Nelle province di Rimini, Bologna, Forlì-Cesena, Reggio Emilia e Pesaro-Urbino i Carabinieri del Nucleo Informativo-Reparto Operativo del Comando Provinciale di Rimini e del locale Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, collaborati in fase esecutiva dai militari dei Comandi Provinciali interessati e dai Carabinieri del Gruppo per la Tutela del Lavoro di Venezia, con il supporto della componente aerea del 13° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Forlì hanno dato esecuzione a una ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Rimini su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 12 soggetti ritenuti presunti responsabili, a vario titolo, di aver organizzato una rete operante nell’ambito di un traffico illecito di migranti attiva nelle province di cui sopra, dal 2017 al 2020.
L’articolata e complessa attività investigativa prendeva avvio dalla denuncia sporta da un cittadino egiziano il quale riferiva di aver pagato la somma di 6.000 € per l’ottenimento di una fittizia assunzione finalizzata al rilascio del nulla osta d’ingresso sul territorio nazionale propedeutico all’ottenimento del successivo permesso di soggiorno.
Gli approfondimenti condotti attraverso attività tecniche, accertamenti documentali, servizi di osservazione e pedinamento, analisi di tabulati telefonici e telematici hanno consentito di evidenziare come gli indagati, in concorso tra loro, avrebbero costituito un sistema consorziale di aziende, datori di lavoro e intermediari collocati anche in organizzazioni specificatamente preposte alla tutela dei diritti sociali e previdenziali dei lavoratori finalizzato a ottenere illeciti profitti; le indagini, in particolare, hanno interessato un dipendente dell’INPS, un addetto a un patronato romagnolo e un dottore commercialista di altra regione.
Davvero rilevanti le somme del giro d’affari che avrebbe fruttato agli indagati centinaia di migliaia di euro ai danni di oltre cento di vittime accertate.
L’attività avrebbe evidenziato un modus operandi ben collaudato e adattabile alle specifiche richieste normate di anno in anno dal legislatore per la regolazione dei flussi migratori, consistente:
– nel reperimento degli extracomunitari, tutti di origine nordafricana, disposti a pagare per ottenere il permesso di soggiorno;
– nell’individuazione previo compenso, di imprenditori conniventi per la stipula di assunzioni fittizie (in prevalenza come colf e badanti) e soggetti pronti a fornire, sempre dietro pagamento, domicili fasulli necessari al rilascio del documento di soggiorno;
– nel rintracciare cittadini comunitari con cui organizzare matrimoni fittizi;
– nelle richieste d’indennità di disoccupazione conseguenti alle false assunzioni.
L’iter si sarebbe concretizzato nel presunto sfruttamento dei cittadini extracomunitari costretti a massacranti turni di lavoro e posti in condizione di sudditanza psicologica legata all’ottenimento del permesso di soggiorno. Alcune giovani vittime sono state perfino costrette ad avere rapporti sessuali con taluni degli indagati o con clienti occasionali dagli stessi procurati.
Tra i reati contestati si evidenziano: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento del lavoro e prostituzione, corruzione continuata, false dichiarazioni in atti destinati all’Autorità Giudiziaria, favoreggiamento continuato della permanenza di cittadino straniero irregolare, ricettazione e falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico.
Dei soggetti indagati, valutata la gravità indiziaria in ordine ai reati contestati e la solidità del quadro accusatorio emerso:
– 4 sono stati destinatari di misura cautelare in carcere, da associare presso la Casa Circondariale di Rimini;
– 7 sottoposti agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni (province di Rimini, Reggio Emilia e Pesaro-Urbino);
– 1 destinatario di obbligo di presentazione alla P.G..