“In diversi suoi articoli va a ledere un diritto fondamentale che è quello di protesta pacifica”, così a proposito del DDL sicurezza Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, ai microfoni di Radio Cusano nel corso della trasmissione ‘Cinque Notizie’ condotta da Gianluca Fabi.
“Contiene anche altre norme-prosegue- che hanno per oggetto aspetti diversi tra cui le inaccettabili violenze nei confronti degli operatori sanitari. Si inaspriscono le pene, si stabilisce che certi comportamenti, compresa la forma di resistenza passiva che c’è nelle carceri o nei centri per espulsione, non possono essere tollerati né legittimati: da qui la mia impressione che si voglia imprimere una svolta securitaria in un periodo in cui, tra l’altro, nelle carceri ci sono problemi enormi. Ecco questi, a mio avviso, sono gli aspetti più preoccupanti”. E sottolinea “la storia ce lo dice: i cambiamenti arrivano perché ci sono le proteste dal basso. Ma in Italia le proteste vengono ristrette, e infatti siamo tra gli 86 paesi in cui la protesta limitata, anche con l’uso eccessivo della forza. Per quanto riguarda per esempio i blocchi stradali, si prevedono fino a 2 anni di carcere se il blocco è causato da più persone. Questo lo reputo davvero eccessivo.
Non si parla-insiste- di misure a favore dei cittadini, penso per esempio ai codici identificativi delle forze di polizia che Amnesty International chiede dal 2011”. Proprio sul ruolo delle forze dell’ordine e delle relative telecamere che dovrebbero, in caso ce ne fossero, garantire sicurezza in merito a eventuali abusi durante le manifestazioni ha dichiarato “ha un minimo di deterrente ma è sempre e comunque uno strumento nelle mani della polizia. Non siamo contrari ma chiediamo che ci siano anche i codici identificativi: loro sì che sono garanzia certa per chi manifesta. Quando si formulano norme vaghe e generiche-continua- l’abuso è dietro l’angolo. Quando per esempio si parla di aumentare le pene rispetto a minacce o ad atti di violenza nei confronti delle forze di polizia con inasprimento riguardo a luoghi di interesse strategico, allora mi chiedo: coloro che manifesteranno rispetto all’ipotesi di costruire il ponte sullo stretto, magari a Messina, andranno in carcere per questo? Da qui partono le nostre richieste di chiarire e circoscrivere per evitare gli aspetti più assurdi tra cui questa cosa delle sim che sono vietate ai migranti che non hanno permesso di soggiorno: una norma ridicola”. E conclude Riccardo Noury “noi siamo etichettati di buonismo, ma questo decreto sicurezza è improntato sul cattivismo”.