OFFICINA DELLE ARTI PIER PAOLO PASOLINI: IL SUONO DI ELVIRA, spettacolo a cura di EMANUELE COEN

Giovedì 6 giugno, ore 21, sul palco dello storico Teatro Eduardo De Filippo di Officina Pasolini, il Laboratorio di Alta formazione artistica e HUB culturale della Regione Lazio diretto da Tosca, andrà in scena Il suono di Elvira, spettacolo a cura di Emanuele Coen che lo ha tratto dal suo romanzo La figlia del Vesuvio.

Libro e spettacolo raccontano la storia di Elvira Notari, la prima regista del cinema italiano. Emanuele Coen ha scoperto questa straordinaria e poco conosciuta figura mentre realizzava un reportage sui film e le serie TV ambientate a Napoli.

Elvira Notari, nata a Salerno nel 1875 e scomparsa a Cava de’ Tirreni nel 1946 in carriera ha realizzato, dal 1906 al 1929, oltre sessanta film e centinaia di documentari, andati quasi tutti perduti, e non ha mai rilasciato un’intervista. Per questa ragione, a parte la sua produzione artistica, è praticamente ignota la sua vita personale ed emotiva. Coen cerca di colmare questo mistero e questo vuoto attraverso la finzione del romanzo e dello spettacolo.

Protagonista sul palco sarà l’attrice Cristiana DellAnna che, dopo aver conquistato di recente l’America interpretando San Francesca Cabrini, la santa patrona degli emigranti e fondatrice della delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, a maggio è uscita nelle sale cinematografiche con Una storia nera di Leonardo D’Agostini al fianco di Laetitia Casta. A seguire, avrà luogo una performance musicale con Gabriele Coen ai clarinetti, Federico Placidi (live electronics) e David Quintarelli (visuals), che suoneranno dal vivo sul film di Elvira Notari Napoli sirena della canzone (1929).

 

Determinata, creativa, risoluta, Elvira Notari all’inizio del Novecento ha guidato da protagonista il boom della settima arte. Eppure oggi il suo nome è noto solo tra gli addetti ai lavori e sconosciuto al grande pubblico.

Una storia in gran parte avvolta nel mistero, anche perché della sua vasta produzione restano solo tre lungometraggi e nessuna intervista.

Partita dal nulla, cresciuta in una modesta famiglia di Salerno, si trasferisce a Napoli nel 1902. Conosce il marito Nicola mentre l’industria audiovisiva sta per decollare, insieme mettono in piedi un laboratorio specializzato nella stampa, titolatura e coloritura delle pellicole. Un salone gremito di operai, donne e uomini, che assomiglia a una manifattura tessile. Abile e spregiudicata nel cogliere le opportunità che si schiudono giorno dopo giorno, abituata a comandare, soprannominata “la marescialla”, Elvira è capace di intessere relazioni, spinta dalla voglia di affermare se stessa e fare il bene della propria famiglia. Realizza decine di film e cortometraggi raggiungendo un successo straordinario in Italia e negli Stati Uniti prima del declino rapido e inesorabile.

Il testo La figlia del Vesuvio (ed SEM) di Emanuele Coen, in cui la finzione della letteratura si mischia a un meticoloso lavoro documentario basato su fonti consultate in archivi sparsi tra l’Italia e l’America, restituisce al pubblico una figura irripetibile, offuscata dalla polvere del tempo ma che brillerà per sempre, luminosa come la luce di un proiettore.

“Non ne avevo mai sentito parlare – racconta l’autore – Mi è sembrata da subito una storia straordinaria. Nelle settimane successive mi sono documentato, ho realizzato che si trattava di una figura di riferimento per gli addetti ai lavori, gli esperti di cinema, ma assolutamente ignota al grande pubblico. E agli stessi napoletani. Basti pensare che durante la sua carriera, oltre sessanta film e centinaia di documentari andati quasi tutti perduti, non aveva mai rilasciato un’intervista. O meglio, nessuno gliela aveva chiesta. Non si sa cosa pensasse, quali emozioni provasse, la sua vita per certi aspetti resta un mistero. Dunque, la sfida è stata colmare quel vuoto attraverso la finzione, il racconto immaginario della sua esistenza. In un certo senso la parte inventata del romanzo è quella più autentica. Il personaggio di Elvira è molto più ricco della persona che conoscevamo”.

OFFICINA DELLE ARTI PIER PAOLO PASOLINI

Ingresso Teatro Eduardo De Filippo: Viale Antonino di San Giuliano 782/angolo Via Mario Toscano, a pochi passi da Ponte Milvio.