“La notte dipingevo quadri rossi”: un successo l’inaugurazione della mostra di Trani dedicata all’arte yiddish

L’inaugurazione della mostra “La notte dipingevo quadri rossi” ha segnato un momento culturale di grande rilievo per la storia dell’arte e la memoria della persecuzione nazista nei confronti degli ebrei dell’Est europeo. Dedicata a tre grandi pittori yiddish sopravvissuti alla Shoah – Jacob Vassover, Samuel Shmutler e Simcha Nornberg – l’evento ha visto la collaborazione tra la Fondazione S.E.C.A. e la Fondazione Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria (ILMC) di Barletta, con il patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Il Museo Memoriale Yad Vashem di Gerusalemme ha trasmesso a propria volta i suoi auspici agli organizzatori, conferendo ulteriore prestigio alla manifestazione.

La conferenza stampa, tenutasi nella Sala Conferenze del Polo museale in Piazza Duomo, a Trani, ha visto la partecipazione di rappresentanti della stampa e delle televisioni locali. Il maestro Francesco Lotoro della Fondazione ILMC, il poeta e mecenate Roberto Malini e il dott. Graziano Urbano, direttore del Polo museale, hanno illustrato il significato profondo dell’evento, intervistati dalla giornalista Floriana Tolve. Sono intervenuti anche Natale Pagano, segretario generale, e Isabella Ciccolella, presidente della Fondazione S.E.C.A.

Successivamente, Malini ha presentato le 23 opere in mostra presso l’ex Sinagoga Scola Grande – Museo di Storia Ebraica, coinvolgendo un pubblico numeroso e interessato. Malini ha condiviso i momenti salienti delle esistenze e del lavoro artistico di Vassover, Shmutler e Nornberg, uniti dall’esperienza devastante della Shoah, in cui persero molti loro cari, e dalla loro incrollabile dedizione all’arte.

Aldo Patruno, direttore del dipartimento Cultura e Turismo della Regione Puglia, presente all’evento, è rimasto profondamente colpito dal valore artistico e testimoniale delle opere esposte. Informato che la collezione completa raccoglie oltre 200 opere di grande qualità, rappresentative delle comunità ebraiche in Europa prima dello sterminio e dei sopravvissuti, Patruno l’ha definita nel suo saluto agli intervenuti come “una pinacoteca di enorme valore internazionale, da preservare e porre al centro di importanti progetti di cultura ed educazione”.

La mostra, che proseguirà fino al 12 settembre (apertura da martedì a domenica, ore 9:30–13.00, 16.00–19.00), offre una rara occasione per immergersi nel mondo degli shtetl e delle tradizioni ebraiche dell’Europa orientale, attraverso gli occhi di artisti che hanno trasformato il dolore in arte. Il pubblico ha reagito con vivo interesse e autentica commozione, riconoscendo nelle opere esposte non solo il ricordo di un mondo annientato dall’odio, ma anche un potente monito contro l’oblio attraverso la bellezza universale della grande arte.

Il catalogo della mostra, arricchito da una memoria di Jacob Vassover e un’introduzione di Roberto Malini, rappresenta un ulteriore strumento per approfondire la conoscenza di questi artisti e del loro contesto storico. Come ha sottolineato Aldo Patruno nel suo discorso, “è importante che la collezione d’arte donata da Malini alla Fondazione ILMC di Barletta sia presto integrata – accanto alle preziose partiture, ai manoscritti, agli strumenti recuperati dai lager dal maestro Francesco Lotoro – nella Cittadella di Barletta, il polo culturale dedicato alla musica e all’arte concentrazionaria che è da anni nei progetti delle istituzioni e che è prioritario si trasformi in una realtà, attraverso il restauro e la valorizzazione della storica ex distilleria di Barletta”.

 

Nelle foto di Steed Gamero: al tavolo della conferenza stampa, da sinistra, Floriana Tolve, Roberto Malini, Francesco Lotoro, Graziano Urbano