A Messina la raccolta dei rifiuti non funziona come dovrebbe. A dirlo è – nientepopodimeno – il vice presidente del Consiglio Comunale di Messina, Giandomenico La Fauci (Ora Sicilia).
«È inaccettabile la situazione che si sta verificando in questi giorni nelle zone di San Michele, Ritiro, Scala Ritiro, Badiazza e via Palermo – denuncia La Fauci – dove la raccolta dei rifiuti risulta ferma da mercoledì scorso, ultimo giorno in cui è stata effettuata. Un disservizio che, stranamente, coincide con l’assenza dell’operatore solitamente assegnato a queste zone.
Ciò che desta particolare perplessità è come, nonostante sia prevista la sostituzione del personale assente, questi quartieri vengano regolarmente trascurati. Una circostanza che si ripete con tale puntualità da non poter essere considerata una semplice coincidenza.
L’aspetto più preoccupante di questa vicenda è che un servizio essenziale, regolarmente pagato dai cittadini attraverso la TARI, sembri dipendere dalla presenza o meno di uno specifico operatore. Una condizione paradossale per un’azienda che dovrebbe garantire continuità ed efficienza del servizio in ogni area della città.
Diversi cittadini – compreso il sottoscritto – hanno contattato la Messina Servizi per chiedere spiegazioni in merito, nonostante le rassicurazioni del caso nulla è stato fatto.
Ritengo, quindi, doveroso che l’azienda fornisca spiegazioni convincenti ai residenti di queste zone sul perché, pur in presenza di personale sostitutivo, la raccolta dei rifiuti venga sistematicamente ignorata. Un comportamento che lascia trasparire una gestione quantomeno discutibile del servizio in queste aree della città…».
Giandomenico La Fauci, lei dice cose giuste ma la storia di Messina spesso ci ricorda che non sempre i servizi offerti sono per il “bene comune”. Uno dei mestieri più angosciosi, sia detto senza ironia e sia detto per coloro che hanno ancora una coscienza, è fare il giornalista. Le indiscrezioni dei cronisti hanno spesso “danneggiato” – per modo di dire – il quieto vivere del Sistema. Quando si parla di spazzatura, nessuno capisce dove comincia il fatto e dove il pregiudizio. Il vero problema è di avere il coraggio di difendere la dignità del ruolo che si ricopre quando tutti intorno sembrano abdicare alle loro.
Chiariamo il concetto: il politico dovrebbe amministrare per il bene della comunità; il giudice far sì che la Legge sia uguale per tutti, gli appartenenti delle forze dell’ordine garantire la sicurezza per le strade e nelle piazze, i giornalisti raccontare i fatti. Insomma, dovrebbe essere parte essenziale dell’educazione e dell’esperienza di ognuno svolgere un qualche servizio in favore degli altri. Ma, non sempre ciò accade. Nella gestione dei rifiuti quasi mai.
Di sicuro un po’ di colpa ce l’ha la miseria umana, e un po’ ce l’hanno gli uomini che gestiscono i Palazzi. Ci sono luoghi e stanze dove le cose si fanno con decenza e altri dove la miopia, se non la furbizia, la fanno da padrone. La raccolta dei rifiuti è una patata bollente, d’accordo, ma che in certi casi può essere il Pozzo di San Patrizio, specie quando si vota. In Sicilia, in questo caso a Messina, l’affare spazzatura ha attraversato tutte le stagioni e tutti i cosiddetti governi. Generazioni di opinionisti e di politici hanno individuato nella raccolta dei rifiuti l’origine del sottosviluppo o, se vogliamo vederla dal lato clientelare, del consenso elettorale. Scandali, denunzie, titoli sui giornali o inchieste in tivvù non hanno mai frenato il politico di turno. Oggi Messinaservizi Bene Comune rappresenta – passateci il termine – un pas partù per ottenere facilmente ciò che si desidera o per risolvere qualsiasi problema e tuttavia l’idea di amministrare la città grazie alla “munnizza” ci sembra un’idea teatrale. Una città metropolitana, per usare le parole di La Fauci, dove la raccolta dei rifiuti risulta ferma se non addirittura assente ci provoca cattivi pensieri.
Eppure gli operatori, li vediamo sfrecciare nei loro mezzi anfibi, nelle loro nuovissime automobili, lungo le corsie del tram, vediamo l’esercito (settecento e passa unità…) arruolato dalla Società “in house providing” a socio unico Comune di Messina che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti, per le strade con le loro immacolate divise giallo limone… E allora, perché la raccolta non funziona come dovrebbe?
Se è vero come è vero che una città pulita, una città bene amministrata, è sinonimo di pulizia, è scienza, è vita, è benessere, è civiltà, allora il cattivo funzionamento della raccolta dei rifiuti, è penuria di vita, di pulizia, di politica e di civiltà. Poi, c’è pure chi sostiene che la criminalità prospera perché c’è penuria di legalità, etica, rispetto delle regole: come dire che sottosviluppo e sovrasviluppo producono gli stessi effetti. Ma questo lo lasciamo analizzare a chi di competenza.
Di sicuro chi gestisce la cosa pubblica ha le idee chiare: i padroni della città, sono i padroni della legge e della vita. Dev’essere vero che le emergenze vengono affrontate e gestite in base al consenso che creano. Facciamocene una ragione: finita l’epoca del comunismo e dell’anticomunismo ai messinesi è rimasta la salute da difendere. Indigniamoci tutti: certe battaglie di civiltà sono boccate d’ossigeno. Fra tante altre che bisogna affrontare in apnea, tappandosi il naso per la puzza!