E’ l’interesse di tutti che crea una Nazione… Ma chi lo spiegherà alla Meloni e Salvini?

Ieri l’aula della Camera, ha dato il via libera definitivo al ddl sull’autonomia differenziata, che, secondo il ministro e vice premier (nonché segretario della Lega), Matteo Salvini, renderà l’Italia un paese più efficiente e moderno e soprattutto con meno sprechi e più servizi da Nord a Sud (Giorgetti gongola).

Quindi la Lega, che oggi è al governo col 9% di consensi sul 40% dei votanti, ha ottenuto più di quanto auspicava Bossi. Questo “risultato” proviene da lontano, correva infatti l’anno 1997, quando durante il primo governo Prodi si diede vita alla prima bicamerale sul tema. Due anni dopo nel 1999, presidente del Consiglio era Massimo D’Alema (la Lega, disse mister “fu-fu” è una costola della sinistra, riferendosi a Bossi che aveva fatto cadere il governo con a capo Silvio Berlusconi), e il lavoro della commissione sfociò in una proposta di legge che si tradusse in un referendum. Il 7 ottobre 2001, dieci milioni di cittadini italiani (solo il 34% degli aventi diritto al voto), si recarono alle urne,
confermando con il proprio si la riforma, trasformata in legge dall’allora Governo Amato, ampliando a dismisura le competenze regionali e degli enti locali minori.
Riforma, che sin da subito risultò non idonea a raggiungere gli obiettivi preposti, infatti, non ha migliorato per niente i servizi che fino ad allora erano stati svolti dallo Stato, e diede vita a una maggiore burocratizzazione amministrativa. In relazione alle materie e competenze trasferite alle Regioni, invece, ciò che si è ottenuto è stato l’aumento della spesa pubblica (tagli e peggioramenti dei servizi/privatizzazioni), rispetto al passato, alla quale sono seguite nuove tasse e imposte e la caduta verticale della fiducia dei cittadini nella classe politica italiana.
Tutto ciò era risaputo fin dall’inizio (basta andare a leggersi le cronache di quei giorni), ma la riforma, venne giustificata dal fatto che la “sinistra” doveva frenare le spinte federaliste, portate avanti dalla Lega, e quindi combatterla sul suo stesso terreno per poterla emarginare. Insomma una specie di “la cambiamo da dentro” ante litteram.
Oggi la “sinistra” si comporta come la “Bella addormentata nel bosco”, si indigna per il ddl sull’autonomia differenziata, alza le solite inutili barricate (a uso e consumo dei suoi fedeli sostenitori), e dimentica che il risultato odierno, è la naturale conseguenza di ciò a cui hanno dato vita con la riforma del Titolo V.
Mentre, la Lega di Salvini, può gioire, portando su un piatto d’argento al vecchio Bossi, il risultato per cui era nata la Lega, dividere il Paese. La cosa ancora più grave è però, a mio avviso, il fatto che glielo abbia fatto realizzare un partito che si definisce di destra, (FdI, partito di maggioranza dell’attuale governo Meloni il partito della Meloni), che parla di patria e sovranità.
Il Ponte sullo Stretto (lo specchietto per le allodole), è servito e serve a distrarre l’attenzione dei cittadini del Sud su quanto stavano, programmando per tenerli distinti e distanti e in guerra tra loro, grazie anche ai vari kapò che rappresentano la Lega in Sicilia.
I due primi “attori” (la Meloni e Salvini), si sono divisi il Paese, con la complicità della sinistra e la propaganda dei media. Domani si dirà che l’operazione è riuscita ma, il paziente è morto.
bilgiu