“EUDORA VIOLINIST”: QUANDO UN VIOLINO TI CAMBIA LA VITA…

Eudora Nasato é una violinista italiana di 21 anni nata a Treviso. La sua é un’energia contagiosa grazie a una passione che trascende le corde del suo violino. Il percorso artistico di Eudora, arricchito da un impegno costante e da una dedizione incondizionata alla musica, l’ha portata a esibirsi in oltre 30 concerti l’anno, attirando un pubblico di oltre 10 Mila spettatori in discoteche, night club, luxury events, eventi aziendali… e molte altre tipologie di eventi; consolidando così la sua crescente reputazione in tutta Italia. Eudora inizia a studiare violino all’età di 8 anni, si diploma al Liceo Musicale di Castelfranco Veneto: e continua gli studi al Conservatorio di Venezia “Benedetto Marcello”. 

Eudora, da quello che leggo di te appari come una ragazza ambiziosa e molto sicura. Quanto impattano nel tuo tempo e nella tua energia le emozioni?

Le emozioni in quello che faccio e in quello creo/ trasmetto sono il 100% del mio show. Essere ambiziosa e sicura di me stessa è ciò che mi spinge a dare sempre il massimo, ma allo stesso tempo le emozioni sono un arma a doppio taglio! Gestirle richiede energia, ma sono il motore della mia creatività e della mia determinazione. Mi aiutano a rimanere motivata e concentrata sui miei obiettivi, anche quando la strada diventa difficile. Quindi sì, le emozioni impattano il mio tempo e la mia energia, ma credo che sia un impatto positivo, che mi permette di crescere non solo come musicista, ma anche come persona.

A chi ti ispiri?

Mi ispiro all’immagine di quello che ho sempre sognato di diventare “da grande“. Nella mia mente, ho creato l’immagine di un’Eudora adulta che è riuscita a conservare quella parte di sé bambina, continuando a fare ciò che facevo già a otto anni: suonare il violino. Questa visione di me stessa non è solo un sogno, ma una guida che mi ricorda l’importanza di rimanere fedele alle mie passioni più autentiche, pur affrontando le realtà della vita. Allo stesso tempo, sono consapevole che per vivere di musica a 360°, è necessario un equilibrio tra sogno e pragmatismo. Mi ispiro quindi a quella versione di me stessa che non solo continua a suonare, ma che ha trovato il modo di trasformare la sua passione in una professione sostenibile, affrontando con determinazione le sfide del mondo reale. Questa immagine di un’Eudora adulta, che ha saputo mantenere vivo il suo spirito creativo mentre costruiva la sua vita intorno alla musica, è ciò che mi motiva ogni giorno a crescere e a migliorarmi.

Che cos’era per te il violino prima che lo suonassi?

Esattamente nulla. Un oggetto lontano dalla mia realtà (non avendo musicisti in famiglia). Eravamo due perfetti sconosciuti… Non conoscevo neppure la differenza fra un violino, una viola e un violoncello!

E’ stata mamma o papà a incoraggiarti a diventare una musicista?

Domanda difficile questa (ahaha)… Scherzi a parte… Mi hanno seguito entrambi nel mio percorso musicale, ma in particolare modo è sempre stato papà a spronarmi nel suonare il violino. Mi ha dichiarato solamente qualche mese fa che ha iniziato ad ascoltare musica classica solamente quando io ho iniziato a suonare questo nuovo strumento… gli anni passavano e lui si appassionava sempre più a quel mondo magico e misterioso. Mi portava a concerti e musei dedicati alla classica (Museo del violino a Cremona mi è rimasto nel cuore). Per anni mi ha accompagnata alle prove d’orchestra (all’epoca frequentavo l’orchestra giovanile “La Rejouissance” di E. Maschio) ogni week end e rimaneva ad ascoltarmi anche tutto il giorno (fino 5/6 ore ! A me parevano un’eternità, per lui volavano!). Mia mamma invece mi ha seguito molto negli ultimi anni…

C’è un filo rosso che lega l’immagine che mostri allo strumento?

Certo, c’è un filo rosso che lega l’immagine che mostro allo strumento che suono. Nasco come musicista classica, e per me è fondamentale mantenere quell’eleganza e raffinatezza che il violino rappresenta. Tuttavia, lavorando con il violino elettrico, voglio anche dimostrare che questo strumento non è confinato solo alla musica classica. Il violino ha un’anima versatile che può esprimersi in moltissimi altri generi musicali, dalla pop, alla house, alla techno, all’elettronica… mantenendo sempre una certa classe e intensità. Con la mia immagine e la mia musica, cerco di unire queste due anime, mostrando che eleganza e modernità possono convivere e creare qualcosa di unico.

