Rho – Oltre duecento persone hanno preso parte la sera del 22 novembre alla cena solidale per raccogliere fondi a sostegno del progetto di Emergency di costruire un presidio sanitario a Gaza per la cura dei civili, soprattutto bambini, vittime della guerra in corso. Grazie alla disponibilità dell’Oratorio San Carlo, che ha messo a disposizione salone e cucina, si sono potuti accogliere 206 cittadini. Ad altri cinquanta si è dovuto dire no, per carenza di spazio, ma il dato indica la disponibilità delle persone a partecipare. Particolare il fatto che un nuovo cittadino italiano, un immigrato che di recente ha ottenuto la cittadinanza, sia venuto non per cenare ma per consegnare la propria offerta.
Grazie alla generosità dei presenti e a una lotteria organizzata nel corso della cena e animata dai volontari di Emergency e da Paola Pessina, sono stati consegnati a Emergency 4.600 euro.
“Emergency opera in contesti davvero al limite – ha spiegato il rhodense Luca Radaelli, cui Rho ha conferito tempo fa la benemerenza civica per il suo impegno con l’organizzazione fondata da Gino Strada – E’ importante che ogni tanto si faccia il punto sulla verità dello strumento bellico scelto da alcuni governi. Ci viene raccontato con slogan che parlano di missioni speciali, di liberazione di ostaggi, dell’esportare la democrazia. In realtà non ci raccontano quello che la guerra fa e i reali motivi che nasconde. Lavorando con Emergency ho imparato che l’unica verità della guerra sono le vittime e il 90 per cento sono civili. La guerra riduce le persone a numeri e cancella il diritto di vivere come si vorrebbe. Metà delle vittime di un conflitto sono donne e bambini, arriviamo al 90 per cento contando gli anziani o i ragazzi che non vogliono combattere. A Gaza si arriva a numeri imbarazzanti, sottostimati rispetto alla realtà dei fatti. Noi siamo riusciti a entrarvi più di un mese fa, stiamo gestendo un piccolo centro per la salute di base e speriamo di costruire un presidio sanitario. Il 42 per cento delle vittime sono bambini, il più giovane non aveva nemmeno un anno. Questo non può farci stare tranquilli, occorre indignarsi. Emergency vuole riunire le persone che vogliono cambiare le cose, testimoniando il loro dissenso. Il 3 novembre è nata una nuova campagna, si chiama “R1pud1a” e le “i” sono due 1, in riferimento all’articolo 11 della Costituzione che dice che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali”. Mentre i governanti si riempiono la bocca di riarmo, di nucleare, la gente non vuole la guerra. Vi chiediamo di partecipare e di coltivare la voglia di cambiamento, per far capire che la guerra va cacciata dalla cultura dell’essere umano”.
Emergency sarà presente in via Madonna il 7 dicembre per la vendita di panettoni a sostegno del progetto di Gaza, lungo via Madonna.
Il presidente di Anpi, Mario Anzani, per tutta la sera attivo in cucina con altri volontari, ha ringraziato tutti i presenti: “La vostra partecipazione significa una vicinanza al dramma che stanno vivendo le popolazioni palestinesi, i bambini palestinesi. Nelle mie notti insonni penso spesso a chi soffre gli orrori della guerra e talvolta li immagino con i volti dei miei nipotini. Siamo qui oggi per contribuire a dare loro possibilità di cura e assistenza. Ma non basta. E’ necessario rilanciare la battaglia per la pace, combattere perché non ci sia più l’incremento delle spese per il riarmo militare, per la deterrenza delle spese per il nucleare. Nel 1968, da ragazzi, lottavamo contro la guerra nel Vietnam, oggi ci sono pochi giovani che combattono, non c’è l’imponenza delle lotte del passato, ma spero cresca la consapevolezza della necessità di lavorare per la pace”.
Alessandro Bassetti ha aggiunto: “Le Acli hanno aderito con entusiasmo nel segno della bandiera della pace che è multicolore. Tutte le persone di buona volontà, al di là del loro credo e della loro ideologia, devono fare in modo che la pace trionfi perché la guerra non è mai inevitabile ma la pace si può raggiungere”.
Il Sindaco Andrea Orlandi ha ringraziato in primis il vicesindaco Maria Rita Vergani e Mario Anzani, ideatori della serata, le Acli che hanno aderito, don Marco Ferrari che è intervenuto per un saluto ai partecipanti e “i donatori nascosti che non hanno voluto comparire ma che hanno offerto doni per la lotteria e altri contributi economici”.
“In questi anni la guerra si è riaffacciata in tanti luoghi – ha detto il primo cittadino – Nel 2021 assegnando le deleghe abbiamo creato un assessorato alla Pace, purtroppo abbiamo fatto passi indietro, non per il nostro impegno ma perché la pace è costantemente diminuita in questi tre anni, in cui sono avvenuti accadimenti che hanno stravolto ogni cosa. Aderiremo come Comune alla campagna “R1pud1a” e la promuoveremo in altri Comuni, poiché da pochi mesi mi hanno chiesto di essere presidente del Coordinamento Pace in Comune”.
Quindi, il Sindaco ha ripreso le parole di Radaelli: “Luca ci diceva che non conta solo la parte economica ma occorre indignarsi, essere critici, ribadire quello in cui crediamo. Credo che con tutte queste guerre rischiamo di restare assuefatti dai numeri che sentiamo in Tv. Sono più di 11mila i bambini morti, tanti i sogni spezzati. Io seguo account di giornalisti palestinesi che postano informazioni baipassando i blocchi: dobbiamo guardare in faccia quello che sta succedendo. Questo deve spingere la coscienza di ciascuno a capire che la guerra fa del male soprattutto a chi non ha possibilità di reagire perché debole e indifeso. Dobbiamo trasmetterlo a tutti, dai piccoli agli anziani, perché a volte gli adulti sono peggio dei bambini: i bimbi hanno bene in mente che la pace è un diritto e un dovere, in assemblee di adulti il messaggio non è così netto. Abbiamo tanto da fare, qui e a livello globale per restituire un mondo migliore rispetto a quello che ci è stato consegnato”.