Sanità: rallentare l’invecchiamento cerebrale si può

CATANIA – Il 24% della popolazione italiana ha più di 65 anni, e le patologie dementigene legate all’invecchiamento sono in assoluto aumento. I medici definiscono il fenomeno come una vera e propria epidemia che il Sistema Sanitario Nazionale non è in grado di contrastare. Per questo motivo sono necessari forum di approfondimento delle malattie neurologiche, che abbiano l’obiettivo di far conoscere agli utenti la complessità del cervello e l’importanza della prevenzione nel percorso di aging.

Per trattare questi temi CCMC Centro Catanese di Medicina e Chirurgia, Hospital Seven e Albero della Salute, hanno organizzato il convegno “Invecchiamento cerebrale e riabilitazione cognitiva” che si è tenuto ieri pomeriggio – 9 ottobre – proprio nell’Aula conferenze della Casa di Cura a indirizzo polispecialistico medico-chirurgico che svolge attività a Catania dal 1976. 

L’evento è stato moderato da Alfio Mauro Catalano, responsabile del servizio di Neurologia CCMC, e ha visto la partecipazione di esperti nel campo della neurologia e del supporto psicologico. «Tra le principali demenze, l’Alzheimer colpisce l’1% dei sessantenni, con una stima di 100mila nuovi casi annui – ha affermato Catalano – l’obiettivo della nostra Casa di Cura è prevenire le patologie legate al cervello, curarle, predisporre specifici percorsi di riabilitazione cognitiva e sostenere i pazienti e coloro che se ne prendono cura, i cosiddetti caregiver. Esiste un rischio genetico, inoltre durante il corso della vita possono sopraggiungere dei primi segnali di deficit che possono addirittura colpire il paziente ben 15 anni prima dell’insorgenza della patologia. La nostra sfida è riconoscere i primi segnali e intervenire in tempi rapidi e in modo efficace. La prevenzione deve iniziare dal grembo materno: serve sviluppare una vera e propria cultura per preservare la salute dei nostri neuroni».

Il relatore principale è stato Giuseppe Zappalà – già responsabile del “Centro per i Disturbi Cognitivi e Demenze” (C.D.C.D) del presidio ospedaliero Garibaldi di Catania e consulente dell’Istituto Fondazione G. Giglio di Cefalù. «I segnali più comuni sono la perdita di memoria a breve termine e il disorientamento spazio-temporale, basti pensare ai casi più frequenti: perdere la via di casa, confondere luoghi e date – ha dichiarato Zappalà – e poi anche i disturbi di umore come quando si perde l’iniziativa e l’entusiasmo quotidiano. In questi casi la memoria ne risulta danneggiata. La memoria non è un muscolo, è una funziona cerebrale molto complessa, bisogna metterci passione per esercitarla a dovere: guardare film, organizzare gite, giocare con gli amici. Tutto questo, mette in moto una serie di attività cognitive fondamentali per un cervello allenato. Riabilitare significa stimolare neuroni, gruppi di cellule, circuiti cerebrali ad apprendere come fare le stesse cose di prima, ma in una situazione diversa».

Sono intervenuti per i saluti Daniele Virgillito (amministratore delegato CCMC) e Paolo Cutello (direttore sanitario CCMC). «È un progetto che abbiamo sposato con grande entusiasmo – ha affermato Paolo Cutello – è stato il primo di un percorso che vogliamo portare avanti con grande forza». «Ringrazio la governance e gli azionisti per aver creduto in questo progetto su cui stiamo investendo molte risorse – ha dichiarato Daniele Virgillito – Per noi è una mission. Oggi investire in informazione e formazione è un dovere per tutta la nostra comunità». Hanno relazionato anche Orazio Lucà (presidente A.I.M.A. ODV), Paolo Bosco (responsabile della Unità Funzionale Medicina generale CCMC) e Laura Lo Niglio (assistente sociale, responsabile casa di risposo “Albero della Salute”).