Scene d’infanzia. Una co-commissione di Françoise e Jean-Philippe Billarant, Milano Musica e La Biennale di Venezia

Scene d’infanzia
Una co-commissione di
Françoise e Jean-Philippe Billarant,
Milano Musica e La Biennale di Venezia,
realizzazione informatica musicale Ircam,
in prima assoluta: “Kinderszenen” di Marco Momi,
in una coproduzione di Orchestra Sinfonica di Milano e Milano Musica

Giovedì 16 maggio 2024 ore 20.30
Venerdì 17 maggio 2024 ore 20.00
Auditorium di Milano, Largo Mahler

Marco Momi
Kinderszenen per pianoforte, elettronica e orchestra.
Prima esecuzione assoluta. Co-commissione Françoise e Jean-Philippe Billarant, Milano Musica, La Biennale di Venezia. Realizzazione informatica musicale Ircam

Robert Schumann
Sinfonia n. 1 in Si bemolle maggiore op. 38 “La Primavera”

Orchestra Sinfonica di Milano
Michele Gamba Direttore
Mariangela Vacatello Pianoforte
Serge Lemouton Ircam elettronica
Jérémie Henrot Ircam diffusione sonora

Milano Musica rappresenta un imprescindibile punto di riferimento per quanto riguarda la musica contemporanea. Una realtà fondata nel 1992 da Luciana Pestalozza, nata con lo scopo di “realizzare una presenza nel campo della musica contemporanea e concorrere allo sviluppo di nuove forme espressive”, ovvero far vivere il ricchissimo repertorio della musica d’oggi e del Novecento.
Continua la collaborazione dell’Orchestra Sinfonica di Milano con Milano Musica, che rappresenta, in ogni Stagione, un momento speciale della programmazione all’Auditorium di Milano. Giovedì 16 (ore 20.30) e venerdì 17 maggio (ore 20) arriva sul palco dell’Auditorium l’appuntamento intitolato “Scene d’infanzia”, in omaggio al brano in prima assoluta di Marco Momi presentato da Michele Gamba sul podio e Mariangela Vacatello al pianoforte, insieme a Serge Lemouton e Jérémie Henrot di IRCAM di Parigi (elettronica e diffusione sonora). Si tratta di Kinderszenen per pianoforte e orchestra con elettronica, brano in prima esecuzione assoluta, co-commissione di Milano Musica con IRCAM di Parigi e Biennale di Venezia.

Quando il grande repertorio diventa ispirazione per la contemporaneità, si annulla la distinzione tra passato e presente, e tutto diventa attuale. Il nostro bagaglio musicale ispira in questo caso il compositore non solo per il contenuto musicale, ma anche per l’atteggiamento, la postura, la linea programmatica con cui Schumann compone le sue Scene d’infanzia, raccolta pianistica datata 1838 a cui Marco Momi fa evidente riferimento nel titolo del suo lavoro:
“Questo furto sfacciato non si limita al solo titolo. Comporre delle ‘reminiscenze per adulti da parte di un adulto’ (così Schumann descrive la sua raccolta di brani per pianoforte) è un’attitudine dello scrivere del tutto particolare che forse, a guardar bene, va ben oltre il capolavoro schumanniano in sé. È possibile che sia un invito. È probabile che si tratti di un esercizio del sentire, da praticare ancora e ancora nello scrivere empatico.”

Momi prova con Kinderszenen a “guardare il mondo con gli occhi dei bambini, ricordare il nostro esserlo stati, riappropriarsi e far rivivere quel peculiare modo di coabitare il tempo”.
Un’urgenza espressiva che trova corrispondenza nel mondo di oggi, il cui tempo quotidiano, secondo Momi, “esprime con crescente chiarezza dei sintomi da infanzia del mondo: la scoperta sociale delle nuove consapevolezze (sessuali, ambientali o relazionali che siano) ci fotografa in una nuova condizione evolutiva.” Insomma, una nuova narrazione di una società disillusa di poter sovrapporre al mondo un modello d’ordine, “e in cui rimangono forti i racconti dei nonni ai nipoti”.

