Sono tornati a crescere gli atti intimidatori nei confronti degli amministratori, delle amministratrici locali e del personale della Pubblica Amministrazione in Italia: nel primo semestre del 2024 sono stati 193 i casi censiti, un aumento del 20,6% rispetto allo stesso periodo del 2023, quando furono 160.
Colpiti 16 territori regionali, con una particolare recrudescenza del fenomeno in Campania (34 casi, prima regione d’Italia) e Veneto (19 casi, la più colpita del Centro Nord e al quarto posto a livello nazionale).
Preoccupa soprattutto quanto registrato nel corso dell’ultima campagna elettorale, che ha visto oltre 3.700 Enti locali chiamati a rinnovare i propri consigli comunali: il 17% dei casi censiti di minacce e intimidazioni nel periodo considerato sono stati rivolti a candidate e candidati alle elezioni amministrative tenutesi a giugno.
«Si tratta di episodi sparsi su tutta la Penisola, che in alcuni casi hanno una chiara matrice criminale, ma in altri contesti sono il frutto avvelenato di campagne elettorali cariche di tensioni, esacerbate nei toni, in cui la violenza verbale – e talvolta fisica – viene sdoganata come mezzo per esprimere critica e dissenso estremo. Le decine di casi che abbiamo registrato nel corso della recente campagna elettorale confermano quanto Avviso Pubblico denuncia da tempo attraverso l’annuale Rapporto Amministratori sotto tiro: i mesi che precedono le elezioni amministrative sono tra quelli più delicati e necessitano di un monitoraggio particolarmente scrupoloso da parte delle Istituzioni e degli organi preposti a garantire la sicurezza sui territori», commenta Roberto Montà, Presidente di Avviso Pubblico.