Pesaro – Parchi eolici. Su Sasso Simone e Simoncello incombe l’ombra di sei titaniche turbine eoliche, nell’àmbito del progetto “Energia Monte Petralta”. EveryOne Group, accanto alla società civile locale, ha inviato al Governo italiano e in particolare al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica un appello urgente affinché il progetto sia cancellato, a tutela di un ambiente naturalisticamente e geologicamente delicato, nonché di un paesaggio di grande pregio, legato a una storia millenaria.
“È importante ricordare come ogni turbina installata,” scrive Roberto Malini, co-presidente dell’associazione umanitaria e ambientalista, “abbia una gigantesca base cementizia che distrugge aree importanti di territorio. Le turbine stesse, imponenti come grattacieli, annientano ogni valore paesaggistico e naturalistico. Sono causa di mortalità della fauna stanziale e migratoria. Sono insidiosamente rumorose: un suono che il vento trasporta e provoca danni, oltre che alla fauna, anche agli esseri umani. Hanno un ciclo di durata di 15 anni, dopodiché devono essere smantellate, ma non possono essere riciclate e dunque costituiscono un enorme problema, anche perché le pale rilasciano microplastiche tossiche. Il rapporto costi-benefici è perdente, se si ragiona su tutto l’arco di attività delle turbine. Vi è il concreto rischio che le società che le installano, poi le abbandonino, come giganteschi scheletri nei paesaggi”.
Prima di rivolgere alle istituzioni la richiesta di fermare il progetto, Malini specifica che “Per far funzionare le turbine servono terre rare che si trovano quasi solo in Cina: scegliere questi parchi significa legarsi mani e piedi proprio alla Cina, come già abbiamo fatto a suo tempo con la Russia. Senza tenere conto della presenza di organizzazioni pericolose, una realtà che si è sempre presentata in questo genere di progetti. Tuttavia, quello che la società civile ribadisce è la priorità di proteggere i nostri paesaggi e le nostre aree naturalistiche da progetti invasivi che costituiscono un business tanto ricco quanto irresponsabile, un business che in nome della crisi energetica umilia e devasta la nostra vera ricchezza, che sono le nostre splendide aree paesaggistiche”.