DAL FATTORE DI RISCHIO AL PAZIENTE A RISCHIO: LA GESTIONE GLOBALE DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE NELLA PRATICA CLINICA

“Ipertensione, diabete, dislipidemia, devono essere valutati e trattati con un approccio multidisciplinare e non come singole patologie: esiste un fil rouge che le collega al rischio cardiovascolare. E’ fondamentale, in quest’ottica, la conoscenza degli strumenti che consentono un approccio multidisciplinare al paziente”.

 Sono le parole del dott. Antonino Di Guardo, coordinatore interregionale della SIIA (Società Italiana di Ipertensione Arteriosa) di Sicilia, Calabria e Sardegna e responsabile scientifico del corso di perfezionamento dal titolo “Dal fattore di rischio al paziente a rischio: la gestione globale del rischio cardiovascolare nella pratica clinica”, che si è tenuto al Grand Hotel Villa Itria a Viagrande.

La due giorni, dedicata alla memoria di Cristiano Crisafulli, vicepresidente dell’associazione Medici Diabetologi Sicilia scomparso nel 2023 a causa di un male incurabile, è stata scandita dalle relazioni di specialisti di altissimo livello che hanno ribadito la necessità imprescindibile di un approccio integrato al paziente, valutato nella sua totalità. Massiccia l’adesione al corso da parte dei medici specialisti in  Medicina Generale, chiamati ad una valutazione “tout court” dei propri assistiti.   E’ in quest’ottica che, durante la prima giornata di lavori, nel corso della sessione dedicata al Diabete mellito e al Rischio Cardiovascolare, si è parlato di maggiore efficacia della cosiddetta “terapia di associazione”. “A fronte di una singola terapia – ha dichiarato la dottoressa Daniela Ingannè, endocrinologa – l’associazione di due classi di farmaci SGLT-2i e GLP1-Ras ha dimostrato una sicurezza cardiovascolare e una migliore gestione del rischio”.  Anche il sospetto dell’ipertensione ortostatica costituisce una spia di allarme ed è peraltro una condizione molto frequente. “Una semplice misurazione della pressione seduto o in piedi può cambiare la prognosi e il trattamento di quei soggetti che hanno un valore di pressione borderline – ha spiegato la prof.ssa Francesca Saladini, cardiologa dell’Università di Padova. –

Al fine di implementare l’approccio multidisciplinare al paziente, a breve saranno pubblicate “le linee guida pratiche 2024” per la medicina territoriale, che si fondano su cinque pilastri fondamentali: la misurazione della pressione, la valutazione del paziente, la stratificazione del rischio, la selezione della terapia e la valutazione della risposta. Alla redazione delle linee guida territoriali ha partecipato anche uno dei relatori della due giorni, il dott. Fabio Lucio Albini, cardiologo e componente del direttivo nazionale della SIIA, che ha collaborato con i componenti della task force per la pubblicazione in forma preliminare delle stesse al congresso europeo dell’ipertensione a Berlino.

L’approccio multidisciplinare ai problemi cardiovascolari è fondamentale – ha concluso il Prof. Roberto Scicali, del Garibaldi-Nesima-  dal momento che le patologie cardiovascolari sono la prima causa di morte ancora oggi. Abbiamo tante terapie a nostra disposizione per ridurre i livelli del colesterolo cattivo, quello che è il fattore principale, il fattore causale della malattia cardiovascolare,quello che viene chiamato colesterolo LDL. I nostri studi hanno evidenziato una molecola ancora più aterogena e cattiva del colesterolo LDL che è la lipoproteina A. A breve saranno disponibili i farmaci per combatterla. Intanto, rimane fondamentale fare prevenzione con stili di vita sani.”