L’esigenza di rappresentare musicalmente tutto questo porta Momi a escogitare un’orchestrazione di grande interesse: “È con lieve verità che si muove in questo brano un pianoforte amplificato. Dal passo ingenuo e aperto alla meraviglia, i suoi gesti — anche i più fragili ed elementari — entrano nelle trame dell’antieroica orchestra che gli sta dietro e che lo accompagna nell’avventura della scoperta. Tutto intorno, i mondi elettronici di un possibile viaggio d’infanzia. Una testimonianza raccontata a mo’ di fiaba. Una memoria dell’oggi, di cosa rimarrà delle sincronie estreme, dei paesaggi subiti, dello smarrimento e dello stordimento che attraverso il tono del ricordo ci guarda negli occhi e ci inchioda al presente.”

In questo brano rivive trasfigurato lo spirito di Robert Schumann, che compare nella seconda parte del programma con una composizione tra le più singolari della sua produzione, e la cui “fulminea” scrittura ci suggerisce quell’impeto, quell’assecondare lo spirito creativo in maniera non mediata che ci rimanda in qualche modo al mondo infantile: la Sinfonia n. 1 in Si bemolle maggiore op. 38 (La Primavera), composta in soli quattro giorni, dal 23 al 26 gennaio del 1841.
Dato interessante è il fatto che Schumann fino ad allora si fosse trovato più a suo agio con le piccole forme e con gli organici ridotti: la sua produzione, dal ’30 al ’41 è prevalentemente per pianoforte solo e per voce e pianoforte, si può dire che la vera prima esperienza sinfonica sia proprio questa. Curioso l’aneddoto secondo cui Mendelssohn fu costretto a trasportare di una terza l’esordio del primo movimento, proprio per una parziale impossibilità esecutiva della scrittura originale di Schumann.
Secondo quanto risulta dal frammento di una lettera del musicista conservato nella civica biblioteca di Lipsia, l’idea ispiratrice della sinfonia op.38 fu un’ode alla primavera di Adolf Böttger. La freschezza creativa, la spensierata leggerezza dei suggelli tematici di quest’opera sono in parte spiegate dai sottotitoli assegnati ai vari movimenti (e mutuati dalla ode di Böttger), ma successivamente rimossi: Risveglio della primavera – Sera – Compagni di lieti giochi – Piena primavera.
“Non finirei mai di parlare delle gemme, del profumo di viole, delle fresche foglie verdi, degli uccelli svolazzanti che si sentono rivivere ed agitarsi attraverso la musica, nella sua forza giovanile”, afferma lo stesso Schumann, quasi una linea programmatica dello stupore quasi infantile che si avverte anche nella sua luminosa scrittura.

La Stagione 2023/2024 dell’Orchestra Sinfonica di Milano è realizzata con il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Lombardia, del Comune di Milano, di Fondazione Cariplo e dei Fondatori Promotori Città Metropolitana di Milano, Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi, Banco BPM e Intesa Sanpaolo.
Conferenza introduttiva
Il concerto di giovedì 16 maggio sarà preceduto, alle ore 18.30, dall’incontro pubblico Il mondo di Schumman, i mondi di Momi con Marco Momi in dialogo con Stefano Lombardi Vallauri e Paolo Petazzi in occasione della prima assoluta di Kinderszenen, nel Foyer della Balconata dell’Auditorium di Milano.
Biglietti
Intero: 40 € in platea, 30 € in galleria. Over 60 e Convenzioni: 30 € (platea), 22 € (galleria). Under 30 e Sostenitori: 20 € (platea), 15 € (galleria).
I biglietti sono in vendita presso la biglietteria dell’Auditorium di Milano, oppure online su Vivaticket.
Orari biglietteria Auditorium di Milano: Martedì-Domenica, 10 – 19.
Recapiti: T. 02 83389.401, e-mail: biglietteria@sinfonicadimilano.org.