Cremona – Una rete al femminile che metta in contatto imprenditrici, allevatrici, veterinarie e lavoratrici del settore dell’allevamento e del latte, per affrontare insieme le sfide del futuro e rompere il “tetto di cristallo” che vede ancora troppo in trasparenza la donna nella zootecnia. Questo il cuore del convegno dal titolo “Non è un mestiere per maschi – La diversità nelle aziende zootecniche: aumentiamo il potenziale”, con l’Associazione “Quelle del Latte”, promosso all’interno della 79° edizione delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona.
A parlare sono state importanti rappresentanti del settore caseario e dell’allevamento, tra le quali Paola Amodeo, zootecnica alimentarista, Emanuela Sorgia, veterinaria, Stefania Veneroni, membro del Cda di Doxal -Italia Spa e Beatrice Barlocchi, imprenditrice zootecnica e che inconsapevolmente hanno fatto da apripista ad un movimento di lavoratrici probabilmente erediterà nel prossimo futuro la fetta più grande del mestiere, a fronte di una flessione in negativo delle attività e della presenza di colleghi uomini. “Quelle del Latte” è nata circa un anno fa, rispondendo alla necessità di creare un tessuto di scambio di esperienze e valori tutto al femminile, anche guardando ai numeri. Ad oggi tra il 50% e il 70% di chi si specializza in veterinaria o produzione animale è donna, il 28% degli imprenditori del settore sono donne e, come ha spiegato la vicepresidente dell’Associazione Qdl Adriana Busi, “vogliamo parlare anche alle dipendenti che ci sono dentro le nostre aziende, perché abbiamo sempre più manodopera femminile. Abbiamo creato una realtà che non esisteva, mentre nel resto d’Europa si, che si occupi del ruolo che abbiamo nelle aziende – ha detto – del nostro benessere, di come si faccia a passare da invisibili a visibili e di che tipo di leadership abbiamo bisogno”. Quando un anno fa è nata questa rete virtuosa, ha raccontato Busi, “siamo salite su un palco e abbiamo parlato del problema sociale che si chiama patriarcato, molte donne si sono girate altrove, perché è un tema difficile”. Oggi le donne nella zootecnia hanno “un faro puntato addosso – ha continuato – perché siamo il futuro del settore. Il pensiero libero appartiene a tutte, il problema è superare la barriera di poterlo dire.”
L’Associazione ha istituito un canale per organizzare incontri, in presenza e online, in controtendenza alla formazione “on demand”, “perché parlarsi in diretta, incontrarsi, è fondamentale per lo scambio di energie – ha precisato Busi – quindi i nostri incontri non sono mai registrati e non sono fruibili in differita”. Uno dei temi fondamentali di cui si occupa l’associazione è il benessere delle donne nel lavoro, così come la gestione del tempo e il burnout. “Tante donne non si rendono conto di essere in bornout, perché sono talmente abituate a gestire situazioni al limite, e non riescono a guardarsi allo specchio”, ha aggiunto la vicepresidente. Un tempo che va gestito che si tratti di una allevatrice o di una veterinaria, e mai subito.
Qdl organizza e si occupa anche della formazione tecnica delle donne, come ad esempio un corso tenuto sulla gestione della vitellaia “perché per un vecchio retaggio la donna, ‘per la sua indole’ è stata spesso associata alla cura dei vitellini”, ha proseguito Busi – sempre rigorosamente durante l’orario di lavoro”. La formazione così diventa, secondo questa rete, un momento di crescita personale e professionale importante per la squadra, mettendo le donne al centro delle loro stesse priorità. “Mettere noi stesse prima, del resto, è una consapevolezza che rappresenta un piccolo passo per il cambiamento – ha dichiarato Busi – per stare meglio nei nostri ruoli”.
L’Associazione sarà presente ad un prossimo incontro importante di confronto tra associazioni femminili in Polonia, mentre con la presidente di Qdl Paola Aguzzi è appena stata in Francia. “In Francia ho imparato che loro fanno rete e noi non la facciamo – ha detto – il senso e il motto di questo incontro, siamo invisibili da sole, siamo invincibili insieme”.