E’ una tesi che sosteneva il grande predicatore americano Fulton Sheen in un testo divulgativo scritto nel 1956, “La crisi del mondo e la Chiesa”, (Istituto Saveriano Missioni Estere, ISME, 1956) Nonostante sia stato scritto tanti anni fa, le parole e le riflessioni del predicatore americano conservano una sorprendente attualità e una forza evangelizzatrice che stupiscono.
Prima di passare alla presentazione del testo farò qualche accenno all’autore, anche perché ho intenzione di presentare altre sue opere. Sheen fu vescovo cattolico negli Stati Uniti, famosissimo per la sua attività di predicazione e capace comunicatore, direi un pioniere nell’utilizzo dei mezzi di comunicazione appena nati. Fu uno dei primi e più celebri telepredicatori cattolici, prima via radio e successivamente per televisione. Conoscenza della Sacra Scrittura accompagnata da una profonda vita spirituale furono i cardini della sua opera evangelizzatrice che formò una generazione di giovani entusiasti del nuovo respiro ecclesiale che nasceva con il Concilio Vaticano II, fu una figura di spicco nel panorama ecclesiale del primo Novecento. Il Venerabile Servo di Dio Fulton John Sheen nasce a El Paso, 8 maggio 1895 e muore a New York, 9 dicembre 1979, Arcivescovo titolare di Newport, già Vescovo di Rochester, fu scrittore di 73 libri popolarissimi, molti dei quali diventati classici della spiritualità e di numerosi articoli su giornali e riviste. Fu chiarissimo nei suoi giudizi sui segni dei tempi e l’inganno del Grande Umanitario, profetico per le discussioni sulla Chiesa Cattolica Romana oggi. Si calcola che abbia influenzato la conversione di 52 mila persone, tra le quali molti comunisti impegnati, come Bella Dodd. Una storia molto “americana”, che merita però di essere letta anche da un pubblico italiano.
In questo testo, monsignor Sheen affronta con chiarezza e semplicità che tutti possono capirlo, le varie questioni che preoccupano il mondo Orientale e Occidentale, entrambi vivono un vuoto spirituale. In particolare “l’Occidente è ormai al termine del lungo cammino di disintegrazione della sua cultura, cominciato con il Rinascimento che proclamò l’autosufficienza dell’uomo”. Anche l’Oriente sta sperimentando la decadenza delle sue millenarie tradizioni religiose e culturali. Sheen che ha anche studiato la storia delle civiltà, sostiene che tra la fine di un’era e quella successiva c’è un intermezzo di barbarie. Per quanto riguarda il mondo occidentale, tra la caduta dell’Impero Romano e l’incoronazione di Carlo Magno passarono alcuni secoli, peraltro molto bui. Probabilmente l’interregno che ci riguarda sarà molto più breve, rispetto al passato, vista la rapidità delle comunicazioni. Il nostro è convinto che la barbarie che vuole colmare il vuoto a cui accennavo prima, è il comunismo, nato in Europa, ma che insidia l’Oriente e gli Stati Uniti. Certo Sheen sta scrivendo in piena “Guerra Fredda”, il Muro ancora non era crollato. Accenna anche alle rivelazioni di Nostra Signora di Fatima, che fanno capire che la Russia ha una funzione punitiva nel mondo moderno. La Madonna ha avvertito che se gli uomini non torneranno a Dio, la Russia spargerà i suoi errori per il mondo, suscitando guerre e rivoluzioni. Il comunismo c’è ancora in Cina e in qualche altro Paese, in Russia si è trasformato con Putin, ma è sempre pericoloso come stiamo vedendo con l’invasione dell’Ucraina. Tuttavia oggi noi dobbiamo fare i conti in Occidente con la dittatura del relativismo etico, che comporta l’ideologia del Gender, i nuovi diritti con l’aborto, il divorzio, l’eutanasia. “La