La tua generazione è rumorosa, vistosa: stili che proprio non ti somigliano. Hai modi così pacati oppure c’è qualcosa che ti fa innervosire?

Non sei il primo che mi fa notare questa cosa… ti rispondo come rispondo ogni qualvolta che mi pongono questa domanda. Sicuramente devo ringraziare i miei genitori per l’insegnamento e la sensibilità che mi hanno trasmesso. Gli sarò per sempre grata per avermi insegnato l’arte della semplicità e delle “cose belle” (non materiali) che ci offre questo mondo. Sono stata molto a contatto con la natura da bambina (poiché ogni week end facevamo un “viaggio fuori porta”) e penso che se dalla tenera età inizi ad ammirare e ad amare ciò che ti circonda, puoi reputarti un bambino fortunato… In secondo luogo il mio motto è “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. Le amicizie e le persone di cui ti circondi determinano oggettivamente la persona che sei e che diventerai.

Di che cosa sei una collezionista?

Qualsiasi oggetto che mi ricorda un bel momento lo conservo da quando avevo 14 anni. A partire dai biglietti dei concerti (solo classici) fino
ad arrivare al mio primo pacco di cioccolatini del mio primo fidanzatino.

Qual è la fonte di tante suggestioni che porti in scena?

In primo luogo la fonte è la motivazione per raggiungere l’obiettivo di “essere e dare” spettacolo. In secondo luogo la fonte è sicuramente lo studio meticoloso e pignolo da parte mia e di Mattia (il ragazzo che mi segue la parte artistica e organizzativa) per l’ottimizzazione della performance. A ogni evento Mattia si annota i punti deboli e i punti di forza. Successivamente riparte il ciclo dello “studio meticoloso e pignolo”. E’ un lavoro che si basa sulla continua ricerca di miglioramento.

La playlist che custodisci nella tua anima?

Non ne ho una in realtà ! La mia “playlist ideale” conterrebbe al suo interno tipologie di brani che potrebbero variare dalla classica fino alla musica house e techno che si ascolta nei club nel 2024.

Certo, bisogna stare attenti perché si rischia che il pubblico parli del tuo essere una bella ragazza e non della tua performance… Non sei un po’ curiosa su cosa pensano gli altri di te?

Se devo rispondere sinceramente, la gente può pensare quello che desidera su di me… poi nella vita “contano i fatti” e non le parole. Dipende sempre da che soggetto arriva il pulpito e da che risultati ha ottenuto nella vita. Inoltre, se dovessi prestare attenzione a ciò che pensano i “rumors” per poi poter agire, probabilmente non avrei mai cominciato a fare questo mestiere. L’esporsi può comportare anche l’esistenza di “haters”. Bisogna esserne semplicemente consapevoli.

La tua è una personalità intrigante, poliedrica: più vantaggi o svantaggi nella vita sociale?

Non sono mai stata una persona super sociale con i miei coetanei, non per una mancanza di simpatia verso di loro, ma perché ho sempre dedicato il mio tempo e le mie energie a passioni e obiettivi personali. Fin dalle medie, infatti, mi sono concentrata molto sulla musica, anche se questo ha comportato qualche difficoltà. Suonare il violino mi ha reso “diversa”, e non tutti hanno sempre capito o apprezzato questa diversità. La mia forte personalità tende a spiccare nei gruppi, e purtroppo questo può aver suscitato fastidio o invidia in alcune persone. Per questi motivi, non ho mai avuto un ampio cerchio di amici, e quelli che ho oggi posso contarli su meno di una mano. Tuttavia, non vedo questo come un limite. Ritengo che nella vita, per quanto le relazioni siano importanti, il raggiungimento dei propri obiettivi dipenda principalmente da noi stessi. Non saranno le amicizie a garantirci il successo o a sostenerci in ogni momento, ma piuttosto la nostra determinazione, il nostro impegno e la nostra capacità di rimanere fedeli a ciò che siamo. In fondo, penso che avere una personalità intrigante e poliedrica mi abbia permesso di coltivare relazioni autentiche e significative, anche se poche. E credo che sia la qualità, più che la quantità, delle connessioni umane a fare davvero la differenza nella vita.

