Vino nuovo in otri nuovi. Educatori per l’oratorio che verrà

Riprende dopo una pausa di alcuni anni il Seminario di Pastorale Oratoriana, appuntamento tradizionale del Centro Oratori Romani dedicato a educatori e responsabili di oratorio, laici, religiosi e sacerdoti, per uno sguardo al mondo dell’oratorio da diversi punti di vista e in dialogo con le sempre nuove sfide pastorali. Titolo dell’incontro sarà “Vino nuovo in otri nuovi. Educatori per l’oratorio che verrà” per una mattinata di approfondimento sabato prossimo 12 ottobre presso il Seminario Romano Maggiore (Piazza San Giovanni in Laterano, 4), dalle ore 8:30 alle 13:00. 

Aprirà i lavori don Fabio Rosini, Direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Universitaria, che approfondirà il carisma educativo del catechista di oratorio. Seguirà una intervista a Roberto Mauri, autore del libro “Campo Base. L’oratorio che verrà?” per lanciare la sfida di ricercare nuove forme pastorali. Concluderà, infine, la riflessione Fabrizio Lo Bascio, coordinatore del Centro Studi Pastorali del COR, che accompagnerà i partecipanti in una sintesi della giornata e nella riflessione sul sogno missionario del COR per gli oratori di Roma all’inizio di un nuovo anno pastorale.

“Il Seminario ha l’intenzione di riattivare una riflessione pastorale sull’oratorio” sottolinea Lo Bascio invitando l’intera comunità diocesana coinvolta negli oratori a partecipare per portare il proprio contributo. “Vogliamo aiutarci reciprocamente per la comprensione e la realizzazione efficace dell’oratorio, come esperienza educativa ecclesiale, con una tradizione tutta sua nel passato, con sfide educative e sociali nel presente, con un futuro da immaginare. Abbiamo scelto di tratteggiarne tre: l’educatore, l’oratorio come esperienza educativa ed infine l’azione pastorale per l’oratorio a livello diocesano o cittadino. In qualche modo tutte e tre possono e devono rinnovarsi: un educatore che riscopre il suo carisma, un “vino nuovo”, un oratorio che assume una forma paradigmatica rinnovata, un “otre nuovo” e, infine, una prospettiva più “ampia” che si interroga su come promuovere e diffondere tutto questo oggi nel tessuto ecclesiale e urbano di Roma”.