crisi del mondo e la Chiesa” è diviso in IV parti. Nella I si discute di Oriente e Occidente. In una bella sintesi il vescovo scrive: “La colpa degli asiatici è di credere che Dio faccia tutto e l’uomo nulla: La colpa degli occidentali è di credere che Dio faccia nulla e l’uomo tutto”. Sheen cerca di spiegare le due culture (Occidente e Oriente) che si incontrano e sottolinea che in Oriente, la persona ha poco valore, rispetto all’Occidente. Si pensi all’Islam, il Bramanesimo, l’Induismo, il Buddismo. Nessuno è nella Verità piena afferma Sheen, non possiamo convincere l’Oriente a progredire copiando la nostra tecnica, a seguire i nostri programmi democratici. E loro non possono sommergere la nostra libera personalità in qualsiasi vago e inconscio Nirvana. Entrambi per Sheen sono in peccato. “Il peccato consiste – precisa il vescovo – nel prendere una parte della realtà e presentarlo come il tutto, per esempio, stabilendo un’equazione tra prosperità e vita (come fa l’Occidente) oppure riducendo la vita a contemplazione (come fa l’Oriente)”. Ecco l’ideologia. In buona sostanza per Fulton Sheen la grande colpa opposta che hanno gli orientali e gli occidentali, che per i primi, Dio fa tutto e l’uomo niente. Per i secondi, Dio non fa nulla è l’uomo che fa tutto. L’Occidente imbevuto di umanesimo ateo, deve imparare che “senza di Me non potete far nulla” (Giov. 15, 5) Interessante la lezione per l’Oriente: “l’uomo non è un burattino nelle mani dell’Onnipotente”, è munito di intelligenza, così da potersi per esempio, costruire una casa. “Dio non ha costruito case per nessuno, ma ha dato a tutti la capacità di farseli. Dio ha creato gli stomachi vuoti, e gli uomini devono lavorare per riempirli”. Chi siede passivo, col pretesto che Dio fa tutto, è da paragonarsi all’uomo che seppellì i suoi talenti. In questa contrapposizione si innesta il comunismo come una spada, che spazza via le imperfezioni dell’Oriente e punisce la civiltà occidentale che ha dimenticato la funzione dello spirito nella cultura umana. E qui Sheen fa dei rimproveri al mondo occidentale, al cristianesimo che non ha saputo fare come il comunismo che ha conquistato in una sola generazione la Cina. Il nostro arcivescovo dimostra di conoscere bene l’ideologia comunista. Bisognava partire da qualcosa in comune con lei, come ha fatto Gesù con l’adultera.
Continua l’analisi del vescovo sulla strategia di conquista dei popoli, fa il paragone tra gli Usa e la Russia, dopo la II Guerra Mondiale. Gli Usa stanno sulla difensiva e la Russia sull’attacco. Tra queste due forze, c’è una terza forza che cerca di influenzare il mondo: è la Chiesa con le sue missioni. La storia non si è svolta come avevano previsto Marx ed Engels. Inoltre fa un paragone che potrebbe sembrare improprio tra i missionari, esponenti della civiltà cristiana occidentale e i comunisti: hanno qualcosa in comune. Anche i comunisti come i missionari, concentrano i loro sforzi in Oriente e nelle zone depresse. Anche se dai missionari sono considerate soltanto zone non cristiane. E nelle aree depresse, i missionari cristiani si incontrano faccia a faccia con i comunisti, gli scopi però sono diversi: “i comunisti per crocifiggere la persona umana, i missionari per crocifiggere l’egoismo, far posto allo Spirito e rendere possibile lo sviluppo della persona umana”. Sono due filosofie uguali e contrarie che si contrastano. A questo punto il religioso chiarisce, che “il vero conflitto di oggi non è quello tra democrazia e totalitarismo, ma quello tra due opposte concezioni della vita: una che subordina l’uomo alla collettività, l’altra che solleva l’uomo a una superiore solidarietà nell’amore di Cristo”. Al centro della scena troviamo due tipi di missionari che usano strategie diverse per conquistare l’umanità. Ne “L’avvento dei popoli musulmani”, monsignore lo dedica alla situazione dei popoli musulmani che vivono chiaramente in Oriente, su di loro il nostro sembra attribuire
