OPEN ARMS – SOCCORSE 55 PERSONE A LARGO DI LAMPEDUSA. TRA LORO 5 BAMBINI E UN NEONATO DI UN MESE, VIAGGIAVANO DA 3 GIORNI

LAMPEDUSA (AG) – Il veliero Astral dell’ONG Open Arms ha soccorso questa mattina 55 persone nella zona SAR italiana, a largo di Lampedusa (AG). I naufraghi, tra cui 5 bambini e un neonato di 1 mese, viaggiavano su una barca di metallo divisa in due parti legate insieme tramite lacci, corde e vecchi stracci, erano partiti 3 giorni fa da Sfax, in Tunisia.

All’arrivo del veliero Astral sul luogo, l’imbarcazione era in pessime condizioni e circa 20 persone erano già in acqua. I soccorritori di Open Arms – in costante contatto con le autorità di Italia, Malta e Tunisia – hanno lanciato in prossimità dell’imbarcazione un gommone e una zattera di salvataggio, assicurando le altre persone, ancora sull’imbarcazione, con dei gilet di salvataggio. Tra le 55 persone soccorse, provenienti da Burkina Faso, Camerun, Senegal e Chad, ci sono 16 donne e 6 bambini di cui alcuni molto piccoli. Open Arms ha ospitato i naufraghi sul proprio veliero Astral in attesa della Guardia Costiera Italiana.

 

Quello di questa mattina è il terzo soccorso che Astral, nel corso della sua missione 111, ha operato nelle ultime 24 ore. Infatti, dopo il soccorso di 12 uomini nella giornata di ieri, questa notte, intorno alle ore 3 a.m., è stata rinvenuta un’altra imbarcazione, anche questa di metallo a Sud Ovest di Lampedusa.

“Le immagini del salvataggio di oggi ci mostrano come questa sia, anche questa volta, una tragedia annunciata e fortunatamente scampata. – ha detto Valentina Brinis di advocacy officer di Open Arms – La situazione del Mediterraneo Centrale è molto critica, lo dimostrano i tanti contatti con imbarcazioni in difficoltà che stiamo avendo in queste ore. Questo dice quanto le attività di ricerca e soccorso messe in atto dalle Organizzazioni Non Governative siano fondamentali e debbano dunque essere accolte e supportate, e non ostacolate o rallentate dallo Stato italiano e dall’Europa. In Italia e in Europa continuiamo a fare accordi con Stati come Libia e Tunisia che risultano totalmente inaffidabili e vanno solo ad aggravare le condizioni di partenza: non fermando assolutamente i traffici e portando chi è costretto a partire a ideare soluzioni drastiche e drammatiche, come il barchino di ferro che abbiamo soccorso questa mattina”.