Promesse elettorali e mercato pubblicitario. La propaganda dei partiti a spese dei contribuenti. La diatriba in corso sull’aumento del canone Rai dagli attuali 70 a 90, non è una cosa marginale della politica, ma lo specchio di come è gestita e programmata la stessa politica.
La legge di bilancio prevede l’aumento.
Il partito Lega si oppone perché sarebbe un colpo alle promesse elettorali (quasi sempre disattese) di decenni contro il canone, promesse elettorali fuffa e a danno dei consumatori, perché la Rai, se non incassa soldi dal canone (imposta diretta) li incasserebbe comunque dalla fiscalità cosiddetta generale (imposte indirette), facendo pagare anche chi non possiede un tv.
Il ministro dell’Economia dice che queste cose le deve decidere il Parlamento, ma ci prende in giro perché il Parlamento su queste cose specifiche non vota, ma si esprime solo con voti di fiducia, voti quindi “blindati” che vanificano qualunque minima differenza d’opinione.
Il partito Forza Italia si dice favorevole all’aumento. “Era anche il pensiero di Berlusconi” dice il suo leader Tajani, in una sorta di: “Ah, se pensava così il fondatore nobile, chi siamo noi per pensare altrimenti?”.
Dietro alla ferma posizione di Forza Italia, sembra che si riconoscano un po’ tutti della maggioranza, anche se non lo dicono esplicitamente. La Lega fa il “bastian contrario” ché, in cambio di qualche altra concessione alle sue politiche (più soldi per il Ponte sullo Stretto di Messina?) si sa che finisce a “tarallucci e vino”.
Forza Italia è sempre il partito dei Berlusconi (è scritto anche nel simbolo). Questa famiglia controlla l’informazione, seconda solo alla Rai. Quest’ultima è finanziata col canone e con la pubblicità, mentre Mediaset (Berlusconi) è finanziata solo dalla pubblicità. Se la Rai ha meno introiti da canone, dovrebbe aumentare quelli da pubblicità che, con un mercato più ampio, diventerebbero meno per Mediaset.
Ma se la Rai, a un calo del canone, comunque i soldi li incassa dalle imposte indirette, perché Forza si oppone a un calo?
Ecco che ritorna il motivo principale, per Forza Italia quanto per la Lega, la propaganda: il partito dei Berlusconi preferisce che quei 400 e rotti milioni in meno da canone non siano sostituiti da imposte indirette che – suo cavallo di battaglia – vorrebbe invece utilizzare per far pagare meno tasse a contribuenti medio-alti che crede siano propri fan.
Per chi è riuscito ad arrivare fin qui (complimenti!) avrà più chiaro che sulla questione canone la maggioranza di governo non sta facendo finta di litigare per favore i consumatori, ma solo per utilizzare i loro soldi per la propria propaganda.
Un pensiero finale. Questi sono i politici che dicono che vorrebbero riformare la Rai. Politici anche di opposizione. Per esempio, quando in commissione Bilancio del Senato l’opposizione ha votato con Forza Italia contro il calo del canone facendo andare in minoranza la Lega, ha solo fatto un piacere al partito dei Berlusconi.. coerenza, chiarezza, onestà intellettuale e disponibilità ad una riforma della Rai che non sia razionalizzazione delle attuali spartizioni, avrebbe voluto che l’opposizione avesse denunciato quanto in corso e non avesse partecipato al voto. Ma forse stiamo chiedendo troppo…
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc