IL DOMENICALE Anno 2004

Continuo la presentazione del Settimanale Il Domenicale. Come si può immaginare non è stato facile scegliere gli articoli o gli studi da presentare. Ripeto quello che ho scritto nella precedente raccolta. Generalmente ho preso in esame gli articoli di Storia, Religione, Attualità, Politica. In particolare segnalo le paginate della sezione di “Finestre Aperte”, all’interno di ogni fascicolo.

N.2/10.1.2004 A proposito di egemonia culturale della Sinistra, il direttore Angelo Crespi si occupa delle “Ombre rosse sulla Mondadori”. Naturalmente sto segnalando un articolo di venti anni fa, ma è straordinariamente attuale, ancora oggi, la situazione non è cambiata. “Gli scrittori e gli intellettuali più critici verso Berlusconi pubblicano i loro libri per il Gruppo Editoriale di Segrate. Gridano contro il regime “ma sono pagati dal ‘Regime”. Un’ipocrisia tutta italiana che perpetua l’egemonia culturale della Sinistra. E Crespi fa un lungo elenco di nomi dai comici agli intellettuali, storici e politici.

N.3 del 17.1.04 Nelle due pagine di “Finestre Aperte”, Il Dom torna a parlare di Tolkien, l’occasione  è quella che arriva nelle sale cinematografiche di tutta Italia, il terzo e conclusivo film della trilogia cinematografica dedicato al Signore degli Anelli. Il Titolo, “Il ritorno del Re”. Nella rubrica Polematica, in questa sezione vengono presentate alcune battaglie che hanno segnato la Storia europea e Occidentale. L’Arte della Guerra, le battaglie che hanno cambiato la Storia. In questo numero la 2a grande battaglia: Ponte Milvio del 312 d.C. Quella della profezia a uno dei comandanti, a Costantino apparve in cielo la scritta: “In hoc signo vinces” per sconfiggere Massenzio.

N.4/24.1.04 “A Torino la cultura è sedicente”, con una bella immagine d’epoca di Piazza Vittorio. Un ritratto impietoso e documentato di un ambiente intellettuale che passa per la fucina del pensiero, del rigore e dello spirito patrio. E che invece è la culla di un provincialismo ingessato che deprime qualsiasi iniziativa. L’editoria, il diritto, la storia, la filosofia: un’unica accademia preoccupata soltanto di perpetuare se stessa. In morte di Norberto Bobbio, maestro di che? Il tema viene affrontato da Bruno Babando.

N7/14.2.04 I libri sono il pane quotidiano del settimanale, in prima pagina il Dom presenta l’auto-biografia di Eugenio Israel Zolli, il rabbino di Roma, studioso della comunità ebraica che cercò invano di scongiurare la tragedia nazista nella capitale. Si fece cristiano nel 1945, assumendo il nome di Eugenio in onore del papa Pio XII. Da allora i suoi fratelli ebrei lo condannarono all’oblio.

N.9/28.2.04 L’impossibile dialogo con l’Islam. All’interno in Finestre Aperte, ampio spazio allo studioso Alain Besancon, autore di numerosi libri, in particolare sul marxismo-leninismo, membro dell’istitut de France.

N.13/27.3.04 In questo numero spazio agli orrori del comunismo, interessante lo studio di Anne Applebaum. Nel gulag nascevano e morivano bambini. Le prigioniere spesso abortivano, talvolta tenevano i figli sperando nell’amnistia. Un Paradiso di 18 milioni di schiavi: questo l’immenso Gulag che fu l’Unione Sovietica. 486 campi di concentramento per 18 milioni di schiavi.

N.14/3.4.04 La Storia della Resistenza 43-45 da riscrivere, un interessante studio di Ugo Finetti. Presenta un’opera di Victor Zaslavsky,Stalin e la sinistra italiana. Dal mito dell’URSS alla fine del comunismo 1945-1991”. Nelle due pagine di “Polematica”, viene presentata la battaglia di Maratona, 490 a.C. Inoltre da segnalare in F.A.: “Alle origini del Conservatorismo statunitense” di Antonio Donno.,

N.17/24.4.04 Ugo Finetti, lo storico controcorrente della Storia della Resistenza offre: “Il vero 25 aprile”. Solo in Italia, continua l’embargo culturale degli studi e delle indicazioni di Furet, De Felice, Nolte, Pipes, Courtois e Conquest. Siamo ancora prigionieri della menzogna resistenziale: “solo il PCI lavorò per la democrazia.”.

