Da domani occhi puntati sui campi di calcio dove si disputerà il Campionato europeo. Ma la partita più importante è quella che si gioca lungo la linea che segna il confine dell’UE. A giocarla sono i minori migranti che rischiano di essere bloccati o respinti alla frontiera, fuori da un campo di gioco, quello europeo, dove è diventato quasi impossibile entrare. Come per chi si trova fuori dalla linea di bordo campo.
L’Unione Europea è di fronte alla sua partita decisiva, per vincerla deve dimostrarsi campione di solidarietà offrendo supporto e protezione ai bambini e alle bambine in cerca di protezione: solo rimanendo fedele ai propri valori fondativi può arrivare alla vittoria.
Alla vigilia del fischio di inizio, Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro, ricorda che la vera sfida degli europei non si gioca negli stadi di calcio, ma è quella dei diritti al confine con l’Europa, dove migliaia di minori sognano solo di essere bambini. Nel 2024 in Italia sono sbarcati finora 3.029 minori stranieri non accompagnati[1], il 13% del totale degli arrivi via mare (22.944). Nello stesso periodo dello scorso anno, i minori stranieri non accompagnati arrivati via mare erano l’11% (6.151) del totale degli arrivi (55.662)[2].
In occasione degli Europei di calcio, Save the Children, lancia la campagna “La partita decisiva” per accendere i riflettori sulla dura realtà affrontata dai minori migranti durante il loro viaggio, invitando i tifosi che sosterranno con passione la propria squadra a mobilitarsi affinché l’Unione europea possa rivelarsi campione di solidarietà, offrendo aiuto e protezione a bambini e bambine in fuga da guerre, violenza e povertà.
“I conflitti, gli eventi estremi causati dalla crisi climatica, la crescente povertà rappresentano una minaccia senza precedenti per il benessere e lo sviluppo dei minori, in diverse parti del mondo. Milioni di loro, spesso non accompagnati, sono costretti a lasciare le proprie case alla ricerca di protezione e di una vita migliore. Lungo il viaggio affrontano rischi e violenze indicibili. Anche quelli che arrivano in Europa, spesso trovano condizioni di accoglienza e di inclusione non adatte, e politiche di deterrenza che rischiano di renderli ancora più vulnerabili e potenziali vittime di tratta e sfruttamento. Le istituzioni europee devono mettere i minori al centro delle scelte che guideranno l’implementazione del Patto europeo Asilo e migrazione” ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children.
Lo scorso dicembre è stato raggiunto un accordo tra il Parlamento europeo e i governi europei sulla riforma del sistema di migrazione e asilo (il cosiddetto Patto europeo Asilo e Migrazione), approvato definitivamente a maggio, che rischia di peggiorare ulteriormente la condizione dei minori stranieri in UE. Le nuove norme, infatti, minano il diritto di asilo dei minori e delle famiglie in Europa e li mettono anche a rischio di detenzione, respingimenti e violenze alle frontiere. Con il Patto, gli Stati membri hanno deciso di dare priorità alla limitazione dell’accesso in UE rispetto alla protezione dei minori in fuga da conflitti, persecuzioni, fame, matrimoni forzati e povertà estrema. Esiste il rischio concreto che le famiglie, anche quelle che viaggiano con bambini molto piccoli, finiscano per trascorrere settimane o mesi nei centri di detenzione ai confini dell’Unione europea. Save the Children, dunque, chiede alle istituzioni europee e agli Stati membri che le decisioni prese dalle autorità nazionali in merito alle procedure di frontiera e ai sistemi di monitoraggio diano priorità alla protezione dei minori e che vengano adottate misure per affrontare e ridurre al minimo eventuali rischi che potrebbero ledere i loro diritti. L’Organizzazione chiede di trattare ogni minore migrante con dignità, di porre fine alle violenze e alle violazioni dei diritti ai confini dell’UE, anche assicurando un efficiente e indipendente meccanismo di monitoraggio alle frontiere, e di cooperare per salvare vite umane in mare mediante un sistema strutturato e coordinato di ricerca e soccorso. Analogamente, chiede di assicurare vie di accesso regolari e sicure.
A sostenere la campagna “La partita decisiva”, lanciata oggi da Save the Children, ci saranno anche personalità dello sport, il giocatore della nazionale Federico Chiesa, il campione del mondo e commentatore sportivo Marco Tardelli, l’ex giocatore di Inter e Nazionale Nicola Ventola e il giornalista e commentatore sportivo Gianluca Di Marzio. La campagna è stata realizzata da Save the Children, insieme alla content factory Mambo e all’agenzia di comunicazione creativa Together.
Save the Children interviene nelle principali aree di frontiera e di arrivo via mare dal 2008 con staff specializzato per fornire immediata assistenza, protezione e supporto ai minori migranti soli e alle famiglie in arrivo e in transito. Save the Children è, inoltre presente con una rete di centri diurni a bassa soglia, i centri CivicoZero, a Roma, Milano, Torino e Catania, per minori stranieri non accompagnati e neomaggiorenni, e ha attiva dal 2016 una Helpline per i minori migranti, un servizio telefonico gratuito e multilingue.