Uno spettacolo sull’omicidio di Giacomo Matteotti, nel centesimo anniversario di quel tragico evento. Di e con Maurizio Donadoni, regia di Paolo Bignamini. Il 29 aprile 2024, al Teatro Sociale di Brescia…
Uno spettacolo su Giacomo Matteotti, nel centenario dell’assassinio del deputato socialista rapito e ucciso dai fascisti il 10 giugno del 2024. E un viaggio in una emblematica vicenda storica, politica e umana, per interrogarci sul valore della democrazia.
È questo Matteotti Medley, lo spettacolo in arrivo al Teatro Sociale di Brescia, portato in scena dall’attore e autore Maurizio Donadoni e dal regista Paolo Bignamini.
In scena per la cinquantesima Stagione del Centro Teatrale Bresciano, intitolata Il mondo nuovo, nell’ambito della rassegna Nello spazio e nel tempo. Palestra di teatro contemporaneo, Matteotti Medley sarà al Teatro Sociale di Brescia (via Felice Cavallotti, 20) il 29 aprile 2024, alle ore 20.30.
Matteotti Medley è scritto e interpretato da Maurizio Donadoni e diretto da Paolo Bignamini. Le scene e i costumi sono curati dagli studenti del Biennio di Scenografia dell’Accademia di Brera (Eleonora Battisi, Gaia Bozzi, Hefrem Gioia, Martina Maria Pisoni, Giada Ratti, Valentina Silva, Alessia Soressi) coordinati da Edoardo Sanchi. Il disegno luci è di Pietro Bailo, l’assistente alla regia è Giulia Asselta.
Lo spettacolo è prodotto dal Teatro de Gli Incamminati in collaborazione con Fond’azione dopolavoro, ed è stato realizzato con il contributo di NEXT 2021.
Matteotti Medley è realizzato grazie al sostegno di Ministero della Cultura, Gruppo A2A, Fondazione ASM, Gruppo BCC Agrobresciano e ABP Nocivelli.
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Parlando a dei coetanei del tempo, un Giacomo Matteotti poco più che ventenne aveva detto: “Ogni epoca ha avuto i suoi martiri, le sue vittime, gli inutili eroi che, col loro sacrificio, hanno aperto gli occhi e la strada agli altri”.
Vent’anni dopo, il 10 giugno del 1924, in un martedì di sole, a Roma, sul lungotevere Arnaldo da Brescia, quello stesso “ragazzo” veniva rapito e ucciso da un gruppo di “arditi” del fascio milanese, squadraccia della cosiddetta “Ceka fascista”, organismo voluto da Mussolini per mettere a tacere gli oppositori interni ed esterni al fascismo.
Oggi una via, un corso, una piazza Giacomo Matteotti esistono in molte città d’Italia. E se qualcuno vuole sapere da noi come ci si arriva, gli si risponde con relativa facilità. Se però ci viene chiesto a bruciapelo chi era Giacomo Matteotti, pochi saprebbero andare oltre un generico: “deputato socialista ucciso dai fascisti nel…”, con naufragio immediato a partire dalla data esatta.
Che si sappia così poco della storia di questo “inutile eroe”, grazie al cui sacrificio – con quello di tanti altri – oggi viviamo in libertà, è un peccato. Il suo rapimento e il suo assassinio furono snodo fondamentale nell’affermazione del regime totalitario in Italia. Per qualche tempo, in seguito a quel delitto, il fascismo sembrò sul punto di “sfasciarsi”. L’occasione, com’è noto, fu persa dalle opposizioni che, ritiratesi dal Parlamento, furono disinnescate con abilità machiavellica da Mussolini che poté impunemente dichiarare di assumersi tutta “la responsabilità politica, morale, storica” – tralasciò “penale” – di quanto era avvenuto.
Matteotti Medley ripercorre questa storia – emblema di italici vizi e italiche virtù – intrecciando il racconto dei fatti nudi e (talvolta) crudi alle musiche popolari dell’epoca. Si alternano marcette squadriste, musiche da ballo e canzoni d’amore diffuse dalle radio Balilla, contraltare agli esperimenti di quella musica colta d’avanguardia che, proprio nei primi del ‘900, era in cerca, con scandalo dei benpensanti, d’inaudite sonorità.
Una narrazione d’un solo attore, ma a molteplici voci, che si espande in uno spazio scenico nitido e rigoroso: luogo dove il passato prende corpo attraverso corpo e voce dell’interprete; dove il racconto documentale si fa testimonianza funambolica tra grande storia e piccole storie. E dove ognuno di noi è chiamato a rispondere, come può o come deve, alla domanda: che valore ha, per noi, oggi, la democrazia?
Matteotti Medley
di e con Maurizio Donadoni
regia Paolo Bignamini
scene e costumi studenti del Biennio di Scenografia dell’Accademia di Brera Eleonora Battisi, Gaia Bozzi, Hefrem Gioia, Martina Maria Pisoni,
Giada Ratti, Valentina Silva, Alessia Soressi
coordinati da Edoardo Sanchi
disegno luci Pietro Bailo
assistente alla regia Giulia Asselta
produzione Teatro de Gli Incamminati
in collaborazione con Fond’azione dopolavoro
spettacolo realizzato con il contributo di NEXT 2021