I PROBLEMI COLLEGATI ALLA VISTA POSSONO ESSERE SINTOMI DI UN POSSIBILE ICTUS

La paralisi di un solo lato del corpo e la difficoltà a parlare sono i sintomi più noti e più facilmente riconoscibili dell’ictus cerebrale; meno conosciuti, invece, sono i problemi collegati alla vista: la visione offuscata, doppia o una improvvisa cecità in uno o entrambi gli occhi sono anch’essi sintomi di un possibile ictus in corso.

I disturbi visivi che possono essere espressione di un ictus, sempre a comparsa improvvisa, possono essere di vario tipo:

  1. Impossibilità alla visione da un solo occhio (“amaurosi”)
  2. Visione sdoppiata di oggetto osservato con entrambi gli occhi (”diplopia”, in tal caso la visione doppia scompare se si guarda con un occhio solo)
  3. Difficoltà alla visione degli oggetti in una metà del campo visivo, a destra o a sinistra (“emianopsia”)
  4. Visione offuscata per una oscillazione degli oggetti fissati (“oscillopsia”).

 

Nel primo caso si tratta di un disturbo circolatorio a carico dell’occhio, in particolare della retina; poiché le arterie che conducono sangue verso il cervello lo portano anche verso l’occhio, un disturbo con queste caratteristiche, a livello oculare, deve destare sempre il sospetto di un disturbo della circolazione cerebrale. Negli altri casi, invece, il sistema circolatorio interessato è quello delle arterie vertebrali, quelle cioè che decorrono lungo le vertebre cervicali.

Non è semplice quantificare i disturbi della vista tra tutti i sintomi dell’ictus, in parte perché possono passare inosservati o sottostimati, in parte perché spesso si ritiene che un sintomo visivo sia di esclusiva competenza oculistica anziché neurologica. Si può comunque stimare che almeno il 20% di tutte le persone colpite da ictus ischemico presenti un disturbo della vista tra quelli elencati.

“E’ importante che la popolazione sia consapevole che anche i disturbi visivi vadano annoverati tra i sintomi di un possibile ictus cerebrale – dichiara il Dottor Massimo Del Sette, Direttore U.O.C. Neurologia Policlinico San Martino di Genova. Riconoscerli è fondamentale perché può fare risparmiare tempo prezioso per iniziare le terapie prima possibile, consentendo una diagnosi più precoce e garantendo un trattamento più efficace. I problemi visivi spesso vengono sottovalutati, o attribuiti a problemi oculari, oppure, specie se associati a cefalea, attribuiti a crisi emicranica”.

La perdita parziale o totale del campo visivo, in uno o entrambi gli occhi, è uno dei problemi visivi più comuni dopo un ictus e necessita di una riabilitazione specifica per aiutare la persona a gestire il cambiamento del suo campo visivo. In Italia si stima che il 60% delle persone sopravvissute ad un ictus sviluppino un’emianopsia; di queste, circa il 50% guarisce spontaneamente nel primo mese, mentre dopo 6 mesi l’emianopsia diventa cronica. Una volta superata la fase acuta dell’ictus, è possibile seguire un percorso di riabilitazione in modo da migliorare quanto più possibile le funzioni visive perdute. Dopo un ictus, il nostro cervello non può far crescere cellule nuove in sostituzione di quelle che sono state danneggiate, ma ha la capacità di riorganizzare quelle non danneggiate e compensare, quindi, quello che è andato perduto grazie alla sua neuroplasticità. Oggi vi sono diverse possibilità di recupero anche attraverso strategie di riabilitazione o di rieducazione alla visione, una funzione che è fondamentale per l’autonomia delle persone.

La riabilitazione visiva richiede un lavoro in équipe multidisciplinare e la creazione di un progetto personalizzato, che preveda un percorso capace di accompagnare anche i possibili risvolti psicologici. La diagnosi, realizzata da un oculista, da un ortottista o da un neurologo specializzato in ictus e ipovisione, dovrebbe avvenire prima di lasciare l’ospedale, ma la persona colpita da ictus potrebbe essere in seguito indirizzata ad un Centro di Riabilitazione per le Disabilità Visive. Nessun trattamento può rimuovere il problema e riportare la persona allo stato di salute iniziale ma esistono esercizi da fare a casa e, grazie all’utilizzo di dispositivi medici per la telemedicina che consentono quindi di essere seguiti da remoto dal professionista di riferimento, è possibile migliorare notevolmente la visione.

