La “sinistra” di Melenchon ha vinto in Francia. Quale impegno e quale speranza di felicità per l’Italia?

La “sinistra” di Melenchon che ha vinto in Francia (altra cosa sarà formare un Governo), lo ha fatto promettendo di realizzare questo programma:

– blocco prezzi beni di prima necessità e energia
– aumento del salario minimo
– età pensionabile a 60 anni
– aumento imposte su reddito, proprietà e eredità
– tassazione multinazionali.
Un programma decisamente condivisibile e di grande impatto sociale, che però, contrasta con le riforme di bilancio richieste dalla Commissione €U. La Francia infatti, ha un debito pubblico di ben oltre il 100% del Pil che, nel solo 2023, è aumentato del 5,5% (il doppio del limite massimo che è del 3%), portandolo a oltre 3.000 miliardi di €uro (circa duecento miliardi in più dell’Italia). A questo va aggiunto l’enorme mole di “debito privato” che sfiora il 270% del Pil (il doppio di quello italiano), e la procedura d’infrazione in corso, per eccesso di debito.
Con questi numeri e le “richieste” della Commissione €U, per il nuovo governo francese sarà difficile, se non impossibile, realizzare anche solo una parte dell’ambizioso programma politico, per il solito “annoso” problema, mancano i soldi e quelle misure costano parecchio.
La “sinistra” italiana da ieri esulta, la marea nera è stata fermata, dicono. Premesso che disprezzo in egual misura, tutti quelli che “oddio il pericolo fascista!” e quelli che mettono “comunista” in ogni c…. di frase, li reputo deboli menti plagiate, mi chiedo: questa dualità indotta, oggi, a chi serve?
A ben pensarci si scopre che il comunismo senza lotta di classe non è comunismo, e la lotta di classe è stata fagocitata dalla lotta per i “diritti estetici”, lasciando così il posto a “la sinistra” odierna. Il fascismo non esiste più, esiste il liberismo e il libero mercato quindi “la destra”. Entrambi gli schieramenti però, sono sottomessi al “vincolo esterno” e più in generale, al globalismo plutocratico odierno.
Nessuno dei due schieramenti può fare scelte “politiche autonome” che vadano contro le “indicazioni” delle élite globaliste che hanno nelle mani il potere economico/finanziario. La dualità, quindi, serve solo e soltanto ai partiti che cercano in ogni modo di mantenere un minimo di credibilità davanti al proprio elettorato, necessaria per poter gestire il potere “conto terzi”. Dove i terzi non sono certamente i cittadini.
bilgiu