Come è possibile vivere di arte e cultura senza limitarsi a sopravvivere?

Vivere di arte e cultura senza limitarsi a sopravvivere è una sfida, ma non impossibile, soprattutto nel mondo di oggi. I social media hanno rivoluzionato il modo in cui gli artisti possono auto-promuoversi, offrendo strumenti potenti per farsi conoscere e apprezzare da un pubblico globale. Questo cambiamento ha permesso a molti artisti di trasformare la loro passione in una professione sostenibile, andando oltre la semplice sopravvivenza. Tuttavia, è essenziale capire che il talento da solo non basta. Un artista può essere eccezionalmente bravo, ma se non sa promuoversi, rischia di rimanere nell’ombra. Viviamo in un’epoca in cui la visibilità è cruciale, e saper vendere se stessi e la propria arte è diventato parte integrante del successo. Questo non significa sacrificare l’integrità artistica, ma piuttosto trovare un equilibrio tra la creazione e la comunicazione della propria arte. È importante avvicinarsi a questa realtà con umiltà, riconoscendo che promuoversi non è un tradimento della propria arte, ma piuttosto un mezzo per condividerla con il mondo. Oggi, più che mai, gli artisti hanno la possibilità di prendere in mano il proprio destino, utilizzando i social media e le altre piattaforme digitali per creare una connessione diretta con il pubblico, costruendo una comunità che sostiene il loro lavoro. Essere consapevoli di questa opportunità, e al contempo disposti a imparare e a crescere anche sul fronte della promozione, può fare la differenza tra sopravvivere e vivere pienamente della propria arte. In fondo, è una
questione di visione e di impegno: avere il coraggio di credere nel proprio valore e la determinazione di condividerlo con il mondo.

Te lo immaginavi così il successo?

A dire il vero, non mi considero ancora arrivata al successo. Sono ancora in cammino, lavorando costantemente per raggiungere i miei obiettivi. Ogni passo avanti, ogni piccolo traguardo, lo vedo come parte di un percorso più grande che richiede impegno, dedizione e molta pazienza. Il successo, per me, non è un punto d’arrivo, ma piuttosto un processo continuo di crescita e miglioramento. Sono grata per le opportunità che ho avuto finora, ma so che c’è ancora molto da fare e imparare. Mantengo una visione realistica e umile, consapevole che il successo, quando arriverà, sarà frutto di tanto lavoro e perseveranza. Fino ad allora, continuo a dare il massimo in ciò che faccio, cercando di godermi ogni momento del viaggio.

Esiste nella musica la possibilità di innovare davvero o tutto è già stato fatto?

La musica è un linguaggio antico e ricco di storia, e se è vero che molto è già stato inventato, credo fermamente che esista ancora la possibilità di innovare. Innovare nella musica oggi non significa necessariamente creare qualcosa di completamente nuovo e mai sentito prima, ma piuttosto reinterpretare, combinare e arricchire ciò che già esiste con una visione unica e personale. La bravura di un musicista, a mio avviso, risiede proprio in questa capacità di prendere elementi familiari e trasformarli in qualcosa di nuovo e originale. In qualità di forma d’arte, anche la musica è in continua evoluzione. Ogni generazione di musicisti ha la possibilità di aggiungere il proprio tassello a questo vasto mosaico, reinterpretando il passato e creando nuove prospettive per il futuro. In questo senso, l’innovazione è sempre possibile, purché si abbia il coraggio di esplorare e di portare qualcosa di sé stessi nella musica che si crea.

Che cosa c’è nel tuo futuro?

Nel mio futuro vedo successo, ma non lo intendo solo come una questione di riconoscimenti o risultati esterni. Il successo, per me, è anche riuscire a realizzare quello che è sempre stato il mio sogno nel cassetto: vivere della mia passione per la musica, continuando a crescere come artista e come persona. Spero di poter trasformare questa visione in realtà, mantenendo l’umiltà e la determinazione che mi hanno guidato fino a qui. Non do nulla per scontato, e sono consapevole che ci sarà sempre molto da imparare e nuove sfide da affrontare. Tuttavia, guardo al futuro con fiducia, convinta che con impegno e dedizione riuscirò a raggiungere i miei obiettivi e a realizzare i sogni che mi hanno sempre ispirata.