LA STORIA DELL’EUROPA, VISTA DAGLI EUROPEI

Questo sarebbe il tempo dello studio delle civiltà, proprio perché stiamo assistendo a un cambiamento d’epoca. Lo ripeteva spesso nei suoi discorsi e negli scritti lo studioso e pensatore piacentino Giovanni Cantoni, fondatore di Alleanza Cattolica. E per questo si affidava nei suoi ragionamenti adesimi storici delle civiltà come Arnold Toymbee, Gonzague de Reynold, Gomez Davila, e il sempre presente, Plinio Correa de Oliveira ed altri. Questa breve premessa per giustificare la lettura e lo studio del testo “Europa. Storia di un’Idea. Dall’Impero all’Unione”, scritto dall’ex ambasciatore e storico, Sergio Romano, pubblicato da Longanesi (2004). Un testo che si trova basta consultare la rete.

Il libro si compone di tre parti. La prima di un quadro geografico e culturale del continente, con appunti dagli studi dello storico Fernand Braudel. La seconda parte è una rapida storia degli Stati nati in Europa dopo il crollo dell’Impero romano e dei mezzi con cui i loro fondatori cercarono di renderli stabili e forti. La terza parte, il racconto dell’integrazione europea dalla fine della seconda guerra mondiale al progetto di costituzione dell’Ue. E’ un capitolo aperto come scrive Romano. Del resto, “lo Stato europeo è un cantiere dove non si è mai smesso, da Carlo Magno in poi, di costruire, demolire e ricostruire. Nasce dalla volontà di dare un erede all’impero romano, ma chiede legittimità a una fede religiosa, il cristianesimo, che ha unificato il continente”. Comunque sia il testo di Romano è un’ottima sintesi (soltanto 227 pagine) della storia europea, a cominciare dalla presentazione del suo territorio. Un continente aperto, perché al suo interno ha frontiere climatiche, etniche, linguistiche, culturali, politiche e religiose.

Non ci sono frontiere naturali, la prima ricchezza dell’Europa. Legata all’Asia attraverso i monti Urali. Non mi soffermo sulla descrizione geografica, basta consultare una cartina geografica, è un invito che faceva spesso Cantoni, per capire meglio la lettura di questi testi. Per capire i flussi migratori dei vari popoli che hanno attraversato il continente e poi il clima che ha influito eccome sugli spostamenti, sulla vita di ogni giorno. Sulla costruzione dei villaggi e poi delle città. Gli scambi commerciali, i grandi mutamenti nel corso dei decenni. Meritano attenzione i vari paragrafi sulla mobilità e le vie di comunicazione attraverso le strade, i vari passi montani, le rotte marittime. Strade percorse dai cavalieri, dai mercanti, banchieri, pellegrini. Nello scambio e nella mobilità, fondamentali sono le lingue, in particolare il greco e il latino, in particolare quest’ultima, che poi diventò quella della Chiesa universale. Ma furono utilizzate anche le lingue dei vari popoli, per farsi capire dai sudditi, in particolare i re, ma anche la Chiesa, utilizzavano il volgare. Non solo geografia, ma soprattutto cultura, l’Europa occidentale nasce dal cristianesimo, ma le radici sono anche quelle greche e romane.

La seconda parte del libro (L’Europa degli Stati) occupa lo spazio maggiore. La Storia dell’Europa, è la storia degli Stati. Come furono creati, come divennero potenti, come declinarono, scomparvero e qualche volta rinacquero dopo un lungo intervallo. Quali furono le origini e gli uomini a consolidare il loro potere. Sono tutti quesiti a cui Sergio Romano risponde. Inizia trattando della fonte del potere. Quali sono i fattori che hanno contribuito a conquistare e mantenere un territorio, certamente la forza delle armi, tutti i sovrani erano dei guerrieri. E successivamente per mantenere un territorio, avevano bisogno della doppia investitura, quella civile e religiosa. Soprattutto quest’ultima, “un re è tale nell’Europa del Medio Evo quando un vescovo ha unto la sua fronte e posto una corona sul suo capo”. Sostanzialmente scrive Romano, l’unzione è doppiamente utile, perché, permette al re di proclamare, secondo il detto di san Paolo, “l’origine divina della propria autorità e lo autorizza a esigere l’unità religiosa dei suoi sudditi”. Lo comprese, per esempio, il principe di Kiev, Vladimir, quando decise di convertire il suo popolo al culto di Dio unico e scelse, fra tre religioni, il cristianesimo, l’islam e l’ebraismo. Gli piacque naturalmente il cristianesimo. E poi c’è l’esempio più eclatante, quello di Carlo Magno, che ha creato il grande Stato europeo, il primo dopo il crollo dell’impero romano. Il testo prosegue con l’attenzione alla dualità tra il Sacro Romano impero e la Chiesa di Roma, tra contrapposizioni e alleanze. Gli imperatori tedeschi che scendono in Italia, a Roma per essere incoronati. Il conflitto tra i due poteri: Papato e Impero. Intanto c’è anche da tenere conto de l’Europa di Bisanzio e i vari popoli slavi, non solo degli Arabi che avanzano dal Sud dell’Europa.

Bisanzio e Roma, le due Cristianità che secondo Romano soffrono degli stessi mali, ma non cessano di farsi guerre non soltanto teologiche e culturali. Si assiste, intanto, a interminabili sequenze di invasioni, guerre, accordi dinastici e congiure di palazzo, sia a Oriente, che a Occidente. Da questa confusione emergono due grandi Stati imperiali: la Polonia e la Russia. E poi la nascita degli Stati Moderni, a cominciare dalla Francia, l’Inghilterra, la Spagna, infine gli Asburgo. Naturalmente per ogni Stato, si elencano una sfilza di nomi che hanno contribuito a fare la Storia. Giovanna d’Arco, la casa degli York, dei Lancaster,  Enrico VIII, Isabella e Ferdinando. Arriva la cosiddetta Riforma luterana, che poi fu una vera e propria Rivoluzione religiosa, la spaccatura della Chiesa cattolica. La Ragion di Stato, prende il posto della religione. Naturalmente sto facendo una veloce panoramica degli avvenimenti principali che hanno segnato la Storia dell’Occidente europeo. Romano anche lui va avanti con una certa velocità, dopo la Rivoluzione francese che ha sconquassato l’Europa dei re e dei nobili, arriva al nostro risorgimento che ha fatto l’unità dell’Italia.

Per finire con i due conflitti mondiali del Novecento, con i milioni di morti a causa dei vari nazionalismi, nel frattempo sorti alla fine dell’Ottocento. Sconfitte le monarchie, scompaiono gli imperi, per quanto riguarda la Grande guerra, tutti restano indeboliti. E poi con la seconda guerra mondiale finisce ancora peggio. Molte occasioni vengono perdute, le soluzioni non sono quelle più gradite dai più, ma bisogna sperare in un futuro sempre migliore.

DOMENICO BONVEGNA

dbonvegna1@gmail.com