delle simpatie, essendo fermamente credenti in Dio, rispetto ai comunisti atei, si può intavolare un certo dialogo. Anche se c’è molto che ci divide. Per esempio il passato fatto di guerre abbastanza sanguinose. Sheen mette a confronto alcune definizioni delle due religioni e vede qualche coagulo come la devozione a Maria e la figura di Abramo. Peraltro scrive Sheen, l’Islam oltre al Cristianesimo, è l’unica religione che riconosce Cristo. E poi c’è tutta la storia del Portogallo e del luogo (Fatima) dove è apparsa la Madonna ai tre pastorelli. Nella II Parte (Il ritmo della Chiesa), si occupa della specificità della Chiesa, nata per fare missione. Nel Martirio Rosso e Martirio Bianco, il testo affronta la grande persecuzione a cui è soggetta la Chiesa in quanto tale. Sostanzialmente Sheen mette a confronto, annotando le differenze, delle varie persecuzioni a cominciare da quella romana, musulmana e comunista. La peggiore e più perniciosa è quella comunista. In particolare si mette a confronto la persecuzione romana e quella comunista, si rilevano cinque somiglianze negli interrogatori, nella prigionia, nei processi, torture e apostasia. Mentre le differenze sono più importanti, scrive Sheen. I comunisti sono più crudeli dei romani. I comunisti tentano di sopprimere la reputazione dei fedeli prima di ucciderli. Vogliono cancellare la memoria, distruggere l’integrità morale dell’accusato. Pertanto non solo assassinio fisico ma anche morale. Per non parlare delle torture fisiche e psicologiche. Il comunista cerca di uccidere anche l’anima, non gli basta il fisico. Si fa l’esempio delle torture che ha subito il cardinale ungherese monsignor Joseph Mindzsenty, Alojzije Stepinac. Tuttavia Sheen fa riferimento alle raffinate persecuzioni del comunismo cinese. Sempre in questa parte del testo monsignor Sheen auspica che al più presto si lavori per canonizzare un americano, “All’America occorre un Santo”. Il riferimento esplicito è rivolto al grande missionario mons. Francesco Ford. Chiude la II Parte con un principio categorico: “Nessun dialogo col Comunismo”. Oggi il Male peggiore per la Chiesa è la presenza del comunismo, che per Sheen è un’altra Chiesa con i suoi Pietro e Paolo in Marx e Lenin; ha la sua Bibbia nel “Capitale” di K. Marx; ha i suoi dodici apostoli nel Presidio dei Soviet; ha la sua “Propaganda” che se non manda missionari, spedisce agenti per tutto il mondo. Sono troppo importanti le riflessioni del vescovo per trascurarle. Probabile che oggi la Chiesa non dovrà più affrontare grandi eresie e neppure scismi. “Ma il comunismo ha ereditato il veleno degli scismi e delle eresie di tutti i secoli”. E’ quello che scrive il professore Plinio Correa de Oliveira nel suo eccezionale studio di “Rivoluzione e Controrivoluzione”. Chi capisce la perversità del comunismo sono quei religiosi al di là della cortina di ferro. Qualsiasi dialogo è impossibile con il comunismo. Lo aveva detto ai cattolici del mondo il Vicario di Cristo, Pio XI nell’enciclica “Divini Redemptoris”. Monsignor Sheen critica fortemente sia i cattolici indifferenti e soprattutto quelli che tacciono di fronte alle persecuzioni, che cercano un compromesso con i persecutori comunisti.