“La conoscenza dei fattori di rischio e il riconoscimento tempestivo dei sintomi, insieme al fattore tempo, sono fondamentali in questa patologia – conclude Andrea Vianello, Presidente di A.L.I.Ce. Italia odv. Il rischio ictus può essere ridotto seguendo alcuni semplici consigli, come: smettere di fumare; ridurre ipertensione e colesterolo attraverso una dieta sana; perdere peso in eccesso; limitare l’uso di alcolici; fare una regolare attività fisica (fin da bambini) e assumere i farmaci e sottoporsi agli esami prescritti e indicati dal proprio medico”.

Per maggiori informazioni www.aliceitalia.org.

 

A.L.I.Ce. Italia Odv è una Federazione di associazioni di volontariato diffuse su tutto il territorio nazionale, oltre 80 tra sedi e sezioni regionali e locali, senza scopo di lucro, democratiche, apolitiche le quali, pur autonome e indipendenti nelle proprie attività, collaborano al raggiungimento di comuni obiettivi statutari a livello nazionale, tra cui: diffondere l’informazione sulla curabilità della malattia, sul tempestivo riconoscimento dei primi sintomi e sulle condizioni che ne favoriscono l’insorgenza anche attraverso i media; sollecitare gli addetti alla programmazione sanitaria affinché provvedano ad istituire centri specializzati per la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione delle persone colpite da ictus e ad attuare progetti concreti di screening; tutelare il diritto dei pazienti ad avere su tutto il territorio nazionale livelli di assistenza, uniformi ed omogenei.

Loro peculiarità è quella di essere le uniche ad essere formate da persone colpite da ictus, dai loro familiari e caregiver, da neurologi e medici esperti nella diagnosi e trattamento dell’ictus, medici di famiglia, fisiatri, infermieri, terapisti della riabilitazione, personale sociosanitario e volontari.

A.L.I.Ce. Italia è membro della WSO, World Stroke Organization e di SAFE, Stroke Alliance for Europe, organizzazioni che riuniscono le Associazioni di persone colpite da ictus a livello mondiale ed europeo, diffondendo linee guida per la prevenzione, la miglior cura e la riabilitazione dell’ictus, oltre che delle Società Scientifiche ISA, Italian Stroke Association ed ESO, European Stroke Organization.

Nel 2016 A.L.I.Ce. Italia ha promosso la costituzione dell’Osservatorio Ictus Italia insieme all’Intergruppo Parlamentare sui Problemi Sociali dell’Ictus, ISO, ESO, ISS – Dipartimento Malattie Cardiovascolari, Dismetaboliche e dell’Invecchiamento dell’Istituto Superiore di Sanità e SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie. L’Osservatorio opera per favorire una maggiore consapevolezza sulle problematiche legate all’ictus a livello istituzionale, sanitario-assistenziale, scientifico-accademico e sociale, in particolare sulle modalità di prevenzione e di cura di tale devastante malattia e si pone, come obiettivo condiviso, quello di far adottare in tutto il Paese criteri scientificamente basati e uniformi in materia.

Nel novembre 2017, grazie all’azione di A.L.I.Ce. Italia e dell’Intergruppo Parlamentare sui Problemi Sociali dell’Ictus, la XII Commissione Affari Sociali della Camera, ha approvato la Risoluzione sulla diagnosi e la prevenzione dell’Ictus cerebrale: Governo e Parlamento sono chiamati a promuovere e sostenere il più appropriato ed avanzato sistema di cura per l’ictus su tutto il territorio nazionale.

A.L.I.Ce. Italia, promotrice e in prima linea fin dall’inizio nel contribuire alla definizione di questo documento di straordinaria rilevanza, avrà adesso il compito di stimolare e monitorare l’impegno dei servizi sanitari regionali nell’applicazione e nella rapida implementazione organizzativa delle misure specifiche, declinate in 19 punti, la cui attuazione è stata già promossa a livello del Governo nazionale.

Nel dicembre 2018, l’Osservatorio Ictus ha presentato alla Camera i risultati del “Rapporto sull’Ictus in Italia. Una fotografia su prevenzione, percorsi di cura e prospettive”, che offre per la prima volta una descrizione completa della patologia nel nostro Paese. Nel dicembre 2019, infine, l’Osservatorio Ictus ha presentato il “Manifesto sociale contro l’ictus”, una call to action in 10 mosse per richiamare l’attenzione delle Istituzioni sul lavoro fondamentale ancora da fare, con la necessità di far collaborare Istituzioni, cittadini e società scientifiche.