N.21/22.5.04 Carlo Panella tratta il tema dell’Islam fondamentalista e precisa che mai un popolo ha educato i propri figli nel miraggio di diventare delle bombe. Si tratta di uno scisma in Iran ai primi anni Ottanta e dopo quindici anni in Palestina Al Fatah, Hamas, Hezbollah organizzano campi estivi di soldati bambini.

N.22/29.5.04 In prima pagina ci si domanda se esiste in Italia un regime. Se lo chiedono gli intellettuali organici di sinistra. Dopo vent’anni siamo allo stesso punto, quando governa il centrodestra, la sinistra grida al regime. In Italia per il giornalismo c’è la fatica di essere liberi. Le due pagine di F.A., Massimo Pandolfi e Riccardo Fantini, che tra l’altro hanno scritto a quattro mani un libretto, “Inchiostro Rosso”, pubblicato dalle edizioni Ares. Se regime ci deve essere è proprio quello di sinistra, è dimostrato che la maggior parte dei quotidiani è schierato a sinistra, come oggi del resto.

N.24/12.6.04 Michele Dolz, sviluppa il tema, “Alla ricerca del volto di Dio”. Lo storico racconta del re di Edessa Abgar, contemporaneo di Cristo, ammalatosi gravemente e sentito parlare dei prodigi fatti dal nuovo profeta della Galilea, mandò un messaggero, Anania, con una lettera nella quale chiedeva a Gesù di venirlo a guarire. Gesù a sua volta gli scrisse una lettera e permise ad Anania di dipingere il suo ritratto. Ma poi asciugandosi il volto su un panno rimase impressa la sua effigie: Re Abgar guarì miracolosamente al contatto con il panno. Una mostra a Genova ripropone la questione delle immagini del Volto di Cristo, “non dipinte da mano d’uomo”. Dalla Sindone al Velo della Veronica, da Gerusalemme a Costantinopoli, a Edessa, a Genova, a Roma, all’Abruzzo (il Volto Santo di Manoppello).

N.25/19.6.04 Il Dom ama l’arte e si vede dalla prima pagina del fascicolo. Italia a regola d’Arte. Viene pubblicata l’immagine della Città ideale di Leon Battista Alberti. Tuttavia, il numero vale la pena comprarlo e leggerlo per una meravigliosa presentazione di Margaret Thatcher e di Ronald Reagan, il più grande presidente USA del secolo XX°. L’uomo che salvò l’America. Articolo affiancato da alcune precisazioni di Marco Respinti. E di un breve ritratto di Lee Edwards che ha visitato di persona l’enorme biblioteca di Reagan, colma di opere di storia, di economia e di biografie fitte di note vergate.

N.27/3.7.04 Il titolo suggestivo in prima pagina: “Il Tramonto dell’Occidente?” SI la nostra civiltà tramonterà come vaticinava Oswald Spengler, se decidiamo di svendere l’anima all’utopia del Multiculturalismo in base alla quale tutte le culture sono equivalenti, perfino quelle di chi non crede nei nostri valori fondanti e li avversa. NO, invece, se sapremo resistere alle sirene del relativismo tornando ad affermare anche implicitamente, con le idee e con i fatti, la nostra identità.

N.30/24.7.04 Per la sezione “Polis” il Dom fa presente l’importanza della Latinità nella cultura composita dell’Occidente.“Graecia capta ferum victorem coepit?”Neanche per sogno, Roma fu meglio. All’interno Andrea Menegotto fa una breve scheda su la “Virgen Morenita” di Guadalupe: un caso di inculturazione miracolosa. Inoltre nella pagina viene presentato il volumetti di Giulio Dante Guerra, “La Madonna di Guadalupe”, pubblicato da Cristianità, la casa editrice di Alleanza Cattolica. Ancora una congiura quella dei Pazzi del 1478, il folle progetto per uccidere Lorenzo il Magnifico.

