di Andrea Filloramo
La notizia della morte del prof. Tanino Tortorella ha prodotto non solo in me ma in quanti l’hanno conosciuto un profondo senso di vuoto. Per tanti anni ho goduto, pur vivendo lontano, della sua amicizia, nata moti anni addietro, quando, da giovani, ambedue operanti attivamente nell’Azione Cattolica diocesana, eravamo impegnati a far scoprire agli adolescenti il senso e il gusto della vita cristiana.
Da questo impegno probabilmente è nata la sua vocazione professionale, che poi ha vissuto intensamente e con eccellente competenza, tanto da diventare un luminare della neuropsichiatria infantile.
Molte cose potrei dire su gi lui, ma lascio a la parola molti che l’hanno stimato e amato .
Mi riservo soltanto dì fare una semplice considerazione sulla sua esperienza umana e professionale e colgo una virtù sulla quale Tanino Tortorella ha fondato tutta la sua vita e che ha saputo trasmettere agli altri.
Si tratta della pacatezza che ha sempre dimostrato in tutti i momenti della sua esistenza.
Egli con la sua testimonianza ci ha insegnato che la pacatezza è una grande virtù che dà serenità, di cui tutti abbiamo bisogno.