Pesaro e la qualità della vita in caduta: necessaria una riflessione sul futuro della città

Comitato “Pesaro Pensa”

La recente classifica sulla qualità della vita 2024, stilata da ItaliaOggi in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, fotografa un arretramento preoccupante per la provincia di Pesaro e Urbino, che scivola al 47° posto rispetto al 37° dell’anno precedente. Un dato che pesa ancor di più in un anno cruciale, in cui Pesaro è Capitale Italiana della Cultura. Paradossalmente, l’occasione di rilancio culturale sembra essere stata vanificata da una mancanza di visione strategica e da una gestione insufficiente delle risorse.

La società civile è preoccupata. “Nonostante l’investitura di Capitale Italiana della Cultura,” spiega Roberto Malini, co-presidente di EveryOne Group, “Pesaro non sembra brillare per innovazione e valorizzazione del suo patrimonio. Progetti controversi, come la trasformazione di antiche architetture del centro storico in edilizia ordinaria, rischiano di deturpare irrimediabilmente il tessuto urbano e la memoria storica della città. A ciò si aggiunge una politica ambientale che lascia a desiderare, come dimostrano lo sfalcio inopinato di delicate aree naturalistiche Parco Miralfiore o il taglio di alberi secolari per mere ragioni estetiche o di convenienza, senza alcun piano concreto di tutela del verde “storico” né progetti moderni per l’ambiente. Di positivo vi è il lavoro dell’assessorato all’ambiente e alla sostenibilità, che si impegna per lo sviluppo di politiche moderne ed efficienti in questo campo cruciale”.

Molti intellettuali ritengono che a Pesaro il sistema educativo soffra di una mentalità spesso arcaica, incapace di adattarsi alle esigenze dei giovani e ai valori emergenti. Un esempio indicativo? Lo illustra in breve Malini: “Alcune scuole di Pesaro, invece di favorire percorsi inclusivi e flessibili, sembrano ostacolare i privatisti, ignorando l’impegno e i sacrifici di chi, per varie ragioni, cerca una seconda opportunità per completare il proprio percorso di studi. Questa rigidità contrasta con la necessità di un’istruzione moderna e inclusiva, fondamentale per il futuro del territorio”.

Il settore degli affari e del lavoro segna un calo preoccupante, con una perdita di 11 posizioni nella classifica. La difficoltà di attrarre investimenti e creare nuove opportunità occupazionali evidenzia la mancanza di strategie mirate per sostenere l’economia locale. Questo scenario contribuisce a una stagnazione del reddito e della ricchezza, con conseguenze dirette sul benessere dei cittadini.

Il declino della qualità della vita a Pesaro richiede un cambio di passo. È necessario che le istituzioni adottino un approccio strategico e lungimirante, con investimenti mirati in cultura, istruzione, ambiente e lavoro. “Ma anche la società civile ha un ruolo cruciale,” precisa Malini, “quello di opporsi a progetti che compromettano l’identità e il paesaggio della città, promuovendo soluzioni sostenibili e inclusive”.

Pesaro comunque, come confermano gli attivisti locali per l’ambiente, la cultura e i diritti umani, ha ancora solide basi, come dimostrano i progressi in sicurezza e demografia. Tuttavia, senza un’azione coordinata, il rischio è che questi elementi positivi vengano travolti da una crisi sistemica. “Il futuro della città,”conclude Malini, “dipenderà dalla capacità di tutti gli attori coinvolti di lavorare insieme per invertire la rotta e restituire a Pesaro il posto che merita nella classifica della qualità della vita e all’interno di una società che non si abbarbica a vecchie idee e pregiudizi, ma guarda verso un futuro di crescita, inclusione e sostenibilità”.