N.31/31.7.04 Il Dom insiste su Europa, Occidente: Che futuro? L’estensore dello studio e nientemeno che il cardinale Joseph Ratzinger, occupa tutta la pagina e continua in tutta la terza Pagina. Qui il futuro Papa è convinto che per ritornare alla bimillenaria storia e spiritualità dell’Europa occorre iniziare dalle “minoranze creative”.

N.34/21.8.04 Nelle pagine interne si raccontano alcuni episodi storici tra i più importanti del Novecento. Ugo Finetti, pone una domanda interessante: solo i comunisti dovrebbero scrivere la storia del comunismo? Emerge un quadro desolante, praticamente per i comunisti chi non lo è, rappresenta una “razza inferiore”. In fondo alla pagine troviamo un’ampia scheda di Francesco Pappalardo su Carlo d’Asburgo, l’ultimo imperatore Santo. Ancora Aldo A. Mola, affronta il tema del Risorgimento cattolico e poi liberale: I cattolici sono il sale dell’Italia. Da sempre anche quando governavano i massoni. Insomma, i cattolici sono l’Italia. Dopo Pio IX che ordinò ai cattolici di non partecipare alle elezioni: “né eletti, né elettori”, come diceva don Giacomo Margotti. Nel novembre 1904, la svolta dei primi deputati cattolici. Poi nel 1909 col Patto Gentiloni, presidente dell’UECI si ha la svolta piena con 30 deputati cattolici.

N.36/4.9.04 Il fardello della Democrazia. L’Occidente è in grado d’imporre la Democrazia nel mondo? Ma soprattutto ne ha il diritto? Risponde a queste domande Alessandro Turci. E tuttavia, sarebbe  un errore identificare la democrazia con l’Occidente. Nelle due pagine de “Le Congiure”, Marco Respinti descrive “Il complotto degli eguali”. La scoperta di un libretto del compagno Dimitri Grobenko, quando lo lesse ebbe paura, “Gracchus Babeuf vi racconta la storia di una rivoluzione nella rivoluzione”. Si tratta del genocidio vandeano ad opera delle colonne infernali degli eserciti giacobini di Parigi.

N.37/11.9.04 In seconda pagina Andrea Morigi e Francesco Pappalardo si occupano della “Mezzaluna s.p.a., i soldi del terrore”. Viene presentato il libretto di Morigi, “Multinazionali del terrore” (Piemme 2004)

N.38/18.9.04 Il Dom torna sul tema dell’”Infinita guerra della Memoria”. In Italia, a partire dal 25 aprile 1945, si agitano due memorie irriducibili: quella fascista e quella antifascista. La prima sconfitta dal passato, la seconda dal presente. Poi ci sono gli “attesisti”: maggioranza silenziosa e immemore su cui fondare l’identità italiana. Se ne occupa Roberto Chiarini, oltre al partigiano e al repubblichino c’è un’Italia che non si schiera nel corso della guerra civile, che sceglie di non scegliere, e che nel dopoguerra continua a rifiutare l’alternativa neofascismo/antifascismo…Da segnalare un articolo di Aldo A. Mola, “Umberto II, Il Re fuori della grazia di Dio”. Non abdico. Fu fatto fuori dai “Liberatori” d’Italia, fra i quali molti criminali.

N.39/25.9.04 Alberto Leoni, descrive Marzabotto, 29 settembre 1944: Un massacro di equivoci. Nella furia della guerra di liberazione, la Wermacht e le SS si resero protagonisti di un eccidio infame: una sorta di pulizia etnica per sgombrare la linea gotica. 800 persone trovarono la morte. Daniele Piombini commenta Il Sillabo di Pio IX. Fu vera gloria? “Gli aspetti più reazionari dell’ultimo Papa-Re sono in realtà quelli più liberali”. Più liberali dei liberali di allora. Piombini presenta il libro di don Luigi Negri, “Pio IX. Attualità e profezia” (Ares 2004). In F.A. Sandro Fontana, tratta di un tema ancora attuale, Il popolarismo nel Parlamento europeo. Breve Storia del popolarismo in Italia, immaginando la sezione del PPE. Fa una certa impressione del grafico a “torta” che descrive le forze parlamentari di allora. Le Destre non sono neanche citate.

