Si è conclusa la visita a Lampedusa di una delegazione di rappresentanti dell’UNHCR, Agenzia ONU per i rifugiati, e UNICEF, Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, che ha visitato l’hotspot ed incontrato il Sindaco, rappresentanti della Prefettura e Questura di Agrigento, il Direttore dell’ASP di Palermo, della Guardia Costiera e Guardia di Finanza, e della Croce Rossa.
Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino e Nicola Dell’Arciprete, Coordinatore per l’Italia dell’Ufficio UNICEF per l’Europa e l’Asia centrale, hanno riscontrato con favore i rapidi e regolari trasferimenti dall’isola e sottolineano la necessità di prestare particolare attenzione alle persone con bisogni specifici, incluso i minorenni, affinché vengano prontamente individuate e accolte in strutture adeguate. UNHCR e UNICEF auspicano inoltre che le nuove procedure di identificazione si svolgano nel rispetto dei diritti delle persone di minore età, garantendone l’ascolto e adeguato supporto, anche in termini di mediazione linguistica.
Nel 2024 l’isola di Lampedusa si conferma come il principale punto di arrivo per i rifugiati e i migranti che percorrono la rotta del Mediterraneo centrale. Al 15 luglio, oltre 30 mila richiedenti asilo e migranti sono sbarcati sulle coste italiane, di cui 3.700 minori stranieri non accompagnati[1]. Guardando agli arrivi, è evidente il calo rispetto a quanto registrato nell’anno precedente. Resta molto alto però il numero di persone morte e disperse nel Mediterraneo Centrale, quasi 900 da gennaio a oggi secondo gli ultimi dati[2].
UNHCR e UNICEF continuano a supportare con team dedicati le autorità italiane, in collaborazione con le agenzie nazionali ed europee e gli altri partner, per fornire informazioni ai nuovi arrivati, assicurare loro accesso al territorio e alle procedure di asilo, per una pronta individuazione e la tempestiva presa in carico dei minorenni e delle persone più vulnerabili presso servizi e cure specializzati.
“Il numero delle persone con vulnerabilità che arriva a Lampedusa o in altri porti italiani è in aumento. Rifugiati e migranti continuano ad affrontare forme estreme di violenza, violazioni dei diritti umani e sfruttamento non solo in mare, ma anche sulle rotte terrestri attraverso il continente africano, verso le coste del Mediterraneo. Questo è in parte il risultato del deterioramento delle situazioni nei Paesi di origine e in quelli di accoglienza – con il divampare di nuovi conflitti nel Sahel e in Sudan, l’impatto devastante dei cambiamenti climatici e delle catastrofi su emergenze nuove e protratte nell’Est e nel Corno d’Africa, nonché manifestazioni di razzismo e xenofobia che colpiscono rifugiati e migranti. In particolare, una gran parte delle donne che arriva in Italia è stata vittima di violenza sessuale o di abusi, e apprezziamo il lavoro svolto nel garantire loro primissima assistenza con cura ed attenzione. È urgente quindi che la procedura di trasferimento dall’isola comprenda un sistema efficace di identificazione e di pronto soccorso delle persone vulnerabili”. Chiara Cardoletti, Rappresentante per l’Italia, la Santa Sede e San Marino dell’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati.
“Abuso, sfruttamento, violenza caratterizzano il vissuto dei minorenni che arrivano spesso in Italia da soli. Di fronte a questa situazione è necessario garantire un’adeguata accoglienza e supporto psicosociale. In particolare, le ragazze e le donne che incontriamo a Lampedusa e in altri luoghi di sbarco o centri di accoglienza sono spesso sopravvissute a violenze di genere, sono casi che richiedono un supporto immediato e qualificato, così come tanti ragazzi sottoposti a violenze estreme, incluse quelle sessuali. Oltre ai minorenni soli, incontriamo tante famiglie con bambine e bambini di ogni età che hanno bisogno di supporto per crescere in un ambiente familiare protettivo e avere accesso all’istruzione e ai servizi sanitari. Come UNICEF continuiamo a lavorare a fianco alle istituzioni a livello nazionale e locale per supportare una adeguata presa in carico in particolare dei casi più vulnerabili.” Nicola Dell’Arciprete, Coordinatore per l’Italia dell’Ufficio UNICEF per l’Europa e l’Asia centrale.