Dichiarazione di Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, insieme a Filomena Gallo e Cristiana Zerosi, a nome del Comitato promotore di “Liberi Subito” e dell’Associazione Luca Coscioni:
“Il Consiglio regionale della Lombardia si è dichiarato incompetente a normare ciò che il Servizio sanitario regionale già è obbligato a fare: dare risposta a chi chiede di essere aiutato a morire. La decisione presa dalla maggioranza di Attilio Fontana (eccetto il Consigliere Giulio Gallera) è un atto di irresponsabilità nei confronti delle persone malate e dei medici, privati di ogni garanzia sui tempi e sulle modalità per chiedere e ottenere l’aiuto alla morte volontaria.
La questione che Fontana e i suoi si illudono di scaricare su altri continuerà a gravare sul Servizio sanitario lombardo, che ha comunque il dovere di rispettare la sentenza “Cappato-Dj Fabo” della Corte costituzionale intervenendo “prontamente” come stabilito dalla stessa Corte nel 2024. Un “dovere” dimostrato anche dalle numerose condanne subite dalle Asl che si sono rifiutate di farlo.
L’assenza di scadenze definite per legge determina lunghi tempi di attesa, come i 2 anni attesi da Federico Carboni e Laura Santi, e come sta accadendo anche in Lombardia con il recente caso di una persona malata che ha atteso 6 mesi prima di avere la conferma di possedere tutti i requisiti, senza avere ottenuto alcuna garanzia ora sulle modalità dell’autosomministrazione.
Come Associazione Luca Coscioni continueremo ad aiutare le persone che lo chiederanno a far valere i loro diritti, a denunciare nei tribunali i ritardi nelle risposte del Servizio sanitario e ad aiutare anche materialmente chi ne ha diritto a ottenere l’autosomministrazione del farmaco per il “suicidio assistito” in Lombardia.
Ringraziamo le 8.181 persone che hanno reso possibile, con la loro firma, il dibattito sulla legge regionale “Liberi Subito” e tutte le Consigliere e Consiglieri regionali che non hanno nascosto la testa sotto la sabbia e che erano pronti a esprimersi nel merito”.