“Abbiamo messo il dito nella piaga. Oggi si vive indiscutibilmente meglio ma in passato avevamo sicuramente la prospettiva di un futuro migliore”. Comincia così il suo intervento il Professor Sabino Cassese (giurista) ai microfoni di Radio Cusano nel corso della trasmissione ‘5 Notizie’ condotta da Gianluca Fabi, parlando della situazione odierna del nostro paese come descritta nella sua biografia ‘Varcare le frontiere’. E continua “un tempo c’erano più possibilità rispetto a oggi.
È vero, noi abbiamo dovuto affrontare due guerre ma dopo si sono aperti gli anni dei cosiddetti ‘30 gloriosi’, termine mutuato dal francese per identificare gli anni del miracolo economico. In quel periodo anche partendo da un livello sociale più basso ti era consentito di raggiungere grandi traguardi non solo a persone come me, ma penso soprattutto a grandi figure come quella di Enrico Mattei negli anni 60”. Cassese si sofferma nell’analisi “questa mancanza di prospettiva futura è data principalmente dal fatto che anche la politica non è in grado di dare un futuro migliore alle persone. Oggi i partiti rispetto al passato hanno perso completamente la loro centralità. Una volta l’opinione pubblica si formava attraverso i giornali, che fungevano da interpreti, e attraverso i politici che nello spazio pubblico fungevano da orientatori, promuovendo idee e dibattiti. Ora queste capacità sono andate perdute, basta pensare al fatto-chiosa- che una volta la partecipazione partitica sfiorava l’8% ora non si arriva nemmeno al 2%. Anche i piccoli paesi-sottolinea Cassese- prima contavano più di 20000 sezioni di partito dove si partecipava alla vita democratica e pubblica, mentre ora queste sezioni sono deserte. Oggi come dice Martin Wolf i partiti sono solamente dei gusci vuoti”.
Interrogato dal conduttore sui conflitti in essere tra il governo attuale e la magistratura, il giurista commenta “questi tipi di conflitti non giovano a nessuno, anche perché fanno perdere di vista i problemi reali che ci sono e sono importanti.
Noi abbiamo nel nostro sistema giudiziario-spiega- milioni di cause pendenti in corso e una giustizia lenta che può portare a processi lunghi oltre i 15 anni, sia in ambito penale che in quello civile. Questo è il vero problema della giustizia: un processo deve essere svolto in tempi ragionevoli e non si può dover aspettare anni per ottenere una sentenza”.
Il prof.Cassese conclude l’intervento parlando del tema della separazione delle carriere “anche qui non vedo un problema reale. Se la proposta garantisce ai PM lo stesso status che detengono oggi, oltre alla stessa autonomia e le stesse garanzie ai magistrati che devono prendere le decisioni, perché è stato fatto tanto clamore? Continua a perdersi di vista il fatto e si affronta tutto in versione ideologica, non guardando il problema reale. Capirei-termina- se i PM fossero poi separati dal contesto di partenza e sottoposti all’autorità politica, ma non stando così le cose e avendo le stesse garanzie di prima, non capisco perché ci si continui a opporsi. Sembra di assistere a alla guerra Guelfi contro Ghibellini”.