N.40/2.10.04 “In principio fu il genocidio”, di Massimo Venuti, presenta o sottolinea un aspetto della Storia, quella del genocidio che è presente in tutti i popoli. Mentre Pierluigi Zoccatelli, scomparso recentemente, firma uno studio su Rene Guenon. Il tradizionalismo. Pigi Colognesi traccia una scheda sintetica su Benson, materialista cristiano. Il grande scrittore anglicano convertito al cattolicesimo. Il Padrone del Mondo.

N.41/9.10.04 “Facciamola finita col Migliore” di Ugo Finetti. Togliatti fu un politico scaltro, doppio e spregiudicato. “Nel nome di una futura rivoluzione comunista indossò la maschera della moderazione. Ma la tesi fasulla di un leader “riformista è utile solo a chi ancora oggi cerca una legittimazione del passato”. In  2a pagina ci sono i quattro falsi su Togliatti:Non è vero che Togliatti tracciò una via italiana al socialismo sovietico. Non è vero che volle l’amnistia per i fascisti. Il suo non era un “partito nuovo”. E certamente il migliore non fu  mai un democratico. Il segretario del PCI ossequiava Stalin e la rivoluzione

N.43/23.10.04 In prima pagina, con forte titolo, “Il suicidio dell’Occidente”, Marco Respinti, utilizza un libro datato di James Burnham del 1964. Spesso le civiltà cadono non per l’urto di nemici esterni, bensì per quel male subdolo e fatale che si annida nello smarrimento di sé, nella vergogna della propria Storia. Anche il nostro mondo potrebbe morire per implosione, per non aver superati i sensi di colpa.  Questo è un numero con tanti argomenti interessanti. Da segnalare una intervista allo storico Sergio Romano per capire il terrorismo e combatterlo. Ne L’Altra Storia: Risorgimento. La Nazione inventata di Francesco Pappalardo. Quando l’Eroe dei due Mondi girò mezzo mondo per mettere a soqquadro metà della Penisola. E poi la guerra civile che spezzò l’Italia.

N.44/30.10.04 In prima pagina uno studio sul “Gulag, la congiura del silenzio”. A 15 anni dalla caduta del Muro di Berlino, Adriano Dell’Asta, utilizza un saggio della rivista “Vita e Pensiero” e ricorda il memoricidio. L’orrore dei campi di lavoro sovietici, dove la morte era l’unica tragica via di uscita, iniziò con Lenin e fu scientificizzato da Stalin. In Occidente si sapeva tutto sin dagli anni venti (Mussolini compreso), ma si è taciuto per pavidità e complicità. E pavida e complice è stata soprattutto e anzitutto la cultura italiana. Renato Farina presenta Fede e Cultura secondo don Giussani. Marco Respinti ne L’Altra Storia presenta una sintetica scheda su Madame Colbert, poi Giulia di Barolo, marchesa, vandeana.

N.45/6.11.04 “Democrazia: chi l’ha vista?” Una riflessione puntuale sui difetti della forma di governo che molti ritengono la migliore, l’unica. Massimo Venuti autore dello studio. Molti la ritengono l’imprescindibile toccasana della libertà e della partecipazione. Invece spesso è uno strumento al servizio delle sempiterne oligarchie che reggono il mondo, cui serve per cercare consenso. S’appoggia sulla retorica, retaggio occidentale. Infatti, nel resto del mondo non la capiscono. I comunisti tedeschi avevano il coraggio di denominare il Paese come Repubblica Democratica tedesca (DDR) uno dei paesi più repressivi e chiusi dell’Europa dell’Est…Del resto è mai esistita una società, negli effetti, concretamente democratica? Risposta NO.

