “binario giusto”, non è mai niente e nessuno a bloccarci in realtà.
Ciò che può sembrarci un blocco da parte di qualcosa o qualcuno, un cattivo comportamento, una persona che ci fa infuriare, un amore che “non doveva capitare”, un licenziamento, o qualsiasi cosa che noi consideriamo come “minaccia”, in realtà ci sta dicendo ben altro.
Ci sta dicendo qualcosa di noi, ci sta parlando di una nostra resistenza interiore a quella situazione, parola, azione, episodio ecc.
In questi casi bisogna lavorare molto su noi stessi, in modo tale da trasformare le nostre rigidità in qualità utili per continuare a camminare più forti, flessibili e leggeri sulla nostra strada.
In questo modo non ci lasceremo più bloccare, ma saremo noi a guidare davvero i nostri pensieri, azioni, scelte ecc, con tutti gli “ostacoli” che si presenteranno ancora.
E cambierebbe ovviamente anche la relazione che abbiamo con le varie situazioni, persone ecc… I miei più grandi “nemici” sono stati i miei più grandi Maestri.
A proposto di amore e relazioni: spesso le persone raccontano di relazioni difficili, relazioni che sembrano, almeno in apparenza, relazioni di amicizia, ma che in realtà arrecano molta sofferenza, non in maniera estemporanea, quanto piuttosto con una cert a persistenza, ripetizione e ciclicità. In questi casi cosa andrebbe fatto subito?
Se una relazione è considerata difficile, è facile che la persona che sta soffrendo innanzitutto non è consapevole della dinamica (o dinamiche) in cui è incastrata. Oltre questo, non ha gli strumenti per lavorare su sé stessa.
Come accennavo prima, se qualcuno o qualcosa ci dà fastidio, ci fa male ecc… bisogna sempre rivolgere lo sguardo dentro di noi, per fare in modo di gestire il nostro malessere, la relazione che abbiamo con la situazione stessa, e la persona che reputiamo “colpevole” di farci del male.
Cosa andrebbe fatto subito?
Rendersi conto di doversi prendere la responsabilità di Agire una volta per tutte, per cambiare finalmente le carte in tavola.
Come?
Chiedere aiuto ad un esperto è il primo passo per uscirne saldi e più forti di prima.
Anch’io sono spesso seguita, soprattutto in periodi particolarmente difficili.
Non esiste una cosa specifica da fare uguale per tutti, siamo tutti molto diversi e viviamo un periodo di vita ed un percorso interiore diverso l’uno dall’altro.
Impegnandosi però, iniziando un percorso di cambiamento ad esempio, i colpi allo stomaco diventeranno solo grandissime opportunità di crescita, per poi un giorno non sentire più così tanto dolore.
E collegandomi al tema della ripetizione e ciclicità, una volta “imparata la lezione”, non avremo neanche più interesse per quel tipo di relazione in futuro, saremo sicuramente pronti per relazioni ad un altro “livello”.
Ecco che il cerchio si chiude finalmente. E arriverà per noi una relazione diversa, “adatta” per il salto che abbiamo bisogno di fare in quel determinato periodo.
Noi scrittori proviamo sempre a far rivelare ai propri personaggi trame future o dettagli che il pudore convenzionale frena: se fossi una protagonista di un romanzo quale parte interpreteresti e perché?
Senza pensarci troppo, proprio perché parliamo di “parti”, e ognuno di noi ha tante parti, mi piacerebbe interpretare la parte di una cantante con una voce incredibile, un po’ stile Giorgia o Whitney Houston.
La mia scelta credo sia dovuta al fatto che uno, sono infinitamente grata alla Musica, due, non ho ancora completamente espresso questo desiderio.
“Forse è arrivato il momento di prendere lezioni di canto?”
Sarebbe bello esprimere tutto quello che ho dentro, attraverso una voce che, oltre a illuminare per i suoi valori ecc… illumini anche attraverso la sua potenza e bellezza.
O forse il romanzo sarebbe più d’ispirazione se venisse considerata la mia “parte reale” di questo periodo, proprio perché non ho una voce alla Giorgia!
La potenza della mia voce interiore potrebbe incontrarsi con un personaggio che interpreta la parte di una cantante con una voce meravigliosa ma con un vuoto interiore.
Il nostro incontro servirà a equilibrarci a vicenda, per poter dare Voce a ciò che Siamo, con le nostre imperfezioni, la nostra Unicità.
È questo che potrà illuminare davvero altre persone, le quali di conseguenza illumineranno noi, in uno scambio continuo, tra tutti diventati protagonisti.
Come si fa a riconoscere che meritiamo di essere felici?
Chiudi gli occhi, appoggia una mano sul cuore e respira.