La Sicilia presenta livelli di benessere modesti rispetto al complesso delle province italiane valutate sugli 11 domini del Bes dei territori. Infatti, considerando le distribuzioni di 64 indicatori provinciali raggruppate in 5 classi di benessere relativo (bassa, medio-bassa, media, medio-alta e alta), nell’ultimo anno disponibile il 61,8 per cento delle misure colloca le province dell’isola nelle classi di benessere bassa e medio-bassa, mentre il 22,3 per cento le colloca nelle classi alta e medio-alta. Gli stessi valori calcolati su tutte le province italiane sono rispettivamente del 35,6 per cento e del 41,8 per cento. Nel confronto con le altre regioni del Mezzogiorno, la Sicilia mostra un profilo simile alla Calabria (con il 63,1 per cento di misure provinciali nelle classi bassa e medio-bassa e il 21,3 nelle classi alta e medio-alta) ma peggiore della Sardegna e dell’Abruzzo, che sono le meno svantaggiate.
A livello provinciale, in una situazione nel complesso omogenea, si differenziano la Città metropolitana di Palermo e la provincia di Enna, con una quota maggiore di posizionamenti nelle due classi di benessere più elevate (rispettivamente 28,1 e 26,6 per cento) e una quota inferiore di posizionamenti nelle due classi più basse (57,8 per cento per entrambe). Enna, in particolare, registra una frequenza di indicatori in classe alta (18,8 per cento) doppia rispetto alla media regionale e maggiore sia del valore Italia che di ripartizione.
Risultano invece più sfavorite le province di Agrigento, dove la quota di posizionamenti nelle due classi di coda è massima (65,6 per cento), Catania e Siracusa che hanno invece le minori frequenze di posizionamenti nelle due classi più elevate (17,2 e 18,8).
La distribuzione del reddito disponibile equivalente (basata sul sistema integrato dei registri) segnala per la Sicilia livelli di reddito decisamente inferiori a quelli nazionali: il 50 per cento degli individui residenti in famiglia dispone al più di 12.600 euro annui, a fronte di un valore di 17.500 euro per l’Italia e di 13.600 euro per il Mezzogiorno.
La Città metropolitana di Messina ha il valore più elevato (14.000 euro annui) e la maggiore disuguaglianza tra individui: il 10 per cento più ricco della popolazione dispone di almeno 28.400 euro, mentre il più povero al più di 4.800 euro. La città metropolitana di Palermo ha una situazione simile in termini di dispersione ma un livello mediano di reddito di 12.500 euro. La provincia di Agrigento ha il reddito disponibile equivalente più basso della regione (11.600 euro).
ISTAT