Quest’anno circa 1 bambino su 8 a livello globale è stato colpito in modo significativo dai 10 maggiori eventi meteorologici estremi. Bambini costretti a fuggire dalle proprie case, a interrompere il percorso scolastico e a dipendere dagli aiuti umanitari Questo l’allarme lanciato da Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.
Mentre i leader mondiali si preparano a riunirsi alla COP29 in Azerbaigian, una nuova analisi dell’Organizzazione ha mostrato che dall’1 gennaio al 29 ottobre, circa 300 milioni di bambine e bambini in Asia, Africa e Brasile – circa il 12,5% della popolazione infantile totale (2,4 miliardi) – sono stati colpiti dai peggiori eventi climatici estremi[1]. Questi includono: la tempesta tropicale Trami, che alcune settimane fa ha attraversato le Filippine e ha comportato la chiusura delle scuole per 19,5 milioni di bambini[2]; la siccità in Africa meridionale, che secondo le Nazioni Unite[3] è la peggiore degli ultimi 100 anni e che ha reso 12,2 milioni di bambini bisognosi di assistenza umanitaria; le inondazioni in tutta l’Africa occidentale e centrale che hanno costretto 10 milioni di bambini a lasciare la scuola[4]; un’ondata di caldo senza precedenti in Asia meridionale, che ha allontanato dalla scuola 256 milioni di bambini; il tifone Yagi, che ha attraversato il sud-est asiatico a settembre e ha reso necessari aiuti umanitari per circa 1,5 milioni di bambini. Ad essi si aggiungono le inondazioni, i cicloni e i monsoni in Bangladesh, Corno d’Africa, Repubblica Democratica del Congo (RDC), Sud Sudan e Brasile.
Con la crisi climatica, gli eventi meteorologici estremi stanno diventando sempre più frequenti e gravi, e sono aumentati a livello globale di cinque volte negli ultimi 50 anni[5].Spesso sono i più piccoli a subire le conseguenze peggiori di questi disastri.
Save the Children sottolinea come quest’analisi evidenzi l’urgenza di porre i bambini al centro di ogni politica climatica e di ogni decisione che si prenderà alla COP29, al vertice COP29 sui cambiamenti climatici che si terrà a Baku, in Azerbaigian. In particolare, poiché la maggior parte dei bambini colpiti vive in Paesi a basso e medio reddito, i leader mondiali devono più che mai dare priorità alle voci e alle esperienze dei bambini che vivono in condizioni di povertà, disuguaglianza e discriminazione.
Le inondazioni nel nord-est della Nigeria hanno sradicato Kyariyam*, 12 anni, e la sua famiglia dalla loro casa a settembre. Ora vivono in un campo per sfollati[6]. “L’alluvione ha distrutto tutto nella nostra casa […] ha spazzato via i nostri vestiti, le uniformi scolastiche e i libri. È qualcosa che non dimenticherò mai. È la prima volta che vedo un’alluvione del genere. Non avrei mai immaginato che l’acqua potesse sommergere un’intera casa in pochi minuti”, ha raccontato Kyariyam*. “Metà della nostra scuola è stata completamente distrutta e non andarci mi fa stare male. Mi preoccupo costantemente di come potrò recuperare”.
Una recente ricerca[7] della Banca Mondiale ha rilevato che in media 400 milioni di studenti hanno subito la chiusura delle scuole a causa di condizioni meteorologiche estreme dal 2022[8].
Kyariyam ha detto di volere che i leader mondiali alla COP29 sostengano la sua comunità. “Chiedo loro di aiutare a ricostruire le nostre comunità e le nostre scuole. Dovrebbero creare canali d’acqua adeguati per prevenire future inondazioni. Abbiamo anche bisogno di sostegno per le uniformi scolastiche e i libri per tornare a scuola”[9].
Secondo le Nazioni Unite, il cambiamento climatico indotto dall’uomo ha anche aggravato[10] la siccità legata a El Nino che ha bruciato le terre e distrutto i raccolti in tutta l’Africa meridionale per la maggior parte di quest’anno, in una regione in cui il 70% della popolazione[11] si affida all’agricoltura per sopravvivere. Le Nazioni Unite hanno dichiarato che questa siccità è la peggiore degli ultimi 100 anni[12].
Zinhle, 14 anni, viene dallo Zimbabwe, dove la semina è stata ritardata di due mesi o più, incidendo significativamente sui raccolti di mais e mettendo 7,6 milioni di persone[13] – il 47% della popolazione – a rischio di fame acuta. Sua madre vendeva capre che le fornivano i mezzi per pagare le tasse scolastiche, ma quasi tutto il bestiame è morto a causa della mancanza di cibo e acqua. “Abbiamo arato i nostri campi, ma tutti i raccolti sono stati bruciati dal sole e non abbiamo ricavato nulla. A casa eravamo soliti mangiare tre pasti al giorno, ma ora ne mangiamo due”, ha raccontato, aggiungendo che alcuni dei suoi amici sono stati colpiti così gravemente che hanno dovuto abbandonare la scuola per cercare lavoro in miniera. “Vorrei dire ai leader mondiali che la siccità ci sta colpendo. Dovrebbero trovare soluzioni che ci facciano rimanere a scuola, perché se l’abbandoniamo, non avremo un futuro[14]”.
Alla COP29 di Baku, Save the Children chiede che i diritti, le voci e le vulnerabilità uniche dei bambini siano prese in considerazione nel Nuovo Obiettivo Globale di Finanza per il Clima (NCQG) che sarà concordato quest’anno e nei piani di adattamento nazionali e globali. L’Organizzazione chiede, inoltre, di migliorare le opportunità di partecipazione dei minori e dei giovani alla COP, in modo che possano essere coinvolti nelle decisioni che li riguardano.
“I cambiamenti climatici non possono essere considerati solo un problema per le generazioni future: siamo di fronte ad una crisi devastante che solo quest’anno ha avuto un impatto significativo su 1 bambino su 10 nel mondo. Molti di loro fuggono dalle loro case, dipendono dagli aiuti umanitari o perdono la loro istruzione” ha dichiarato Inger Ashing, CEO di Save the Children International. “Questa realtà mette in luce un’evidente disuguaglianza, con i Paesi a basso e medio reddito che sopportano le conseguenze peggiori degli eventi climatici estremi. È una questione di giustizia climatica. Alla COP di quest’anno, i diritti, le voci e le vulnerabilità uniche dei bambini devono essere una priorità assoluta nelle discussioni cruciali sui finanziamenti per il clima, sull’adattamento e sui negoziati in generale. La crisi climatica è una crisi dei diritti dei bambini e un’azione urgente da parte dei leader mondiali non è negoziabile”.
Save the Children Italia sarà presente alla Cop29 il 14 novembre con l’evento “Dalla politica alla pratica: la finanza climatica a misura di bambino”, in collaborazione con Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e con il Movimento Giovani per Save the Children.
*I nomi sono stati cambiati per proteggere l’identità degli intervistati