Arriva al Teatro Biblioteca Quarticciolo, dal 18 al 21 dicembre (ore 21) Noi siamo un minestrone [Imagine], la nuova creazione del Teatro delle Ariette di e con Paola Berselli e Stefano Pasquini.
In uno spazio quadrato, al centro su tavoli bassi ci sono due pentole e tutto il necessario per fare il minestrone. Attorno, attori e spettatori, seduti sulle sedie partecipano alla preparazione di questo piatto, così umile e quotidiano da appartenere alla vita di tutti. Più che uno spettacolo meglio pensarlo come «un incontro, un pezzo di tempo, un’ora di tempo vissuta poeticamente cercando quello che c’è prima delle parole e quello che resta dopo che sono state pronunciate e dimenticate. Un pezzo di vita per tutte le cose da raccontare, sull’amore, sul teatro, sulla forza delle piante e l’energia degli animali, su come sarebbe facile, in fondo, essere felici. In un tempo di guerre, uno spettacolo per raccontare l’amore e per ritrovare il senso e il piacere del gioco. Uno spettacolo per immaginare il presente».
Noi siamo un minestrone prosegue il percorso di ricerca del Teatro delle Ariette. «Abbiamo più di sessant’anni, ci conosciamo dal 1978, da trentacinque anni viviamo alle Ariette e la nostra compagnia ne ha compiuti ventotto. Anni fatti di mesi, di giorni, di ore e minuti. Un tempo infinito, un’eternità, un attimo – scrivono Paola Berselli e Stefano Pasquini – È il cammino della vita, la ricerca dell’identità. È la risposta a quella prima domanda: chi siamo noi? Noi chi? Paola e Stefano, oppure io e te, attori e spettatori, noi gruppo, società, massa? Siamo un minestrone. Come il minestrone siamo fatti di acqua. Siamo più di un miscuglio di forme, di specie, di generi. Noi siamo relazione. Noi amiamo, soffriamo, facciamo la guerra e la pace. Il nostro agire ha fatto e fa il mondo, non da solo naturalmente, ma insieme a tutto il resto. E il Teatro è una delle nostre azioni, come il lavoro nei campi, la trasformazione del cibo, l’osservazione della realtà. La relazione cambia le cose. Acqua e farina, nell’incontro, perdono le rispettive identità e ne trovano una nuova chiamata pane. Carote, patate, bietole e zucchine fanno lo stesso. Si incontrano in una pentola, dentro l’acqua che bolle, non saranno mai più quello che erano prima, ne conserveranno solo un ricordo. Ora, insieme, stanno diventando un minestrone. Così, entriamo e ci trasformiamo nello spazio magico del Teatro. L’io diventa noi, la mia storia la tua, la tua vita la mia».
Menu previsto:
– Aperitivo con tortelli nella lastra ripieni di zucca e patate (sono dei piccoli cassoni che si mangiano alla mano) + scaglie di parmigiano
– Minestrone
– Pane schiacciato delle Ariette
– Vino e acqua
Tutto vegan a eccezione del parmigiano.
Il Teatro delle Ariette è la compagnia degli attori-contadini, del teatro da mangiare, dell’autobiografia. Nel 1989 Paola Berselli e Stefano Pasquini lasciano il teatro e vanno a vivere nel podere denominato Le Ariette. Nel 1996 fondano la compagnia con Maurizio Ferraresi. Costruiscono il Deposito Attrezzi, un edificio rurale che diventa la loro sede teatrale. Nel 2000 al festival Volterrateatro debuttano con lo spettacolo Teatro da mangiare? e da lì inizia la loro avventura. I loro spettacoli affrontano temi autobiografici sul rapporto dell’uomo con le materie prime, con gli animali, con gli altri uomini e con la terra, cercando una condivisione profonda tra attori e spettatori. Il Teatro delle Ariette non è soltanto una compagnia teatrale, è un’esperienza, una pratica quotidiana alla ricerca del “luogo” dove arte, vita e lavoro convivono e coincidono. Da anni porta avanti anche attività di formazione sul territorio e dal 2015 cura la realizzazione del progetto di teatro di comunità Territori da cucire. Nel 2020 ha ricevuto il Premio ANCT Associazione Nazionale Critici di Teatro.
Crediti
Noi siamo un minestrone [Imagine]
di, con, regia Paola Berselli e Stefano Pasquini
organizzazione Irene Bartolini
ufficio stampa e comunicazione Raffaella Ilari
creazione Teatro delle Ariette