Se il “pensiero sostenibile” combatte il “pensiero critico”

Che la scuola italiana abbia seri problemi, oggi, dovrebbe essere evidente a tutti. Uno di questi, è certamente il fatto che dietro l’obiettivo di “educare la cittadinanza” alla sostenibilità insieme ad altri “fondamentali obiettivi comuni” previsti nell’Agenda 2030 (laddove si afferma il principio secondo cui il modello attuale di società risulterebbe essere insostenibile sul piano ambientale, su quello economico e sociale), lo “scopo” risulta essere diverso.

Infatti, quello che “Essi” definiscono “pensiero sostenibile”, e che non ammette il confronto su altre possibili soluzioni ai problemi descritti nell’Agenda, altro non è che l’indottrinamento al “pensiero unico”. Il “pensiero critico” (che dovrebbe essere lo scopo finale dell’istruzione, attraverso cui i nostri ragazzi possono diventare persone che pensano in modo autonomo e non si lasciano contagiare dalle “idee” in voga o da quelle manipolatrici che alcuni gruppi di persone vogliono imporre), viene così “asfissiato” da lezioni tutte uguali che richiedono il solo ripetere a pappagallo ciò che è scritto sui vergognosi libri di testo o ciò che dice l’insegnante e, l’adeguarsi a concetti (cancellazione della fame nel mondo, benessere per tutti, riduzione delle diseguaglianze, lavoro dignitoso per tutti etc. etc.), che “fanno chic e non impegnano”, a ben osservare cosa sta accadendo nel Mondo, proprio per mano di coloro che hanno voluto e scritto l’Agenda (dettata dal WEF).
In una società progettata per dirci cosa fare o non fare e soprattutto cosa pensare, è deleterio insegnare a pensare. In una siffatta società, non è importante quello che pensi, ma come pensi e questo, implica l’essere in grado di interpretare dati, fatti e avvenimenti, analizzare le idee, le intenzioni, gli argomenti per poter giungere a una conclusione personale.
Secondo voi, la scuola, oggi, è capace di fare questo? Intanto in Puglia si sono inventati il #dissensoinformato, la sperimentazione di questo nuovo concetto che ci riporta al “bipensiero” e alla “neolingua” creata da Orwell, naturalmente avverrà nelle scuole e nelle Università italiane.
bilgiu