La III Parte (Aree depresse) A proposito di settarismo e di carità. Sheen ci tiene a precisare che i missionari non fanno distinzioni tra cinese, cristiano, maomettano, pagano o ateo. “Se la mano bisognosa d’aiuto è quella di un essere umano, quanto si fa per aiutarlo è umanitario, indipendentemente da considerazioni di razza, colore, o religione”. Invece i governi, le agenzie politiche e gli enti filantropici giudicano con criteri diversi. Quando i missionari scavano pozzi nel deserto lo fanno per tutti, musulmani, cristiani, sono pozzi di tutti. Il settarismo invece inizia quando il donatore è un non religioso, vedi il comunista. Molotov diceva: “il pane è un’arma politica”, voleva dire che il pane sarebbe stato dato a quelli che accettano il comunismo. I missionari, i santi si occupano concretamente dei poveri, dei bisognosi, mentre gli utopisti, cioè i comunisti, si occupano della povertà astratta. Oggi tutti si occupano della delinquenza minorile, ma nessuno pensa al cattivo ragazzo. “Il Cristianesimo – scrive Sheen – non comincia dalla riforma della società, ma dalla rigenerazione degli individui”. I poveri hanno bisogno dei ricchi, ma anche i ricchi hanno bisogno dei poveri. I missionari sanno che la gente si conquista dal basso, non dall’alto. E qui Sheen dice una grande verità che recentemente ha detto anche Papa Francesco che un po’ ha scandalizzato qualcuno. Attenzione, evangelizzare non significa fare proselitismo. “Nelle nostre missioni nessuno ti chiede di abbandonare la propria religione quando entra in un nostro lebbrosario, o perché riceve assistenza in un nostro ospedale”.
Nella IV Parte (Uomini nuovi per il mondo di domani) Qui c’è uno spot appassionato di Sheen per la Chiesa cattolica, solo lei può rigenerare il mondo.“Solo la Chiesa tende a strappare l’uomo a se stesso suscitando in lui pentimento e speranza”. Tutte le altre istituzioni sono create per la soddisfazione dell’egoismo umano.“Il primo scopo della Chiesa non è quello di procurare all’umanità i benefici del progresso, ma di redimere l’umanità dal peccato”. I mali della società crescono quando si manda Dio in esilio e resta posto solo per la tirannia dell’uomo. Inoltre per rigenerare il mondo serve una minoranza di uomini nuovi. Fu una maggioranza che condannò Nostro Signore davanti a Pilato, ma da un gruppo di centoventi persone, che ricevettero lo Spirito Santo il giorno di Pentecoste, cominciò la conversione dell’Impero Romano. Quindi necessita un piccolo gruppo che muova le masse, lo hanno capito anche i comunisti, infatti, Lenin ha preso a prestito l’idea cristiana del nucleo apostolico. Quindi c’è un aspetto missionario del comunismo che ha un suo ufficio centrale di Propaganda e le sue terre di missione del mondo, la sua parola d’ordine è: “Andate e ammaestrate tutte le genti comunistizzandole nel nome di Marx, Lenin e Stalin”, così in pratica la Chiesa si è trovata di fronte ad una controattività missionaria. Anzi oggi il problema missionario si presenta diversamente che nei secoli passati. “Oggi – scrive Sheen – dobbiamo combattere l’ateismo comunista e il laicismo delle Nazioni Unite”. Infine il nostro vescovo precisa che l’attività missionaria non deve essere una esclusiva dei maschi ma anche delle donne, del resto ai piedi della croce sul Calvario c’erano tre donne, tre Marie. San Paolo quando entrò per la prima volta in terre europea, convertì per la prima volta una donna, Lidia, che poi divenne missionaria anche lei. A questo punto monsignore fa un elenco di diverse donne che hanno fatto la storia dell’Europa cristiana, in pratica hanno portato alla fede i loro mariti, re e principi. Tra l’altro è una donna che ha fondato l’Opera della Propagazione della Fede, si tratta di Paolina Jaricot. Le donne devono avere un posto più grande nell’attività missionaria. Infine da segnalare che Sheen ha capito l’importanza dell’Africa non solo come terra di missione, ma anche come Paese ricco di risorse naturali, probabilmente il Paese più ricco della terra.
DOMENICO BONVEGNA
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