Il primo ospedale virtuale d’Italia a Viareggio, poi toccherà a Como e Cosenza

Claudio Zanon ha annunciato un piano per la realizzazione di una struttura di 1.000 metri quadri in Toscana. Il sottosegretario Butti: “Il processo di virtualizzazione dei servizi sanitari è sempre più determinante”. Il sindaco Del Ghingaro: “Un progetto innovativo che permetterà ai cittadini di accedere a cure mediche di qualità direttamente da casa”…

Viareggio Un’assistenza continua, per 24 ore al giorno, sette giorni su sette, 365 giorni l’anno. Che migliori l’accesso alle cure, riducendo i tempi di attesa e ottimizzando l’utilizzo delle risorse sanitarie, con enormi risparmi per il Servizio Sanitario Nazionale. E’ una vera e propria rivoluzione quella già sperimentata all’estero con gli ospedali virtuali. Che ora si preparano ad aprire i battenti in Italia, con un primo progetto pilota presentato questa mattina da Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità, alla Festa della Salute iCARE di Viareggio.  “Il primo progetto – ha spiegato Zanon nell’ultima giornata dell’evento promosso con il contributo del Comune e organizzato in collaborazione con Motore Sanità – partirà proprio da Viareggio, con un piano che, in base alle nostre stime, potrà portare un risparmio per la Regione Toscana di 211 milioni di euro”.

Il modello è il Mercy Virtual Hospital, operativo dall’autunno del 2015 negli Stati Uniti. Ma richiede un adattamento alle esigenze specifiche di ogni territorio. “Attraverso una customizzazione – ha spiegato Zanon – risolverebbe molti problemi anche qui da noi”. In Italia, dove si registra una delle più basse percentuali di posti letto per Long Terme Care, “i reparti ospedalieri si troveranno sempre più spesso in condizione di aver bisogno di un’infrastruttura tecnologica capace di virtualizzare il ricovero, mantenendo il controllo costante del paziente e attivando al tempo stesso una vera e propria “collaborazione clinica remota” che coinvolge il medico di medicina generale, gli infermieri territoriali, la farmacia territoriale, il caregiver”.

“La creazione di un ospedale virtuale in Italia – spiega Zanon – rappresenta una sfida complessa, ma anche un’opportunità per innovare il sistema sanitario e offrire cure più accessibili, efficienti e personalizzate ai cittadini”. Il primo progetto pilota si avvarrà di una struttura inizialmente di circa 1000 metri quadri, appositamente ristrutturata secondo il modello costruttivo del Mercy Virtual Care Center o simili. L’ospedale virtuale sarà replicabile in ogni territorio.

“Strategica sottolinea Zanon – sarà la fornitura del servizio tecnologico da parte di un Consorzio che verrà costituito, essendo i Virtual Hospital non adibiti ad assistenza in presenza di pazienti, oltre che la messa a disposizione di risorse umane private iniziali che avviino il Virtual Hospital e addestrino il personale pubblico che parteciperà al progetto principalmente in libera professione”.

I pazienti, attraverso l’ospedale virtuale, possono accedere a servizi medici online tramite videochiamate, chat, e-mail o applicazioni mobili. Possono ricevere consultazioni mediche, prescrizioni, monitoraggio delle condizioni di salute, e gestione delle malattie croniche da remoto. I pazienti possono essere seguiti da un team medico virtuale per la gestione delle loro esigenze mediche, con visite di follow-up regolari e supporto continuo. E poi ci sono i risparmi per il Servizio Sanitario. “Basandosi su una stima di 527.050 ricoveri evitabili per malattie croniche e un costo medio di 5.000 euro per ricovero, i potenziali risparmi per il sistema sanitario italiano ammonterebbero a circa 2,64 miliardi di euro. E calcolando che la Toscana cuba circa l’8% della spesa sanitaria nazionale, stima grezza, il risparmio per la Regione sarebbe di 211 milioni di euro”. “Per Viareggio – prosegue Zanon – abbiamo già preso contatti con il sindaco, con le autorità sanitarie. E poi ci sono altri due progetti: il primo, nella città di Como, il terzo a Cosenza”.

“Dobbiamo fare in modo che la tecnologia sia la più inclusiva possibile – ha detto il sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti, presente a Viareggio – e per fare questo c’è bisogno di coinvolgere tutti gli stakeholders. La tecnologia è una sorella maggiore che dobbiamo considerate con molta attenzione e allo stesso tempo con molta fiducia”. Butti ha voluto sottolineare anche “il valore della cooperazione e della co-progettazione, due azioni che sono alla base del nuovo Tavolo delle best practice digitali e tecnologiche, un vero e proprio Osservatorio dedicato alla tecnologia e a tutto ciò che ruota intorno ad essa. Sarà operativo a breve e sarà aperto a tutti gli operatori, le associazioni pazienti, le aziende di ICT. E posso dire fin da ora che tra le best practice, ci sarà quella dell’ospedale virtuale”.

“Il processo di virtualizzazione dei servizi sanitari – ha detto ancora Butti – è sostenuto dalla implementazione tecnologica di cui mi sto occupando, ed è sempre più determinante. Noi abbiamo la necessità di alleggerire il carico degli ospedali, dei Pronto Soccorso, di attivare una assistenza territoriale migliore e, soprattutto, sfruttare la tecnologia. Questo ci farebbe risparmiare tantissime risorse che potremmo destinare alla cura vera dei pazienti e dei malati, ma soprattutto ci consentirebbe di rendere ancor più efficiente ed efficace l’intervento a distanza e, quando necessario, in presenza”. 

Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Viareggio, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi di ospitare il primo ospedale virtuale d’Italia, un progetto innovativo che permetterà ai cittadini di accedere a cure mediche di qualità direttamente da casa. Questa iniziativa rappresenta un passo avanti nella modernizzazione dei servizi sanitari, facilitando la comunicazione tra pazienti e medici e garantendo un supporto continuo, soprattutto per coloro che hanno difficoltà a spostarsi o per chi soffre di malattie croniche. Serviranno approfondimenti e attenzione ma il futuro va in questa direzione e Viareggio è pronta: la tecnologia sarà un potente alleato per migliorare la salute e il benessere della nostra comunità”.