Come abbiamo visto il libro di Andrea Riccardi, “Il grido della pace. Perché è necessario ascoltarlo”, pubblicato dalle edizioni San Paolo, (2023), fa un accorato, insistente e appassionato inno alla pace in particolare per la guerra in Ucraina nel cuore dell’Europa. Certo tutti vogliamo la pace, che è un valore fondamentale ma occorre ricordare che va sempre invocata insieme alla Giustizia. E’ la giustizia la chiede Myroslav Marynovich, oggi vicerettore dell’Università Cattolica di Lviv e cofondatore di Amnesty International Ucraina. In una intervista pubblicata la settimana scorsa dal blog di alleanzacattolica.org, il professore rispondendo alle domande di Marinellys Tremamunno, affermava, riferendosi all’invasione russa dell’Ucraina, «Il male non si ferma mai da solo: bisogna fermarlo.
Non possiamo percorrere una via di mezzo tra il bene e il male come una ‘terza via’. NO! Dobbiamo opporci radicalmente a ogni forma di male, compreso il male politico ed economico» (“Non si può negoziare con il male”, 2.4.24) Marynovich, ha partecipato il 12 marzo scorso al Congresso internazionale “Verità, Giustizia e Libertà in un Mondo Pluri-antropologico”, tenutosi nel gremito auditorium della Pontificia Università Gregoriana a Roma.
Marynovich ha 75 anni ed è sopravvissuto a un gulag sovietico, dove ha subito sette anni di isolamento, lavori forzati e torture per mano degli agenti del KGB. Sono interessanti altri passaggi delle risposte del professore in merito alla guerra,“È evidente che l’Ucraina sta facendo grandi sforzi nella lotta per la propria libertà e indipendenza come Stato. Noi siamo ancora disposti a lottare e la percentuale di ucraini che vuole difendersi è molto alta, ma d’altra parte abbiamo una grande carenza di armi e, purtroppo, gli aiuti tardano ad arrivare. Quindi il problema non sono gli ucraini, il problema sono i nostri partner, che non possono o non vogliono aiutarci con le armi. Abbiamo un disperato bisogno di armi, non siamo preparati per una guerra di questo tipo e vogliamo chiarire che non si tratta di una guerra esclusivamente ucraina, ma non perché vogliamo coinvolgere altre nazioni, ma perché è un problema di giustizia”.
Come possono i valori cattolici aiutarci a contrastare questa situazione?
“Ciò che affrontiamo ora è il male assoluto incarnato in Russia. – ha risposto Marynovych – E, secondo il Vangelo, non possiamo servire Dio e il male allo stesso tempo, dobbiamo scegliere da che parte stare. Pertanto, il principio win-win tradizionalmente utilizzato nella diplomazia europea non è applicabile al caso di Putin. Nessuno al mondo ha applicato questa logica a Osama bin Laden perché era un terrorista. Non ci sono stati negoziati con Osama bin Laden, quindi perché dovrebbero esserci negoziati con Putin, se ha commesso molti altri crimini contro l’umanità in Ucraina? Putin è veramente un terrorista, ma poiché ha il vantaggio delle armi nucleari c’è il timore di prendere posizione. Ma quando il mondo capirà che questa logica della paura, la logica dell’appeasement con il male, è sbagliata? Ho la sensazione che Ucraina e Russia siano considerate due nazioni in conflitto che in qualche modo devono sedersi a un tavolo delle trattative. E non è così, non possiamo tollerare il male, dobbiamo affrontarlo. Il mio messaggio al mondo è: per favore, abbiate il coraggio di affrontare il male”.
E’ interessante fare riferimento a un’altra interessante intervista rilasciata da Marynovych al quotidiano Avvenire, alla domanda: In Ucraina si ritiene che l’aggressione russa abbia anche modificato la visione cristiana alla costruzione della pace. Perché?” Risponde il professore ucraino:“Da tempo si tende a sostituire il concetto di “guerra giusta” con quello di “pace giusta”. Ma, come mostra la guerra russo-ucraina, anche l’idea di “pace giusta” rischia di non rispondere a tutti i problemi che si presentano: talvolta il termine “pace”, in astratto, può nascondere interessi ben lontani dalla pace stessa. Non è possibile consentire una pace che renderebbe l’aggressione un metodo efficace per appropriarsi di territori stranieri. La pace giusta è una pace duratura. Inoltre, più crimini di guerra commette la Russia in Ucraina, più significativi diventano gli argomenti etici nella valutazione degli eventi. Pertanto le democrazie mondiali dovrebbero risolvere correttamente il dilemma “sicurezza-valori”. Se i politici ignorano i valori attraverso ingiuste concessioni all’aggressore, egli diventa arrogante ed è minore la sicurezza che otteniamo. Ed è stato Gesù a metterci in guardia su questo: “Chi cerca di salvare la propria vita, la perderà; e chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà”. (Giacomo Gambassi, Ucraina.”Grati al Papa e a Zuppi per l’impegno a liberare i prigionieri e i bambini”, 2.8.23, Avvenire)
DOMENICO BONVEGNA
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