N.46/13.11.04 L’Europa nel segno di Vienna. Gianfranco Morra fa riferimento all’Impero Asburgico fra Otto e Novecento, quando l’Austria era il cuore dell’Occidente e ogni porta conduceva all’America. L’Austria multinazionale, non nazionalista, anzi federalista. Guidata da un imperatore che, dovunque si recasse nel suo Regno formato da undici nazionalità diverse, cominciava il suo discorso al plurale: “Meine Volker”. A pagina 5 Il Dom si interroga: “Può avere ancora un significato fare l’editore oggi in Italia?” Ogni anno in Italia vengono pubblicati oltre 50 mila volumi, molti dei quali non riescono nemmeno a raggiungere la libreria, come il mio su San Giovanni Paolo II.

N.48/27.11.04 Il Dom insiste sulle idee assassine del Novecento, come li chiamava Robert Conquest. C’é, “Nostalgia del grande accusatore”. A cinquant’anni dalla morte di Andrej Vysinskij, a cura di Giuseppe Ghini. Intanto pare che nella Germania si diffonda la nostalgia della Germania dell’Est. Anche in Russia sta accadendo qualcosa del genere. La Russia non è mai stata libera. Ghini commenta i sette pilastri del totalitarismo sovietico, nei vari processi istituita da Vysinskij. A cominciare dall’annullamento della dignità dell’avversario politico. Pilastri che se osservati bene non sono tanto lontani dall’attualità politica cosiddetta democratica dei nostri Parlamenti. Un altro pilastro base è quello della falsificazione della Storia. Condizionamento dell’opinione pubblica. Terrore come strumento di dominio. Manipolazione autodistruttiva delle coscienze. Questi gli strumenti preferiti dalla giustizia nel paradiso comunista. Mentre a pagina 2, c’è un intervento di Alfredo Mantovano, “Ritorno all’Occidente da Otranto”. Nel 1480 gli abitanti di Otranto difesero con la vita la città e l’Italia dall’assalto dei turchi che trucidarono 800 idrutini.

N.49/4.12.04 Giuseppe Romano affronta il tema filosofico della NON contraddizione, se salta, sparisce la distinzione tra VERO e FALSO. Aristotele era convinto che la realtà fosse oggettiva. Secoli di pensatori invece hanno fatto di tutto per provare il contrario. A cominciare da Cartesio, Lutero, Rousseau, Hegel. Ne L’Altra Storia, Oscar Sanguinetti, descrive l’importanza della vittoria del 18 aprile 1948 quando l’Italia cattolica scelse la Vera Libertà. Fu lì che nacque la Repubblica e non il 25 aprile 1945, Sanguinetti segnala il Convegno di studio organizzato dall‘Istituto Storico dell’Insorgenza e per l’Identità nazionale.

N.50/11.12.04 Giuseppe Romano ne le F.A. È alla ricerca del libro (dell’autore) perduto. Di certi tomi di cui gode a palparli, a fiutarli, a lisciarli, a sfogliarli. E’ una sensazione che talvolta ho provato anch’io. Romano fa riferimento al 1° Salone del libro usato che si è tenuto dal 10 al 12 dicembre presso la Fiera a Milano.

N.51/18.12.04 Cina: Auguri e figli femmine. L’ex celeste impero rosso tra torture, olimpiadi, aborti selettivi, voglia di internet. Ludovico Tadei fa una sintesi documentata sulla situazione della società cinese, su un miliardo e trecento milioni di persone, uomini, donne, bambini che si sono messi in moto quasi simultaneamente e viaggiano a una velocità vertiginosa. Una prima pagina che continua poi  nelle due pagine di F.A.: “Dove va la Cina e dove ci porterà”, Dedica enormi sforzi all’economia, s’impegna strenuamente nello sport, non dialoga, fa orecchie da mercante. Parlano solo gli esuli. E poi non dimentichiamo Tienanmen.

N.52/23.12.04 Michele Dolz mette gli occhi antichi sul Presepe. Bisogna guardare il Presepe non come una generica raffigurazione o, come un riferimento artistico, ma come lo guardò e ideò Francesco di Assisi, come lo scolpì il genio di Arnolfo di Cambio.

DOMENICO BONVEGNA

dbonvegna1@gmail.com